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The Spatials – L’ultima frontiera

Da Videogiochi @ZGiochi
di Matteo "The_Unk" Lusso

Dopo il flop di Spacebase DF-9, che non è riuscito a raggiungere la qualità sperata, difficilmente ci saremo aspettati un titolo in grado di riproporre in maniera decente lo stile di gioco dell’ormai vetusto Startopia, dove al giocatore veniva data la possibilità di costruire e gestire una stazione spaziale. Il passo falso di Double Fine ha quindi lasciato spazio libero a The Spatials, gestionale fantascientifico, con alcuni elementi tipici dei GdR, prodotto dallo studio indipendente Weird and Wry, che è arrivato su computer attraverso la piattaforma digitale di Steam.

Senza titolo-1

Base dolce base

The Spatials è un gestionale a tema spaziale, in cui una grossa corporazione del 6° millennio ci chiama per dar vita ad una nuova base e stazione spaziale da espandere e migliorare, così da garantire la sopravvivenza e l’autosufficienza dei sui abitanti e visitatori, assieme alla possibilità di sbarcare ed esplorare differenti pianeti per completare le missioni e raccogliere le materie prime. La fase esplorativa risulta riuscita in parte, infatti gli elementi da GdR e strategico in tempo reale sono piuttosto blandi. La nostra squadra di sbarco, composta da sei membri, salirà di livello al completamento dell’obiettivo principale di ogni pianeta e si potranno ottenere anche nuove risorse da utilizzare nei processi produttivi della base, oltre alla possibilità di cambiare e utilizzare in battaglia diverse abilità speciali. Tuttavia si nota come quello dell’esplorazione non sia il tema centrale del gioco, ma piuttosto un riempitivo per permettere di ottenere le risorse necessarie e guadagnare punti esperienza. Infatti, le zone esplorabili sono delle mappe quadrate di dimensioni davvero piccole, generate casualmente, ma con fauna, nemici, strutture e stessi obiettivi molto ripetitivi. Inoltre non viene data una grossa importanza al lato strategico, visto che le abilità speciali – molto utili in battaglia – danno una marcia in più e anche nel caso in cui ad uno dei membri della nostra squadra venga svuotata la barra della vita, quest’ultimo diventerà semplicemente inabile ed inutilizzabile per qualche minuto e verrà mandato indietro alla base, senza rischiare di perdere il suo livello di esperienza.

Una particolarità di The Spatials risiede nel fatto che gli abitanti della nostra base, così come i visitatori, non hanno immediatamente bisogno di soddisfare tutte le loro richieste. Al primo livello basta la presenza di un dormitorio con sufficienti letti per potersi riposare, ma man mano che i nostri abitanti salgono di livello, oltre a diventare più efficienti nella costruzione, produzione e combattimento, avranno delle nuove richieste che vanno dal mangiare, bere, pulirsi, divertirsi, fino all’apprendimento. Ciò consente di pianificare più saggiamente la nostra base fin dall’inizio, senza dover creare frettolosamente piccole e mal piazzate stanze per soddisfare da subito tutti i desideri e richieste degli abitanti. Però, in futuro, questi aspetti dovranno essere appagati attraverso la costruzione di apposite stanze che potremo sbloccare attraverso speciali punti esperienza, ottenibili esplorando nuovi mondi, in cui, a seconda della zona scelta, sarà possibile disporre di differenti macchinari, utili per trasformare le materie prime rinvenute sui pianeti, in cibo e bevande commestibili da smerciare nelle aree ristoro, oppure in altri manufatti come souvenir da vendere ai visitatori della base, che hanno dei bisogni pure loro, e aumentare i nostri introiti. Il sistema di produzione è semplice ma efficace: ogni macchinario permette di scegliere cosa costruire e in che quantità deve trovarsi all’interno del magazzino prima di fermare la produzione, che automaticamente riprende non appena il cibo o i manufatti scenderanno sotto il limite da noi imposto, sempre che sia presente abbastanza materiale grezzo. La varietà di stanze disponibili è più che discreta e permette quindi di costruire basi veramente grandi ed efficienti. Un appunto negativo è però la scelta di non permettere di collegare direttamente fra loro due o più stanze, che costringe il giocatore a costruire corridoi per effettuare i collegamenti. Tuttavia in questi ultimi è possibile piazzare dei gate di sicurezza che permettono di limitare alcune zone della base ai non addetti ai lavori. Nel complesso l’aspetto gestionale, che più ci aspettiamo da un titolo fantascientifico come The Spatials, viene ampiamente rispettato. Purtroppo, poiché siamo difronte ad una produzione indipendente, vi sono delle assenze che seppur non fondamentali, avrebbero aiutato a rendere il gameplay ancora più vario. Non è possibile ruotare la visuale per poter osservare meglio la nostra base, e dato che fra ogni stanza deve sempre rimanere una casella vuota, in alcuni frangenti sarebbe risultato utile poter cambiare prospettiva. Inoltre i nostri abitanti non interagiscono fra loro e non possono uscire fuori dalla base utilizzando tute spaziali, così come non ci sono eventi casuali, soprattutto attacchi nemici con cui testare le difese della nostra base che infatti non son presenti. Nonostante queste assenze, dettate sia dalle risorse limitate dello studio e dall’impronta pacifica di questo titolo, quello che offre The Spatials è comunque fatto bene – durante la nostra prova non sono stati riscontrati gravi bug – ed è riuscito a colmare la nostra fame di gestionali spaziali che da anni non si vedevano sul mercato.

A livello tecnico, siamo davanti ad un titolo con una grafica interamente disegnata, con visuale isometrica, caratterizzata da umani ed alieni dalle forme buffe e stilizzate a sottolineare ancora un volta come si tratti di un titolo creato per divertire e non per rappresentare una simulazione nuda e cruda della vita nello spazio, infatti anche nei combattimenti a suon di laser e phaser, quando sconfiggiamo un nemico semplicemente sparisce. Si nota comunque una buona cura nella scelta dei colori e del design delle strutture e creature, che pur non spostandosi dai classici canoni della fantascienza risultano comunque originali. Purtroppo, anche in questo caso bisogna sottolineare come il gioco presenti un’interfaccia un po’ caotica, studiata più per il mondo mobile, nonostante sia stato rilasciato solo su PC e Mac, e a volte un po’ macchinosa, soprattutto negli spostamenti della nostra squadra di sbarco e nella selezione del nemico da colpire a causa dell’autolock non presente.

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