“The White Rose” è il secondo libro della serie “The Lone City” di Amy Ewing, il cui primo volume dovrebbe uscire in italiano questo autunno per Fabbri Editore. Incerta alla fine del primo libro, dopo un cliffhanger di quelli epocali, non potevo esimermi dal leggere anche il sequel, non quando HarperTeen mi ha offerto l’opportunità di leggerlo in anteprima. In uscita il prossimo 6 ottobre, mi ha lasciato incerta per gran parte del tempo, ma con l’ennesimo colpo di scena finale, mi ha convinto di nuovo.
Violet è in fuga. Dopo che la Duchessa del Lago ha beccato Violet con Ash, l’accompagnatore assunto al Palazzo del Lago, Violet non ha altra scelta che scappare dal Gioiello o affrontare una morte certa. Così insieme a Ash e alla sua migliore amica, Violet scappa da un’intollerabile vita di schiavitù. Ma nessuno ha detto che abbandonare il Gioiello sarebbe stato facile. Mentre si fanno strada attraverso i vari cerchi della Lone City, le guardie seguono ogni loro mossa e il trio riesce a malapena a raggiungere la salvezza incolumi, in una misteriosa casa nella Farm. Ma c’è una ribellione in atto e Violet se ne ritrova al centro. Insieme ad un nuovo alleato, Violet scopre che le sue Anguries sono molto più potenti di quello che ha sempre immaginato. Ma è abbastanza forte da fronteggiare il Gioiello e tutto quello che ha sempre conosciuto?
Il secondo volume di una trilogia è sempre un azzardo. Dopo un inizio promettente e adrenalinico, ricco e appassionante, le aspettative sono sempre alle stelle, il lettore infatti è alla ricerca di quelle stesse emozioni, di una storia che sia all’altezza del precedente volume. La crisi del secondo volume è una realtà pericolosa, e questo libro se ne salva a malapena. Ha tutte le caratteristiche di una storia di passaggio, un pezzo di percorso che deve portare da qualche altra parte. Effettivamente se ci si sofferma ad analizzare la situazione, fondamentalmente non succede niente di eclatante. Certo Violet scappa dal palazzo della Duchessa (anche troppo facilmente a mio avviso), affronta pericoli inimmaginabili per sfuggire alle grinfie di una società che usa i surrogati in maniera offensiva e pericolosa, si raggiunge la fattoria che le permette di scoprire la verità sulla città in cui abita, ma effettivamente l’azione è relativa. Tutti gli elementi si concentrano nello sforzo di preparare le basi per l’ultimo volume, in cui spero che la Ewing sia in grado di fare il botto. La storia ha così tanto potenziale, ma è abbastanza scontata, ogni passo in qualche modo già visto, fin dalle prime pagine. Violet poi è l’emblema dell’eroina degli young adult, inetta a vivere, finché qualcuno non le apre gli occhi. Solo in apparenza forte e coraggiosa, ma inevitabilmente un peso da trascinarsi con il suo finto buonismo e le sue auto recriminazioni. “E se non fossi forte abbastanza?” è la domanda che pone e si pone più spesso, distruggendo la speranza di vederla coscientemente in azione. Si ha un potere speciale, perché è lei la prescelta, ma effettivamente, continua ad appoggiarsi agli altri per superare i momenti di crisi, sempre più frequenti, e le sue fughe incerte. Tutti continuano a guardare a lei come la salvatrice, eppure lei non fa niente, tranne lamentarsi. Anche da Ash mi aspettavo di più, anche lui non fa altro che lamentarsi per il suo triste destino da accompagnatore, è un frustrato che non riesce a prendere in mano la sua vita, troppo accondiscendente, troppo debole, troppo ignaro di ciò che sia davvero importante. Segue Violet, dichiarando sentimenti incommensurabili eppure concretamente non parlano mai di quello che provano. Il loro è un rapporto dato per scontato, eppure, alla fin fine non c’è nulla di concreto. Chi mi è davvero piaciuto in questo volume è Garnet, a cui non davo un soldo di fiducia e che invece è riuscito a sorprendermi con un atti coraggiosi, con il suo solito sarcasmo e con la sua volontà di cambiare le cose. Anche Raven è incredibilmente affascinante, e forse è proprio lei la vera forza del libro e di Violet. Con i suoi atti disinteressati, con il suo corpo e il suo spirito provati dal periodo trascorso nella Casa delle Pietre, mi ha colpito tantissimo, regalando sempre delle belle sensazioni.
E da un certo punto di vista il mio personaggio preferito resta Lucien, che già adoravo in “The Jewel” ma che qui ha davvero dato il meglio di sé. È un personaggio incredibilmente vero, un personaggio affascinante e meraviglioso, che non credevo di amare così tanto, proprio per le sue debolezze, i suoi difetti, le sue peculiarità.
Il world building lascia un po’ a desiderare, si tratta di una società distopica incredibilmente preoccupante, con la tirannia dei componenti del Gioiello che si impongono sui deboli e i poveri, ma per fortuna abbiamo molte risposte e il quadro diventa più particolare. La parte fantascientifica poi si unisce sempre di più a quella fantasy, con un mix che si fa apprezzare soprattutto nella seconda parte, quando la fuga ha fine e si inizia a delineare meglio il ruolo di Violet.
Il particolare da non dimenticare? Un comparto segreto…
Un secondo volume un po’ sottotono, con degli spunti interessanti, che prepara allo scontro dell’ultimo capitolo della trilogia. In uscita il 6 ottobre, scorre via veloce verso un epilogo sconvolgente, che non mi sarei mai immaginata.
Buona lettura guys!
Ringrazio immensamente HarperTeen e Edelweiss per avermi regalato la meravigliosa opportunità di leggere questo libro in anteprima in cambio della mia onesta opinione. Vi adoro!
La serie “The Lone City”:
- The Wishing Well (A deleted scene from The Jewell)
- The House of the stone (novella su Raven)