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The sounds of earth

Creato il 20 ottobre 2010 da The Book Of Saturday

The sounds of earth

Cosa hanno in comune il primo movimento del Concerto Brandeburghese no.2 in Fa di Bach, il rock ‘n’ roll energico di Chuck Berry in Johnny B. Goode, il canto notturno degli Indiani Navajo e il brano blues Dark Was the Night, Cold Was the Ground di Blind Willie Johnson? Apparentemente nulla viste le enormi differenze temporali e di stile che intercorrono tra un elemento e l’altro, a maggior ragione se l’intenzione è di riunirli tutti in un’unica compilation.

Eppure qualcosa del genere esiste, ed è da considerare senza dubbio uno dei dischi più ambiziosi mai realizzati nella storia dell’umanità, con aspettative che vanno ben oltre i classici premi legati ai record di vendite cui siamo solitamente abituati. La raccolta in questione è il cosiddetto Voyager Golden Record, un disco per grammofono ideato e realizzato nel 1977, del quale furono prodotte due copie che vennero inserite nelle due sonde spaziali Voyager 1 e Voyager 2 con tanto di istruzioni per riuscirne a riprodurre correttamente il contenuto, nella speranza, in un futuro ancora molto lontano, di poter far arrivare a civiltà extraterrestri un breve ma significativo estratto della vita sul pianeta Terra.

Il contenuto della raccolta fu selezionato da una commissione presieduta dall’astronomo Carl Sagan e comprende, oltre ad un messaggio dell’allora presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, un insieme di suoni della natura e versi di animali, 116 immagini legate ai più svariati campi della vita sul nostro pianeta e un saluto interpretato in 55 lingue diverse. Per quel che riguarda i brani scelti, si spazia a 360 gradi nella storia della Musica grazie a 27 registrazioni rappresentative delle culture musicali di diversi luoghi della Terra, con il compositore tedesco Johann Sebastian Bach presente con ben 3 opere, una in più del connazionale Ludwig van Beethoven. Molto importante il contributo dato dalla musica popolare, come il canto di iniziazione delle donne Pigmee dello Zaire, o il canto matrimoniale tipico della cultura peruviana o, ancora, la cosiddetta Canzone della casa dell’uomo della tradizione degli abitanti della Nuova Guinea.

Le due sonde, partite oltre trent’anni fa a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, sono tutt’oggi attive e continuano il viaggio verso il loro principale obiettivo, ossia varcare i confini del nostro sistema solare per fornire fondamentali informazioni ed immagini dei luoghi più remoti. Anche se il progetto di un eventuale ritrovamento di una delle due sonde da parte di una qualsiasi società extraterrestre è da considerarsi più un gesto simbolico che un’effettiva speranza, sarebbe senza dubbio curioso poter vedere la faccia che farebbe un giorno un alieno distante milioni di anni luce da noi al suo primo ascolto di Johnny B. Goode, magari mentre imbraccia una chitarra ed emula le celebri mosse che resero famoso Chuck Berry!!

In questi due link è possibile trovare tutti gli audio e le immagini contenuti nel Voyager Golden Record:

http://goldenrecord.org/sounds.htm
http://goldenrecord.org/images.htm

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