Magazine Diario personale

This is Bill Mothafucka Shakespeare!

Da Scriptomanti

Hai presente la questione omerica? Intendo quel dibattito che dall'antichità ai giorni nostri impegna fior di filologi (ciao Vale) che, poverini, si spaccano la testa per decidere se Omero sia davvero esistito o se sia una sorta di pseudonimo al quale attribuire l'opera di molteplici menti, la cui summa risponde ai nomi di Iliade e Odissea. Insomma, una sorta di ensamble della tradizione orale (vedili come i Wu Ming dell'antica Gracia).

E' curioso come le circostanze riescano, a volte, a unire eventi del tutto slegati facendoli sembrare così simili. Come se tutto fosse collegato. Certo, detto così suonerebbe fatalismo, e noi non vogliamo sembrare fatalisti. Sono solo coincidenze (" Nessuna coincidenza, Delia. Solo l'illusione di una coincidenza.")

Gli studiosi indicano con First Folio la prima pubblicazione delle opere di William Shakespeare. Per capirci, quella ufficiale. Perché il buon vecchio Bardo, in vita, faceva un po' di tutto: componeva, recitava, dirigeva. Era normale che, scrivendo un'opera, producesse bozze (i così detti foul papers), appunti, annotazioni; che modificasse alcune scene in funzione dei gusti particolari del pubblico. Col risultato, immagino, che alla sua morte ci fosse una montagna di materiale e un gran casino nel decidere cosa pubblicare e in quale versione. Letto comunque il risultato finale, direi che Mr. Hemings e Mr. Condell abbiano fatto un ottimo lavoro.

Ho molti nomi, tu puoi chiamarmi Mozzo. Sono un hobo, un senza tetto. Vivo negli angoli più sporchi della tua città: dormo nelle tue stazioni della metro, deietto in antri bui, mingo su Usul, la base del pilastro; mi nutro di rifiuti e fumo i mozziconi ancora accesi che getti prima di salire di fretta sugli omnibus. Non ci crederesti mai, ma ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.

Il problema è che punti il tuo occhio di bue sul palcoscenico sbagliato: nascosto dal sipario del tuo campo visivo (" non badare all'uomo dietro la tenda") c'è il mio stile di vita, che mi permette di assistere a tali prodigi e mi rende l'unico personaggio in grado di cantartene l'epica.

Ok, Pignolino, ma questa è la pagina di un blog; quando verrà chiuso sarò in fretta dimenticato e tutto andrà perduto. Considerami un aedo della tradizione cyber-orale, la voce narrante seduta davanti al fuoco, nel pronao del tuo cervello. Perciò apri bene le orecchie, perché non te lo racconterò una seconda volta.

Mr Lordi e UDO cantano E hanno ragione. Odiano la luce del sole, perché solo quando la società dorme il sonno dei giusti si sentono legittimati a strisciare fuori. Sono l'archetipo del They only came out at night. wolfpack: un leader, tre o quattro gregari e il resto del mondo è un rivale da sottomettere. Si aggirano per i vicoli, attraversano i piazzali; seguono itinerari stereotipati, eseguendo ogni volta una via di mezzo tra la ronda di una sentinella e una danza rituale. Se si rimane in silenzio e si presta particolare attenzione, puoi sentire come una colonna sonora, fatta di rumori urbani e versi animali della fauna notturna. La scena acquisisce ritmo e, da un momento all'altro, non mi stupirei se iniziassero a percorrere i portici con passo spavaldo, schioccando le dita come i peggiori delinquentelli di West Side Story.

Sono pacchiani: sfoggiano catene d'oro e brillanti incastonati tra i denti; passeggiano con canne sormontate da pomi di cristallo, alla cui estremità si nascondono lame avvelenate. Indossano abiti gangsta-rinascimentali: velluto e broccato, mescolati a latex e borchie; braghe aderenti e giacche con pizzi ricamati; cappelli piumati e retine che mostrano capezzoli da cui pendono piercing e tatuaggi a forma di teschio. Un immaginario adolescenziale rovinato dai Drughi di Arancia Meccanica e dai Guerrieri della Notte.

Si odiano. Senza un perché, ma fino alla morte.

Sono i Montecchi contro i Capuleti, ma senza la tragica storia d'amore.

Si fiutano dai lati opposti della piazza principale, si avvicinano guardinghi pregustando il sapore dello scontro. Quando ormai le due crew sono a pochi passi di distanza, Ja-Go!, luogotenente del Moro, accende l'enorme impianto stereo che porta con sè sulla spalla, facendo risuonare a palla It's like that dei Run-DMC. Il guanto di sfida viene lanciato da Yo-Rich, un buffone dal corpo scheletrico.

"You scullion! You rampallian! You fustilarian! I'll tickle your catastrophe!"
(Enrico IV, Parte II)

Come scusa? Rissa? Pugni? Quali lame? Ma che sangue e sangue? Che cosa stai dicendo?

Monkey Island non ti ha proprio insegnato niente? I veri manigoldi si sfidano a suon di insulti.

Gli risponde Shy-Lock, detto l'Ebreo.

"He speaks an infinite deal of nothing, more than any man in all Venice. His reasons are as two grains of wheat hid in two bushels of chaff: you shall seek all day ere you find them; and when you have them, they are not worth the search.".
(Il mercante di Venezia)

Boato di risate, da entrambe le parti, e Shy zittisce all'istante l'idiota danese.

"Your virginity breeds mites, much like a cheese."
(Tutto è bene quel che finisce bene)

False-stuff è quasi sopraffatto, ma azzarda un disperato tentativo di recupero.

"Thou subtle, perjur'd, false, disloyal man!"
(I due gentiluomini di Verona)

"Away, you cut-purse rascal! you filthy bung, away! By this wine, I'll thrust my knife in your mouldy chaps, an you play the saucy cuttle with me. Away, you bottle-ale rascal! you basket-hilt stale juggler, you!"
(Enrico IV, Parte II)

Puk(E) si spaventa e fa un passo indietro.
Parità.
Il recupero infonde spavalderia a RQ, che ne approfitta per segnare un altro punto.

Quest'ultimo insulto proviene dalla lingua nera di A-Ronnie, un vero demone incarnato, che prosegue:

Vedendo il proprio branco in difficoltà, si fa largo Cali-Bane, il capo della posse.

"Thou art a villain with a smiling cheek, a goodly apple rotten at the heart".
(Il mercante di Venezia).

"Thou appeareth nothing to me but a foul and pestilent congregation of vapours".

"That trunk of humours, that bolting-hutch of beastliness, that swollen parcel of dropsies, that huge bombard of sack, that stuffed cloak-bag of guts, that roasted Manningtree ox with pudding in his belly, that reverend vice, that grey Iniquity, that father ruffian, that vanity in years?"
(Enrico IV, Parte II)

Il Moro cade a terra, stremato. In bocca, neanche più una goccia di saliva.

Troppo a lungo tace.

In cuor suo lo sa, ma il cieco orgoglio gli sussurrerà nell'orecchio che il vantaggio guadagnato prima della sfida ha la magica proprietà di trasmutare la sconfitta in pareggio.

Cali-Bane e i suoi se ne vanno tronfi.

Ma non è finita.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :