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Chi l’avrebbe mai detto che Lynch, l’autore morboso, per eccellenza, già principe della perversione grazie a Velluto blu, Strade perdute e non di meno Twin Peaks, sarebbe stato capace di dirigere un film spiazzante come una storia vera? Ebbene sì, lo ha fatto, un film che parla della lentezza della natura, dei suoi ritmi, del suo tempo.
Credete che sia solo questo l’argomento? Vi sbagliate perché in Una storia vera c’è molto di più di questo, innanzitutto è una sintesi sul valore della famiglia, degli affetti, valori in cui oggi la gente non crede quasi più, il simbolo della riconciliazione tra fratelli, descritto attraverso la campagna che fa da sfondo al viaggio di Alvin, sul suo tosaerba. Come un quadro di Monet, il suo è un viaggio per riappacificarsi con suo fratello, che ha da poco subito un infarto, e rimettere apposto le cose.
La bellissima colonna sonora di Angelo Badalamenti fa da sfondo a questo piccolo grande capolavoro. E' la semplicità, che viene descritta in maniera magistrale da un autore che si mette in esame con il suo pubblico. Ben presto lo farà con un'altra opera ben più sperimentale di questo film, INLAND EMPIRE con la quale si dice ha chiuso la sua carriera cinematografica. Badalamenti descrive in musica la semplicità della natura e della vita, la pace, i rimpianti, l’amore di una figlia verso il padre, e un padre che descrive il suo grande dolore.
Magistrali Sissy Spacek (Rose) e Richard Farnsworth (Alvin) che riescono ad esprimere con pochi gesti grandi emozioni, Lynch filma tutto in silenzio, lasciando che siano loro a far parlare i loro sentimenti, come fosse un ammiratore che filma il suo attore preferito quando è particolarmente ispirato. Farnsworth, per questo ruolo ottenne una candidatura a l’oscar. Sottolineo che è stato l’ultimo ruolo della sua carriera di attore, perché è morto suicida, dopo aver scoperto di avere un cancro incurabile.
Lynch, allontanandosi dai suoi consueti temi, ha diretto un opera di grande semplicità e di grande poesia, un film estremamente emozionale, perché riesce a parlare al cuore della gente. Tra le scene migliori cito quella in cui Alvin e Rose guardano le stelle di notte, il silenzio, la soavità emozionante della scena, poi quella in cui Alvin incontra la ragazza incinta, in cui lui le dice di tornare a casa, che è meglio, e le racconta la storia dei rametti di legno legati assieme, se un rametto è da solo si spezza facilmente, ma se è unito, e legato non si spezzerà mai, quella è la famiglia, e quella in cui incontra il prete e gli chiede che strada prendere per andare a trovare suo fratello, il prete conoscendo il fratello glielo dice.
Guardando Una storia vera, ci accorgiamo come Lynch sia ispirato. Anche se il film lo ha scritto la sua compagna di allora Mary Sweeney, con la sua regia ha voluto mostrare il suo lato più umano e solare, la fotografia magistrale, ne disegna la bellezza della natura, e come ho detto poco fa sembra davvero di avere un quadro davanti, chi l’avrebbe mai detto che Lynch sarebbe stato capace di parlare di riconciliazione, di amore, di tolleranza? Ebbene sì, lo ha fatto, e magistralmente direi, perché come disse Alvin nella scena più divertente del film a quei due gemelli che litigavano quando gli si è guastato il tosaerbe sempre, un fratello è un fratello, sa chi sei e cosa sei meglio di chiunque altro e riesce persino a mercanteggiare con loro.
In quel paesaggio bellissimo Lynch descrive un umanità affascinante, a contatto con una natura pacifica e solare, descrive la vita esattamente come è, senza troppi fronzoli o giri di parole, i rancori, le tristezze, i litigi, la voglia di ricominciare, di riappacificarsi, di voltare pagina. C’è un susseguirsi meraviglioso di situazioni, di riconciliazioni che fa da sfondo alla storia, il tutto potrà sembrare la classica storia noiosa, invece non è così, il film è un capolavoro, perché tocca temi ormai dimenticati dall’uomo, ed è un bene riuscire a fermarsi per ascoltare, per imparare, prima di giudicare, Alvin, questo vecchio che cammina su un tosaerbe, a cui i medici gli dicono che non può guidare perché ormai è malato. Non si tira indietro, va da suo fratello, perché è la cosa più giusta da fare, anche se il viaggio dura tantissimo tempo non importa. La cosa importante, e fondamentale, è riuscire a guardare le stelle con suo fratello come succedeva da ragazzi, ed è la cosa che farà non appena lo raggiungerà.
CAPOLAVORO
ArwenLynch
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