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The Squeeze - Il racket dei sequestri

Creato il 08 agosto 2011 da Robydick
The Squeeze - Il racket dei sequestri1977, Michael Apted.
Stacy Keach/Jim Nabot :-”E' brandy. Lo sai per me è come se fosse una medicina.”
Teddy/Freddie Starr :-”Stronzate!”
Jim Nabot :- “Teddy, io sono un bevitore di Scotch -lo sai. Bevo il Brandy solo occasionalmente quando non sto bevendo.”
Merdelle Jordine (sì, purtroppo per lei si chiama proprio così, gran topa nera però)/Massaggiatrice di colore :-”Qui facciamo alcune belle cose.”
Jim Nabot :- “Davvero?”
Massaggiatrice di colore :-“VIP. In topless. “Tariffa speciale.”
Jim Nabot :-““Tariffa Speciale” -ora sì che sembra interessante. Quanto?”
Jim Nabot :-“Sei sterline? E' quasi più conveniente se lo faccio io stesso!”
Jim Nabot :- [completamente nudo, al bar della villa di Vic] “Ti dispiace se mi siedo Vic?”
Stephen Boyd/Vic :-“Oh, non so, ti sei pulito il culo, ultimamente?”
Alan Ford (grande e storico caratterista del cinema di gangster britannico)/Taff .-“Màh, io non lo avrei mai pensato, almeno non dallo stato delle sue mutande.”
Per la nostra rassegna dedicata ai più significativi e notevoli noir e polàr francesi questa settimana faremo un'eccezione nella quale far rientrare anche uno dei più notevoli film di gangster inglesi degli anni '70, nazione che insieme alla Francia e negli stessi anni ha dato molto al genere, con le sue storie di delinquenza proletaria dei famosi malavitosi londinesi degli anni '60 e '70 come, solo per fare due esempi tra i più fulgidi, “Il Mascalzone” (The Villain aka Villain)('72) di Michael Tuchner, con Richard Burton, o “Sitting Target” (Il Sanguinario)('71) di Douglas Hickox, con Oliver Reed, Ian McShane, Jill St.John; o come i veri e famosi Fratelli Krays poi portati sullo schermo memorabilmente da Peter Medak nel '90 e interpretati dai fratelli Kemp degli Spandau Ballet; stiamo quindi parlando di “Il Racket dei sequestri” (The Squeeze)('77) di Michael Apted, con Stacy Keach, Edward Fox, Stephen Boyd, David Hemmings.
Stacy Keach interpreta un ex-poliziotto alcolista in cerca di disintossicazione che riesce nel suo intento solamente una volta che la sua ex-moglie e la bambina di entrambi figlia vengono rapite. Per la maggior parte del film Michael Apted, all'epoca giovane regista semi esordiente e proveniente dalla pubblicità, fornisce un sacco di scene forti che rimangono molto impresse nella memoria dello spettatore, oltre che uno slang molto forte perfettamente mimetico con le robuste scene d'azione, sullo sfondo di una Londra grintosa. Sotto questa superficie abrasiva, la direzione di Apted persegue lo scopo di rendere plausibile la trama, anche se per come vengono gestite alcune scene di sordido contesto, ci viene suggerita una sensibilità anche troppo spiccata per l'esporre certi squallidi ambienti. Le interpretazioni, di un cast eccellente, sono molto buone a partire dalla forza istrionica e potente di Stacy Keach, l'unico attore americano del cast (ma che sfoggia in originale un quasi perfetto accento britannico-londinese), al famoso comico televisivo inglese Freddie Starr (questo è il suo unico film per il grande schermo, dopo una piccola parte in un altro film sul finire degli anni'50) il quale svolge il suo ruolo anche importante, sorprendentemente bene, mentre David Hemmings (Keith) e Edward Fox, -entrambi i quali non hanno alcun bisogno di presentazione-, si vede che si trovano alquanto a loro agio nei ruoli per loro diversi, di villain. Probabilmente però, il migliore di tutti, nel suo penultimo film pochi mesi prima della morte, è Stephen Boyd, il celeberrimo Messala di “Ben Hur” ('59) di William Wyler.
L'alcolista ed ex detective di Scotland Yard Jim Naboth (Stacy Keach) ha appena lasciato -fuggendone- una clinica di disintossicazione, quando la sua ex-moglie Jill (Carol White) che ha un nuovo compagno, il ricco padrone di una compagnia di servizi di sicurezza e portavalori Foreman (Edward Fox), viene rapita insieme alla figlia di lei e Naboth. Per entrambe i banditi chiedono un riscatto, 1 milione di £, che verrà trasportato da uno dei furgoni blindati della compagnia. Con Nabot fa coppia d'azione il suo amico “salvatore” e piccolo truffatore Teddy (Freddie Starr), e insieme si mettono in cerca d'indizi per loro conto. Intanto, i criminali fanno una richiesta ulteriore a Foreman -cioè che egli faccia attirare in una trappola Nabot affinchè possano ucciderlo, visto che sta risalendo a loro. Ma Foreman e Teddy trovano un modo di fingere la sua morte. Chi sta dietro al rapimento e all'architettura del colpo è il viscido e mellifluo boss del crimine l'irlandese Vic (Stephen Boyd), che per ottenere il riscatto ricatta Foreman per essergli complice nella rapina in preparazione alla sua azienda di sicurezza.
Tornando al film e alla regia di Apted, è già presente da questa pellicola in poi tutta la grande versatilità da regista cinematografico dell'autore inglese, che precedentemente a questo aveva realizzato per i cinema “Stardust - Polvere di stelle” ('74) con Adam faith e David Essex, bellissimo, e il giallo di ambientazione anni '20 certo anche molto “british” “Il Segreto di Agatha Christie” (Agatha)('79) con Dustin Hoffman e Vanessa Redgrave, mentre questo “The Squeeze” è al contrario un thriller d'ambientazione “londinese-centrico”, consapevolmente grintoso e pieno di situazioni “sporche” e sgradevoli, ciò nella misura in cui certo gli spettatori dell'epoca potessero essere “ancora” candidi come gigli.
Realizzato come un incrocio ancora più “sfatto” e disincantato tra il capolavoro gangsteristico anni '30 di Robert Aldrich “Grissom Gang- Niente orchidee per Miss Blandish” (The Grissom Gang)(Usa '71), e quello “Britgangsters” celeberrimo di “Carter” (Get Carter) (anch'esso del '71) di Mike Hodges, con Michael Caine in uno dei suoi ruoli più celebri e riusciti, “The Squeeze” prefigura anche la brutalità della malavita inglese anni'80 così ben mostrata da John Mackenzie in “The Long Good Friday” (Quel lungo Venerdì Santo, aka Quel lungo venerdì maledetto) ('80) con Bob Hoskins e Pierce Brosnan, Helen Mirren, Eddie Costantine [...].
Questo “The Squeeze” mixa e distilla molto bene l'atmosfera delle strade multiculturali della Gran Bretagna al sudiciume thatcheriano della reazione e dell'impoverimento e emarginazione delle classi sociali più deboli, già allora incombente. Significativamente ottiene questo attraverso la base di un romanzo scritto da un ex reporter del Daily Mirror, e possiede molto gustosamente lo squallido e vero sapore degli ambienti criminali e malfamati in cui è ambientato con grande sapienza visiva e stilistica.
Richard Harris rifiutò il ruolo di Jim Nabot.
Napoleone Wilson
Robydick:
Video ricchissimo per la rece di oggi, con un pezzo del 1977, stesso anno del film, per dare la carica: AC/DC con "Let there be rock".
Il rock s'accompagna sempre bene, a tutto.

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