Ciao a tutti, come state? Spero bene, io sono più morta che viva e per ripigliarmi di questa settimana senza tregua mi sono data ad un po' di cinema, con un coraggio che non credevo di avere (detesto le storie senza lieto fine), mi sono guardata La città proibita di Zhang Yimou, la seconda stagione di Bones e anche il famigerato The Young Victoria, con un po' di anticipo sui tempi ^_^
Dopo averlo visto mi sento finalmente pronta per scriverne una recensione adeguata.
Devo ammettere che avevo molte aspettative su questo lungometraggio e giudicavo le pretese davvero significative, tuttavia, alla fine anche questo si è rivelato un fallimento, sembra che nessun regista, ma soprattutto nessuna attrice riesca a calarsi nella parte della Regina Vittoria, o forse sono io che faccio troppe storie perchè sono molto appassionata della vita di questa donna e quindi anche molto schizzinosa sui prodotti commerciati che la riguardano.
La trama del film, credo che ce la potremo risparmiare, riassumibile come la storia di Vittoria dai suoi diciotto anni fino alla nascita del primo figlio.
Della serie: cosa volevano raccontare?
La salsa in cui è proposto il film è chiaramente romantica. Ma se posso perdonare al regista questa caratteristica, dopotutto l'amore esiste per tutti e anche per i re, più difficile mi riesce tollerare l'atmosfera veramente noiosa, il fatto che non abbia assolutamente un filo conduttore, che la storia di Vittoria e Alberto sia analizzata appena, quasi un pretesto, e poi mezza dimenticata: io credo che se si vuole fare un film su due innamorati questi dovrebbero essere al centro della sceneggiatura, invece qui Alberto è un po' dimenticato, poco approfondito, se non addirittura sminuito.
Olre alla vena assai nascosta di romanticismo che pervade l'intera pellicola, tutto il film risulta un po' troppo modernizzato, specie nella figura di Vittoria, per essere credibile al 100%, ma facciamo anche al 50...
Comprendo che senza un punto di incontro tra i lettore e la storia questi non apprezzerà a sufficienza il film.
Purtroppo questo punto d'incontro nel cinema moderno sembra dato solamente dalle problematiche dei protagonisti;questo è ignorabile per un film contemporaneo (dove invece le problematiche sono sempre delle più assurde) ma per uno storico, dove i personaggi vivono in un'epoca diversa, di sicuro molto differente dalla nostra per usanze, costumi e tradizioni, e questo blog ne è una prova, è un po' ridicolo pensare che Vittoria possa aver avuto i pensieri e le problematiche di una diciassettenne moderna.
Nell'Ottocento, vorrei ricordare, non si parlava di sesso in pubblico, non si facevano scenate, non ci si comportava senza contegno e così via, tutte cose che questo film sembra essersi dimenticato.
Finale insipido.
Slang da terzo millennio???
Una cosa che mi ha lasciata particolarmente perplessa è stato il modo di parlare degli attori, non so sei sia un problema della sceneggiatura originale o del doppiaggio itialiano (voglio sperare che sia quest'ultimo visto che fa sempre più schifo e una volta non più non cambierebbe molto...), fatto sta che Vittoria ed Alberto, così come Lord Melbourne e anche gli altri attori si parlano confidenzialmente e colloquialmente senza avere la minima idea di cosa fosse il rispetto dovuto dalle parole.
Sarò io che, studiando coreano e, quindi, anche tutta la complessa struttura della frase dalla meno alla più formale sono più sensibile a questo tipo di approccio linguistico, ma francamente darsi del TU mi sembra un po' eccessivo, in particolare se a farlo è l'amante della madre di lei, il patrigno, insomma (O.o') una persona del tutto priva di autorità. Senza contare che anche in famiglia, nelle più strette intendo, non era scontato darsi del tu o parlare informalmente con gli altri parenti...
Penso che se ad un certo punto Alberto si fosse rivolto a Vittoria con una frase del tipo
Ah Vitto', stai scialla che qui tanto non ti tirerò mai il pacco!
Se ti servo mandami un mess
Insomma, una parodia alla Zelig. Non mi sarei stupita più di tanto, il tono delle conversazioni meno drammatiche era su questa scia.
Dal punto di vista del pathos, la drammaticità era assolutamente inesistente, ma ammetto che Rupert Friend ha dato vita ad un principe Alberto malinconico che ho particolarmente apprezzato.
Oltre a questo, gli autori sembrano credere che basti una parolina forbita qua e là per dare un certo tono alla conversazione, uno stratagemma deprecabile a dire poco, specialmente visto che il livello dei discorsi è peggio di quello di un bambino di seconda media.
Ricordo una battuta da C'è post@ per te, il mio film preferito dove Meg Ryan, che interpreta una libraia di nome Kathleen Kelly, dice a Tom Hanks, alias Joe Fox, imprenditore rampante, di leggere assolutamente Orgoglio e pregiudizio, avvalorando il suo consiglio dalla seguente frase:
Un lessico da perdere la testa, parole come: laddove... iattura... tripudio... leggilo, sono sicura che ti piacerà!
Ebbene, qui siamo messi molto peggio, le parole forbite sono: "assai",
Carenza storica
Se qualuno riesce a trovare il filo conduttore della storia, per piacere me lo faccia sapere, io non sono riuscita a trovarlo. Seguo anche io il fatto che sia la storia della "prima" Regina Vittoria, della sua giovinezza sul trono e di alcuni suoi errori, ma in effetti il film mette un sacco di carne al fuoco e non approfondisce nulla: vuole parlre della sua posizione politica, dei suoi errori, della sua situazione famiglia, del suo rapporto con Alberto e così via, senza però addentrarsi troppo nell'uono o nell'altro e facendo in modo che le tre situazioni si risolvano tutte grazie all'altra, in un processo fin troppo usato al cinema, ma poco adatto ad una pellicola storica, per di più ispirata a fatti reale.
L'attendibilità è abbastanza curata, se si esclude il pezzo riguardante l'attentato. Anche l'arrivo della notizia della morte del re è trattata, secondo me, con eccessiva superficialità, così come credo che sia un po' forzato il triangolo madre-amante di lei-Vittoria.
E hanno saltato a piè pari la parte dell'incoronazione, che forse non era poi così secondaria. Insomma, il trailer vale molto più del prodotto finale.
Attori
Gli attori, sarò sincera, non mi sono piaciuti.
Nell'analisi delle locandine, ricorderete, mi ero dichiarata a favore di una Emily Blunt nei panni della Regina, ma guardandola recitare mi sono accorta che proprio non ci siamo: meglio rimandarla ad un ruolo alla segretaria di Miranda ne Il diavolo veste Prada perchè la nostra attrice non possiede l'autorevolezza di una sovrana, tantomeno una capacità di recitazione raffinata a sufficienza per interpretare quel ruolo.
Senza contare che Emily sembra più grande della sua età (per non dire vecchia, visto che ha meno di dieci anni più di me ^_^) e dimostra espressioni ed atteggiamenti che non si confanno molto ad una regina appena diciottenne alle prese col primo amore e così via, la vedrei piuttosto nel ruolo della donna in carriera alla Diane Keaton in Baby Boom.
Rupert Friend, invece, ha interpretato un affascinante quanto malinconico principe Alberto (per piacere, chiamatelo Sassonia Coburgo Gotha e non Sax Coburg Gotha come nel film, è orribile -.-'), esattamente come nella realtà, a lui è stato dato poco spazio, qualche accenno, riferimenti. Tutto troppo veloce.
A differenza di quanto accaduto con Emily Blunt, ero perplessa sulla scelta di questo interprete, avevo visto delle foto su internet e, cadaverico com'era, con le guance scavate e le occhiaie marchiate sembrava pronto per Intervista col vampiro.
Invece Alberto è un bel personaggio, dolce, gentile, appassionato di musica (adora Schubert); direi che è l'interprete più fedele di tutti, una pedina nel film e nella vita reale come lo è stato il principe consorte tra le grinfie di Leopoldo re del Belgio e dei suoi molteplici parenti.
Quando suona mi fa perdere la testa, in questo ruolo (e solo in questo, badate ^_^) potrei quasi direi che me lo sposerei anche io.
Per i personaggi secondari sono piuttosto delusa: Lord Melbourne fa solo la figura del dongiovanni, quando invece è stato anche un discreto Primo Ministro, qui sembra che agisca solo in funzione dell'amore che Vittoria probaba per lui, infatuata come una ragazzetta, ma in realtà l'appoggio della Regina al suo partito era puramente ideologico e sono ben poche le calunnie che affermano che lei avesse una relazione con l'uomo, sebbene il loro rapporto fosse stretto e le sue idee ben conosciute.
Poi c'è la madre: la detesto con tutta me stessa, ma ammetto che ha interpretato con devozione la sua parte e per questo non posso lamentarmi.
La cameriera di Vittoria appare decisamente troppo autoritaria perchè sia credibile, in compenso, cosa non detta, è veritiero il suo comportamento perchè non era semplicemente una cameriera, ma una delle intriganti più ficcanaso del regno e co-autrice del progetto che ha visto la sua conclusione nel matrimonio di Vittoria e Alberto.
Poi c'è l'amante della madre, forse lo avrete riconosciuto è lo stesso che interpreta il cattivo di Sherlock Holmes, ma in quest'ultima parte è stato più credibile e decisamente un attore migliore, mentre qui è solo un violento (e frustrato), il solito poveraccio che pretende di diventare qualcuno manipolando i potenti con la scusa della famiglia e dell'intimidazione.
Il Re d'Inghilterra ha l'aspetto un po' troppo da contadinello perchè sembri davvero un monarca e le sue sfuriate contro la madre di Vittorian decisamente poco credibili e poco degne di un sovrano.
Leopoldo re dei Belgi, anche se non ha lo spirito di recitazione, fa la sua parte senza lode e senza infamia.
Infine il fratello di Alberto, l'unico personaggio dotato di cervello in tutto il film e anche l'unico che dica cose sensate. Si vede che è fratello del futuro principe consorte perchè Alberto è l'altro personaggio che esprime un briciolo di buon senso.
Parallelismi con Marie Antoinette
Il costumista di The Young Victoria aveva dei seri problemi, di tutti gli abiti indossati da Vittoria e dagli altri personaggi, non ce n'è uno apprezzabile, in compenso si sprecano gli effetti speciali che scimmiottano il film di Sophia Coppola, del tutto fuori luogo.
Il parallelismo casca fin dal primo momento, considerando che le due donne, i due periodi e le due culture erano quasi diametralmente opposti.
Se Maria Antonietta era il simbolo del lusso, dello sfarzo e dell'eccesso, forse per compensazione del suo triste, vuote e deprimente matrimonio francese, Vittoria incarna l'ideale di moglie e madre devota, guida ferma e salda di un Paese che non si lascia trascinare allo sbando, che non eccede. E felicemente sposata con nove figli.
Nel caso di Maria Antonietta è stat lei, l'Austriaca ad andare alla corte di Francia per sposare il Delfino futuro Luigi XVI, mentre per Vittoria è stato Alberto, un tedesco della casata dei Coburgo Gotha a spostarsi, ecco quindi che il ruolo di queste due donne, già dal punto di vista storico (e soprattutto per quello) è diversissimo.
Perchè quindi cercare di accomunarle richiamando alcuni effetti del film sulla regina di Francia, ben sapendo che non si sarebbe potuta ricreare la stessa atmosfera e frizzantezza?
Non è un po' come darsi la zappa sui piedi?
Naturalmente tutto quello che ho scritto in questa recensione è una mera opinione personale. Al film The Young Victoria darei un 6, con riserva.
Guardatelo se non avete di meglio da fare, non è rilassante perchè la storia non ha un filo conduttore, ma per passare il tempo credo che vada bene. Assolutamente sconsigliato chiedere ad amici e fidanzati/e di guardarlo con voi, si annoierebbero soltanto.
Ora scappo, spero che non ve la prenderete se sono stata così caustica con quest'opera.