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Proprio Loki ordirà un complicato piano in modo da costringere Odino ad esiliare Thor, privato dei suoi poteri, sulla Terra, dove agenti dello Shield cercheranno di prendere in custodia lui e il suo mitico martello Mjolnir, ostacolati da Jane Foster ed una squadra di astrofisici ricercatori alla scoperta delle meraviglie di quello che pare un fenomeno astronomico ma, in realtà, altro non è che il ponte arcobaleno, che collega i nove mondi del creato, Terra ed Asgard compresi.
Come nella migliore tradizione Marvel, affrontati i superproblemi, il biondo condottiero riacquisterà i suoi poteri giusto in tempo per chiudere i conti con Loki ed il suo passato di superbo potenziale re.
Devo ammetterlo: ero molto scettico, alla vigilia, rispetto a questo film.
Per prima cosa a causa del personaggio dietro la macchina da presa, lo shakespeariano tendenzialmente spocchioso Kenneth Branagh, responsabile dello scempio che fu Il flauto magico, pellicola che bottiglierei ancora oggi, a più di due anni di tempo dalla scellerata visione in sala.
Per seconda il fatto che i Marvel Studios, impegnatissimi nelle ultime stagioni a presentare tutti i maggiori eroi della casa produttrice di fumetti più grande ed importante del mondo sul grande schermo, sono stati responsabili di cose estremamente godibili come il primo Iron man ed altre decisamente meno interessanti - diciamo pure pessime - come il terrificante Wolverine: le origini.
Fortunatamente, e a sorpresa, posso tirare un sospiro di sollievo e collocare Thor nella prima categoria.
Senza particolari colpi di genio e con una trama che rispecchia molto le origini del personaggio a fumetti - mescolando il Thor classico a quello più recente della versione Ultimate -, Branagh piazza i suoi cari rimandi shakespeariani senza eccedere e, sorpresa delle sorprese, pare non prendersi neppure troppo sul serio, concedendo più di una parentesi divertente al solitamente serioso dio del tuono, che ai tempi della mia infanzia mi annoiava tantissimo leggere proprio per la sua eccessiva "statuarietà" e quell'aura di invincibilità che da sempre avvolge i supereroi troppo potenti e, spesso, si trasforma in un pesante fardello da portare per i loro autori.
Inoltre, la scelta del giovane e pompatissimo Chris Hemsworth si rivela estremamente azzeccata, in linea con la rappresentazione grafica data negli ultimi anni dai disegnatori Marvel al figlio di Odino: non troppo espressivo ma ugualmente in grado di risultare simpatico agli uomini ed estremamente attraente alle donne.
Natalie Portman e Stellan Skarsgard portano a casa la pagnotta facendo il proprio compitino senza sforzarsi troppo e perfino Anthony Hopkins riesce a non risultare troppo bolso ed indigesto nel ruolo del monocolo padre degli dei.
Certo, stiamo comunque parlando di una bella e sana baracconata tendenzialmente kitsch, eppure, rispetto a schifezze subumane come X-Men: conflitto finale, il suddetto Wolverine o, tornando indietro di qualche anno, Daredevil e i due Fantastici quattro, pare quasi che il buon Thor possa ritagliarsi un piccolo spazio tra gli eroi di carta usciti meglio dal confronto con il grande schermo.
Resta, senza dubbio, la sensazione che tutti i film prodotti dai Marvel Studios di recente - i due Iron man, Hulk, lo stesso Thor e l'imminente Capitan America - siano, in realtà, una sorta di spot per l'attesissimo The avengers, che riunirà tutti gli eroi suddetti e qualcuno in più - la Vedova nera interpretata da Scarlett Johansson in Iron man 2 e l'Hawkeye cui Jeremy Renner presta volto in una breve sequenza proprio in Thor - sotto l'egida di Joss Whedon, creatore di Buffy e sceneggiatore Marvel.
In fondo, però, la funzione di blockbuster come questo è quella di intrattenere senza menarsela troppo e cercando di portare a casa il risultato, tra un effettone e una sempre efficace battaglia roboante: e in questo caso non si può certo dire che, tra gli inquietanti giganti del ghiaccio - resi benissimo visivamente - e la discesa del Distruttore sulla terra - anche in questo caso il risultato estetico è stato ottimo e rispettoso dell'iconografia dei fumetti - la pellicola di Branagh tradisca le attese.
Anzi, tra un'influenza de Il signore degli anelli ed un colpo di martello, il classico tema del conflitto tra generazioni, padri con figli e fratelli coltelli, gelosia ed esperienza, egoismo e generosità, divinità ed umanità, ridendo e scherzando, senza eccellere ma neppure sfigurando, si può tranquillamente affermare che questo giocattolone si sia cimentato con molta della benzina che alimenta il motore dell'Umanità.
E, a quanto pare, non solo.
MrFord
"I'm the lord of the wastelands
a modern day man of steel
I gather darkness to please me
and I command you to kneel."
Kiss - "God of thunder" -
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