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The space clearing is in tha house!

Da Crudina
Pulizie di primavera: anche se non siamo nella stagione, sono come il Natale. Quando arrivano arrivano. Se ne sente l'impellenza, come se la casa in cui si vive fosse diventata una gabbia soffocante. Ma non è solo da acari e polvere che bisogna liberarsi. Il più pericoloso elemento è lui, il "superfluo", un ulteriore fattore stressante e ansiogeno per chi, come me, adora l'ordine. Capitano però periodi in cui le priorità sono altre e si comincia ad accumulare di tutto: fotocopie mai lette e appunti universitari, inviti a feste a cui non si parteciperà, volantini pubblicitari di offerte commerciali, giornali accatastati ed in bilico che nemmeno la Torre di Pisa…
Si vaga così per le stanze con le mani nei capelli, non sapendo nemmeno da dove cominciare per eliminare tutto quanto non serve o che è inutilizzato. Ma come sempre dalla rete salta fuori un vademecum in dieci mosse, estrapolato direttamente dalla cosiddetta pratica dello Space Clearing, quella "tecnica" che permette di imparare a gettare via tutto ciò che non serve più, che ingombra e che crea inutili volumi in una casa già di per sé stracolma.
Qualcuno potrebbe pensare che basti un raptus di follia per afferrare il tutto e riempire un sacco senza stare troppo a pensarci, invece può essere un momento a dir poco catartico per eliminare, assieme agli oggetti, anche un modo di pensare vecchio e ormai inutile.
È comunque quantomeno rilassante ammucchiare per terra l'inutile e mettersi a spulciare facendo una cernita di quello che va tenuto e quello che si può stracciare. È un vero piacere osservare come la montagnetta di roba inizia a calare, a prendere una forma più ordinata, ad avere un senso diverso e meno incompiuto. Vedere come gli scaffali iniziano a tornare ordinati, i fogli non saltano via come una molla impazzita ad ogni passaggio, i colori e le forma sono armonicamente amalgamate…
Iniziare a buttare via i giornali vecchi di mesi, se non anni,fermi immobili come una pesante zavorra che ci imprigiona in un passato che, spesso è volentieri, non corrisponde più alle persone che si è diventati. La scusa inutile che ci impedisce di guardare in faccia alla realtà e di gettare via quello che gli oggetti rappresentavano: una rassicurante quotidianità che non permette di lasciare spazio al nuovo e al diverso. Però, una volta cominciato, la sensazione di leggerezza è impagabile, sia nella propria casa, che diventa meno caotica, sia nella propria mente, perché si trova lo stimolo per apportare quelle modifiche da troppo tempo rimandate.
Per non parlare di Facebook... che gioia non dover più leggere status inutili o pagine zeppe di finti santoni mediatici...

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