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The Social Media Experience

Da Marlenetrn
The Social Media Experience
La Social Media Week di Roma è stato:
Prendere un treno e incontrare Bismama.
Avere di fronte un americano che leggeva l’i-book con la t-shirt al contrario (l’etichetta gli faceva capolino dal colletto).
Leggere il Vanity Fair di seguito e senza nessun tipo di interruzione.
Uscire da Termini è trovare il marpione che ti fa i complimenti in cambio di una sigaretta.
Salire sul bus e scoprire da un illuminato autista che “dove finisce la logica, comincia l’ATAC”.
Prendere un B&B dietro al Pantheon con l’entrata inquietante ma molto chic dentro.
Prenotare una doppia e ritrovarsi una quadrupla.
Cambiare le converse con gli ankle boot, per assecondare il fantasma di Paola che si aggirava per la stanza.
Chiudere le porte “gently” perché sennò quella del b&b ti cazzia.
Arrivare alla Fandango Incontro e non trovare nessuno.
Scoprire che bismama starebbe a digiuno per giorni interi, io invece no, ma prendo solo un caffè. Se ho perso un kg in due giorni è grazie a lei.
Uscire a fumare una sigaretta e conoscere Akari.
The Social Media Experience
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Libreria 2.0 è stato:
Imparare a non dare mai del napoletano ad uno con l’accento napoletano. Potrebbe essere campano ma non napoletano. Potrebbe essere Salernitano e se dai del napoletano ad un salernitano lo offendi. Soprattutto ora che si sono messi in testa di fare la “secessione” e creare la 21° regione Italiana, per distaccarsi da Napoli ladrona.
Conoscere i veri volti di Guryou e scoprire che sono giovanissimi, con tanto entusiasmo e tanta voglia di fare.
Ritrovarsi spiazzati dall’immagine bucolica di Adinolfi, con famiglia al seguito, in tenuta da casa, gli mancavano solo le ciabatte, ma apprezzare caldamente le sue secchiate di acqua fredda in un discorso che si faceva un po’ troppo sdolcinato.
Ricevere aggiornamenti sul condominio di Ottavo Piano, direttamente dai sui inquilini, che si stanno moltiplicando di giorno in giorno come i pani e i pesci.
Spettegolare e fare battute al vetriolo con due estranee, che pareva conoscessi da sempre.
Vedere che se Wonder arriva in ritardo fa delle perfette entrate da diva e che abbiamo la stessa identica borsa blu elettrico.
Scoprire il nome del papà di “il blog di un libro” che ha fatto outing proprio ieri in un video messaggio.
Conoscere Christian Floris e ammettere che se la cava davvero bene con un microfono in mano.
Ammirare la bellezza di Clara, la figlia di Adinolfi, e constatare la totale ed assoluta assomiglianza con la mamma, bellissima.
Accorgermi prima di cominciare, di aver messo la t-shirt con il cartellino del prezzo ancora attaccato, e trovare una scusa per nascondermi con bis e staccarlo. Fortuna avevo un golf sopra.
Parlare del mio blog, davanti a tutti, con la mia faccia e non con i miei piedi, con il cuore che stava per sfondarmi il petto e il respiro che mi mancava ogni tre per due.
Sentir dire che “se sei qualcuno nel web non vuol dire che tu sia qualcuno anche nella vita!
Ascoltare delle interessantissime conclusioni.
Rimanere sola a salutare tutti, perché akari aveva da fare e bismama stava per morire ed è tornata al b&b.
Sentire cosa risponde Wonder se le chiedono “come lo vedi il futuro del mondo?”
The Social Media Experience
The Social Media Experience
Una Sera a Roma è stato:
Rimanere 10 minuti fuori dal b&B a suonare come una pazza perché bis non sente il campanello e il suo cellulare non prende.
Constatare che sono le otto di sera e ho mangiato solo un pacchetto di patatine e due caffè.
Convincere bis che forse è il caso di mettere qualcosa anche nel suo di stomaco oltre a acqua e creker.
Scendere dal b&b fare 20 passi e infilarsi nella pizzeria di fronte, che si chiama Ciro ma siamo a Roma e non a Napoli.
Ordinare un antipasto per due che non bastava per uno e due risotti. Per la cronaca io il mio l’ho divorato, bis ha lasciato anche quello, non so se mi spiego!
Pensare di andare all’aperitivo del Pink Panel ma constatare che Bis potrebbe morire per strada.
Tornare in camera, fare un confronto di panze sullo stato delle smagliature post gravidanza e infilarsi sotto le coperte ad un orario non riportabile.
Dormire in un bunkher anti-atomico in cui qualsiasi oggetto con una frequenza, risultava inutilizzabile.
Il Ritorno è stato:
Svegliarsi con “l’allarme” del BB di Bismama con effetto defibrillatore. Il suddetto cellulare oltre a farmi venire l’infarto lampeggiava costantemente, di una luce forte, che illuminava tutto. Per la serie o ti svegli o ti svegli.
Ricevere la colazione da un fantasma in pigiama che se quando era sveglia parlava poco italiano quando era semi sveglia non si capiva una mazza. Io ho spazzolato via tutto, bis si è limitata alle fette biscottate, in purezza.
Roma il mattino presto è una ghiacciaia. Termini al mattino presto è uguale come alle 12, alle 15 o alle 24, sempre piena.
Il treno sistematicamente si svuota a Caserta.
Bis persisteva nel suo stato di semi-incoscenta, sempre attenta a prende il verso di andata del treno, per non metterci a conoscenza del contenuto del suo stomaco. A tratti rinveniva e sorrideva e potevo non chiederle “come stai?” per l’ennesima volta.
I posti a sedere del freccia argento sono troppo stretti, Adinolfi non ci entrerebbe.
Di fianco avevo un laureando in medicina, che guardava film di Abatantuono e mangiava marshmallow e gelatine zuccherate. Se sapessi certi particolari sul mio medico la mia fiducia in lui diminuirebbe sistematicamente.
Saluto Bis e scendo a Foggia, portandomi dietro i biglietti di entrambe. Poco fa ho scoperto che ha dovuto fare l’occhio dolce al controllore per convincerlo sulla questione del biglietto.
Arrivata a casa trovo il dottore che visitava la Rana con la febbre!
Tuttosommato una bella esperienza, anche se con questa da ora d'ho più credito all'affermazione che molto spesso gli Avatar è meglio che restino tali!
Song:The Doors - people are strange

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