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The spirit eyes of Sedona

Creato il 09 maggio 2013 da Sara
The spirit eyes of SedonaCerti amici sostengono che sono un po' strega. Ad essere sincera proprio strega non vorrei, la parola evoca certe megere cattive e sdentate delle favole, però è vero che una certa sensibilità mi accompagna; il fatto è che ogni persona, casa, città, racconta una storia, sprigiona degli odori, delle sensazioni, un'atmosfera particolare che la contraddistingue e io cerco di essere attenta a cogliere  quel certo "non so che".
The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaPer esempio la prima volta che mi sono trovata a Cisternino sullo straordinario Tavoliere delle Puglie non ne sapevo niente, ma ho sentito subito che era un posto particolare, circolava una bella energia con quell'aria sopraffina, quegli ulivi secolari sulla terra rossa sotto un cielo limpido e terso. Solo in seguito ho scoperto che ci avevano fatto un ashram, luogo di ricerca spirituale e meditazione e a ben pensarci anche i monaci di casa nostra se ne intendono, non a caso chiostri e monasteri si trovano sempre in posti meravigliosi a conferma che il bello è un viatico non solo per gli occhi,  ma anche per lo spirito.
The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaMi è capitato di sentire questa stessa carica energetica quando dopo cime innevate e deserto hanno cominciato a sfilare i paesaggi intorno a Sedona. Verde brillante della vegetazione, formazioni immense di rocce rosse che più rosse non si può, un bello assoluto, un invito a un ammirato silenzioso stupore, come si fa a dire la magia che può comunicare interiormente un luogo?
The spirit eyes of Sedona
Fra queste riflessioni cammin facendo, Marco guida trangugiando caramelle a tutto spiano, mio fratello si diverte a contare  gli scompartimenti interminabili di un treno in lontananza che sembra venire inghiottito dalle rocce, ogni volta una media di cento carrozze, e Rita ci legge gli appunti della guida sulla zona.

The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaEffettivamente i luoghi parlano e quell'impressione iniziale di straordinarietà della zona viene confermata. Appena arrivati a Sedona, cittadina vacanziera piena di gallerie d'arte nel cuore del Red Rock Country, regione così chiamata per il colore ruggine dei tre strati di arenaria delle sue rocce risalenti a milioni di anni fa, è tutto un fiorire di centri spirituali, negozi che propongono minerali particolari, maestri e corsi, le esperienze "psichiche" più disparate e cartelli tipo: Sedona Metaphysical Spiritual Association, The Spirit Eyes of Sedona, Energy Healing, Shamanic Services, Angels Guides, Past Life Regression; si scopre che Sedona è un importante punto di riferimento per i seguaci della New Age che cercano qui illuminazione spirituale e eterna saggezza.
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The spirit eyes of SedonaMi intriga particolarmente la parola Vortex, Vortex Information, Vortex Tours di cui non so proprio nulla e che trovo scritta in ogni dove. I dépliants raccolti a Sedona e la ricerca su Google informano che i "vortici" di Sedona non sono creati da mulinelli d'acqua o di vento, ma sono fonti di energia che scaturisce dalla terra in certi punti particolari della zona. E' una lunga storia con cui non ho dimestichezza, rischierei di scrivere cazzate e di perdermi in meandri sconosciuti, ma per chi ne vuole sapere di più propongo il sito:  http://www.lovesedona.com/01.htm.
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E' comunque un fatto che anche chi anela alla ricerca nelle alte sfere della spiritualità non si nutre solo d'aria, per quanto sopraffina, e  ha bisogno di mangiare tre volte al giorno. Ecco perché nei giardini di un villaggio artigianale tutto ricostruito di Sedona oltre a manufatti indiani e oggetti New Age si trovano orribili sculture con targa del nome dell'artista e prezzo salatissimo di vendita.
The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaGiusto il tempo di vedere un tramonto e nuvole di fuoco che come una parure di gioielli fanno "pendant" con le rocce rosse di Sedona e poi la notte sopraggiunge al nostro arrivo a Phoenix. Se non fosse stato che dovevamo accompagnare all'aeroporto gli altri due nipoti David e Shirli che l'indomani mattina ripartivano per Milano, i giovani "lavorano" non sono mica pensionati fannulloni come noi, a Phoenix non ci saremmo andati e difatti di questa città abbiamo visto poco o niente se non qualche palazzo illuminato la sera, una riserva di cactus giganti vicino a un quartiere residenziale della città e l'aeroporto.
The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaSoggiorno troppo breve per un'impressione motivata, ma se è vero che i luoghi parlano, Phoenix non mi ha detto niente. Leggo sulla guida che alcuni considerano il deserto di Sonora nell'Arizona meridionale un luogo inospitale per le sue temperature altissime e per i suoi cactus come scheletri alti più di 12 metri, altri invece lo trovano un paradiso per la secchezza del  clima, la bassissima piovosità,  i suoi numerosissimi campi da golf e centri benessere, difatti è meta ambitissima quanto Florida e California per gli "anta" americani, ma la sottoscritta appartiene senz'altro a quelli che la pensano come la prima categoria. The spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaThe spirit eyes of SedonaPurtroppo mi sono accorta solo in seguito che nel passaggio "mordi e fuggi" ci siamo persi una bella occasione di visita perché Frank Llyod Wright ha costruito varie case a Phoenix e soprattutto nel 1937 a Scottsdale un vasto complesso di 600 ettari, Taliesin West, fino alla morte sua dimora nei mesi invernali, studio e scuola di architettura che immagino, secondo la cifra di Wright di "architettura organica", come integrazione straordinaria fra ambienti interni e l'esterno deserto di Sonora.   

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