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Non so voi , ma io quando solo leggo nelle sinossi dei vari film un qualcosa che li faccia avvicinare ai paradossi temporali e ai viaggi nel tempo, scatta l'impulso irrefrenabile alla visione.
E così è stato per questo Thermae Romae, film giapponese tratto da un manga scritto da Mari Yamazaki e incredibile successo al box office giapponese ( secondo posto assoluto del 2012 con un incasso di circa 75 milioni di dollari ), già presentato con successo al Far East di Udine e in attesa di una distribuzione italiana.
A mio parere ci sono due modi per fare un film sui viaggi del tempo: o cercare di annodare scientificamente tutte le fila del paradosso temporale oppure fregarsene beatamente e pensare solo al divertimento sfrenato usando l'espediente del confronto delle varie culture in epoche diverse.
Thermae Romae fa parte del secondo tipo di film: nessuna pretesa di credibilità ma tutto viene usato per rendere lo spettacolo più fruibile per il grosso pubblico senza arrivare mai alla volgarità gratuita che sembra sia l'unico grimaldello ( almeno dalle nostre parti ) per divertire la platea.
Del resto far interpretare a giapponesi le parti più importanti anche per quanto riguarda gli antichi Romani ( il protagonista interpretato da Hiroshi Abe, da più parti definito il Raul Bova nipponico ma ha recitato anche per Hirokazu Kore-eda, che comunque a vederlo non è un giapponese tipico, molto alto e ben messo fisicamente oltre che dotato di indubbio sex appeal nonostante sia arrivato quasi alle 50 primavere, l'imperatore Adriano, Antonino) e lasciare a caucasici le parti di contorno e le comparsate è testimonianza del fatto che Thermae Romae non ha alcuna pretesa di essere qualcosa di plausibile.
Il film dell'esperto Hideki Takeuchi è una macchina da intrattenimento perfetta: ottime ricostruzioni dell'antica Roma in parte digitali ma in parte fornite da Cinecittà dove è stato girata una parte consistente del film, situazioni paradossali gestite con tempi comici perfetti, un continuo confrontare gli usi e i costumi dell'antica Roma, catturata in un periodo di assoluta opulenza ed edonismo sfrenato, con quelli del Giappone odierno, popolato di arrivisti senza scrupoli e in cui la creatività di ognuno fa fatica ad emergere.
La molla della comicità è scatenata soprattutto dalle situazioni assurde in cui si viene a trovare Lucius quando è catapultato nel Giappone di oggi, dal suo latino maccheronico e dagli incontri con la buffa Mami.
E proprio per questo i suoi viaggi nel tempo sono reiterati nel film annunciati dagli intermezzi in cui è protagonista uno strano cantante lirico.
Col procedere del film si perde l'effetto sorpresa e la comicità risulta meno efficace in quanto ripetitiva ma poco importa, ci si continua a divertire lo stesso.
Thermae Romae è un inno alla stravaganza , del resto parlare di un peplum nipponico non è già di per se abbastanza estroso?
Un intrattenimento perfetto, ben confezionato, mai volgare e senza troppe cadute di tono.
Visione consigliatissima perchè permette di divertirsi un paio di orette con i neuroni a nanna.
Già programmato un sequel per il 2014.
( VOTO : 7 / 10 )
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