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Thompson Vs. Hepburn

Creato il 12 agosto 2010 da Ludacri87

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/38/Emma_Thompson_(2008).jpg

 

fonte: web

 

Emma Thompson ha in mano il remake di "My fair lady". Ed ha capito, a quanto pare, il sistema dello sputasentenze spacciato per opinioni, sulla scia del modello italiano, rende. In realtà, la Thompson ha fatto l'unica cosa possibile per un film in alto mare.Sono anni che il progetto viene preso e rigettato, tante attrici hanno "ipotecato" la parte e poi vi hanno rinunciato. Ora il nome ufficiale sarebbe Carey Mulligan, che della Hepburn ha preso la classe sul grande schermo, meno nel vestirsi in occasioni pubbliche. E alla Thompson, che è veterana in quest'attitudine, è stato chiesto di scrivere la sceneggiatura. La dichirazione choc è servita su un piatto d'argento. Emma dice che Audrey non sapeva cantare e nemmeno recitare. La prima opzione è storicamente e analiticamente accettabile. Non a caso, in "My fair lady" fu doppiata. La seconda confutabile. La Hepburn non era una veterana della tecnica, nè una attrice perfetta. Praticamente stava a Hollywood quanto la Thompson sta a Hollywood. Praticamente, due mondi distanti. La Thompson è una brava attrice, molto dignitosa, molto signorile, più brava tecnicamente della Hepburn. Il problema sta nel fatto che la Thompson non può asserire un dato soggettivo che pesa come un macigno, a scopi esclusivamente di lucro e visibilità (Oltre al rifacimento del film di Cukor, è in uscita il secondo film su "Tata Matilda", già apprezzato da noi, negli Stati Uniti e il rischio flop è quasi un finto-rischio o meglio una relativa-certezza), dimenticandosi volontariamente della storia artistica di un'attrice non solo premiata (L'Oscar della Hepburn ha un diverso peso storico da quelli della Thompson, come sceneggiatrice, di "Casa Howard" e" Ragione e sentimento"), ma soprattutto in grado, in un modo o nell'altro, di collezionare registi e ruoli che ogni attrice, compresa la Thompson, avrebbero voluto. La Hepburn ha convinto Billy Wilder, il più grande regista della commedia di tutti i tempi, con buona pace di Hakws, che la volle in "Sabrina" e in "Arianna", soffiò la parte a Marylin Monroe, scelta di  Truman Capote, nell'adattamento di "Colazione da Tiffany", il capolavoro per eccellenza della signorilità e dell'eleganza (e vedere mangiare i danesi la Hepburn è molto più vicino allo stile del film, rispetto a ciò che la sensuale Marylin poteva essere), di Blake Edwards, senza dimenticare William Wyler, e il ruolo in "...e tutti risero" di Bogdanovich, per non parlare di "Sciarada" di Stanley Donen, capolavoro. La Thompson è figlia del mondo inglese di Branagh, Sheridan e ha solo il vanto di essere stata accanto a James Ivory, grande maestro. Ha lavorato con Ang Lee, nell'ennesimo film in costume. Di certo si è costruita da sola, ma ha dovuto sottomettersi al blockbuster di turno, "Harry Potter", allontanandosi quando tutto stava per crollare. Dal 2000 la sua carriera ha avuto un'impennata in visibilità, meno in qualità. I suoi copioni e i suoi personaggi sono buoni, ben fatti, ma da qui a passare alla storia ce ne vuole. Non contesto l'opinione della Thompson, la invito però a guardare con obiettività alla valutazione, corregendo il tiro. Perchè quel "non sapeva recitare" significa "non saper leggere la storia del cinema". Forse la Hepburn fu aiutata da produttori, forse fu aiutata dagli attori che con lei dividevano il set, forse non è un'attrice di prima caratura, ma ha conquistato la scena senza mai perderla. E non è essere attrice anche questo? I riflettori non si sono spenti dinanzi alla sua morte, e la recitazione è una trasmissione empatica che trascende la dizione e la bellezza fisica. Trascende il Metodo, trascende il Sistema. E' il carisma. E la Thompson, brava com'è, di carisma scarseggia.


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