Visto al cinema.

Diciamolo subito; Sorrentino è bravissimo come al solito, gestisce carrelli e dolly meglio di Scorsese, usa il montaggio come un Meyer o un Wes Anderson, ha la solita fotografia chiassosa e brillante e la solita colonna sonora che parla quanto le immagini (canzoni pop rock dagli anni ’70 in poi e musiche originali di David Byrne).
Poi diciamo anche che Sean Penn è eccellente, il personaggio è una macchietta, ma lui gli da uno spessore notevole senza essere mai eccessivo. Quasi non sembra lui.
Detto ciò questo film rispetto ai precedenti è al contempo più canonico e più inconcludente. Più canonico in quanto il protagonista è il solito personaggio alla Sorrentino (alienato, separato dal mondo in un egocentrismo particolare e da tic personalissimi, un freak moderno), che però stavolta ha un’evoluzione vera e proprio, una crescita che in quasi tutti gli altri film non c’era (tranne che ne Le conseguenze dell’amore). Più inconcludente perché è questa l’impressione che mi ha lasciato, il protagonista incontra persone, vive esperienze e visita luoghi che rimangono tutti quanti sullo sfondo, ognuno carico di storie e caratteristiche particolari che servono solo a riempire il film, non ad interfacciarsi con Sean Penn.