In questo albo, che raccoglie gli episodi #25 – #28, scopriamo la comunità di sopravvissuti di Woodbury e il sistema di gestione del potere del suo capo, il Governatore, basato su intrattenimento e violenza. Ecco quindi il primo vero villain di peso, e per ora monodimensionale, attorno al quale Robert Kirkman condensa una sorta di minisaga, con fuoco al di fuori del gruppo di Rick.
Le questioni dello sviluppo di un nuova morale, individuale e politica continuano a nutrire l’intreccio con abbondanza di spunti, che tuttavia Kirkman mette sulla pagina con una certa rigidità combinatoria. Nello sviluppo della vicenda si intravede lo schema costruttivo (tot di scene di dato tono, tot di scontri, eccetera), lasciato emergere dal didascalismo di certi momenti, quali il dialogo fra Lori e Carol all’inizio del volume. Così, la natura del regime di Woodbury è svelata senza sfumature tramite un monologo che ne illustra i principi, piuttosto che attraverso un’indagine/esplorazione: abile nella costruzione di scene (azione e atmosfera), Kirkman mantine una visione di corto respiro e il criterio di scelta degli sviluppi sembra infatti quello di accumulazione. Motivazione ragionevole è che in questa fase Kirkman cerchi di estendere il più possibile il pubblico, introducendo situazioni e tematiche d’effetto da poter testare e gestire in pochi episodi. Il risultato è una narrazione molto veloce ma che resta alla superficie delle cose.
Abbiamo parlato di:
The Walking Dead #7 – Benvenuti a Woodbury
Robert Kirkman, Charlie Adlard
Traduzione di: Andrea Toscani (Libr@ary Mouse)
Saldapress – Maggio 2013
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,90 €
ISBN: 97228106800030007
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