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La trama (con parole mie): un uomo bianco che ha appena tentato il suicidio cercando di lanciarsi sotto il Sunset limited viene tratto in salvo da un nero che lo conduce nel suo appartamento con l'intenzione di dare una spiegazione al gesto del suo ospite e tentare di redimerlo attraverso la fede.
Ma il suo interlocutore si rivelerà ben poco propenso a cambiare la propria posizione rispetto alla vita, alla morte e ai massimi sistemi a proposito dei quali i due protagonisti si confronteranno in una vera e propria battaglia spirituale e verbale destinata ad avere ripercussioni sull'anima di entrambi.
Come ben sa chi è solito frequentare questo mio saloon, il lavoro di Cormack McCarthy gode, tra queste quattro mura, di grandissima stima: il granitico romanziere di Rhode Island, autore di veri e propri Capolavori quali Meridiano di sangue, The road, Cavalli selvaggi e Suttree si dedicò, in concomitanza con la ribalta di Non è un paese per vecchi e, per l'appunto, La strada, alla stesura di una sorta di piece teatrale all'interno della quale confrontarsi con le sue due anime, quella di uomo ormai nel pieno della vecchiaia, razionalmente alle prese con i bilanci dell'esistenza e profondamente razionale e l'opposto punto di vista di chi ancora crede in Dio e nell'Uomo, nella vita e nella speranza di poter costruire qualcosa anche dalle macerie.
Lessi Sunset limited nel pieno di una giornata estiva di stasi lavorativa, in un paio d'ore, e mi parve un lavoro clamorosamente intimista e, forse, benchè assolutamente potente e ben scritto, più autoreferenziale che non pensato per comunicare con l'esterno: una sfida sicuramente non da poco per chiunque avesse deciso di riproporla a teatro così come sul grande schermo.
A raccogliere il guanto ci ha pensato Tommy Lee Jones, autore del magnifico Le tre sepolture - che l'ha fatto balzare molto in avanti nella classifica di gradimento fordiana rispetto a quanto avesse mai fatto come attore -, prodotto dalla stessa Hbo di cose pregevoli come Game of thrones e True blood, per un "one shot" destinato al piccolo schermo e a fare incetta di premi nella sua categoria non appena riprenderà la stagione delle celebrazioni, in autunno.
La qualità del lavoro è indiscutibile, sia rispetto alla scelta di una messa in scena clamorosamente teatrale sia pensando alle due ottime interpretazioni dei protagonisti, per non parlare, ovviamente, della scrittura, fitta e densa, drammaticamente priva di speranza eppure, a tratti, travolta da una fede incrollabile e perfino da qualche sorriso.
Eppure, qualcosa non torna nella resa finale dell'opera, e quella che a prima vista potrebbe apparire come una piccola gemma profondamente autoriale diviene una sorta di compito portato a termine nel più canonico dei modi, senza alcun picco e completamente riparato - o si dovrebbe dire nascosto!? - dietro la prosa del vecchio Cormac, così come era accaduto alla trasposizione del già citato Non è un paese per vecchi da parte dei Coen.
Ottimo lavoro, ottima confezione, ma nessuna vera e propria esplosione di originalità: il tutto come appariva come soffocato dalla mole dello script originale e del romanzo - in questo caso, della piece -.
E' dunque responsabilità di McCarthy se le rappresentazioni su schermo delle sue opere non dicono nulla di più a chi ha già avuto modo di assaporarle sulla pagina scritta?
Stiamo parlando del primo caso di visione consigliata "al contrario"?
Devo davvero accarezzare l'idea di dire "se vuoi gustarti Non è un paese per vecchi o Sunset limited sarebbe meglio che prima vedessi i film, e dunque ti dedicassi ai libri"?
Difficilmente questo accadrà, ma resta indubbio il fatto che, nonostante l'impegno e l'occhio ispirato di Tommy Lee Jones, la sua interpretazione - così come quella di Samuel Jackson -, una fotografia che ricorda i quadri di Hopper ed una sceneggiatura praticamente già pronta - e che sceneggiatura! -, Sunset limited resta un'algida esibizione di talento indiscutibile incapace di avvincere e giungere davvero al cuore dello spettatore.
In questo modo, il rischio che il fatale treno continui a rappresentare l'ideale della fine inseguito dal professore bianco è così tangibile da farci quasi sentire il fischio della locomotiva.
Resta da vedere a cosa - o a chi - ci aggrapperemo per cercare un pò di salvezza.
MrFord
"To all the people doing lines
don’t do it, don’t do it
inject your soul with liberty
it’s free, it’s free."The Cranberries - "Salvation" -
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