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Ad opporsi a lui il Padre degli Dei, Hannibal Lecter con la barba, e suo figlio James Hunt. A mettere i bastoni tra le ruote ai due, però, ci si mette anche il fratello adottivo di James: Il commissario Wallander, noto per i suoi inganni ed il suo doppio gioco.
Il terreno di scontro principale sarà la Terra, in quanto punto focale della Convergenza dell'allineamento dei Nove Mondi, fondamentale per la vendetta del Nono Dottore.
Il mezzo attraverso il quale cercherà di compierla sarà la Regina Padme Amidala, che ospita dentro l'arma destinata a riportare l'oscurità dominare nell'universo.
Bill Anderson, uno dei tre padri della piccola Sofia, che è l'unico che sembra poter limitare i danni della Convergenza pare essere impazzito. Solo quando una ragazza, che ha postato le sue foto nuda su internet, ed un suo amico lo rimettono in sesto si ritrova a rinunciare alle sue dipendenze ed essere in grado di svolgere un ruolo fondamentale nel tentativo di salvare l'universo.
In tutto questo, la saggezza tattica e la forza del giovane James Blunt e della sua arma, il martello MewMew, saranno fondamentali per contrastare i piani del malvagio Dottore.
Okay, forse la trama non è proprio questa. Però, dai, è un modo per evitare eccessivi spoiler su un film appena uscito.
Comunque: come è stato Thor?
Intanto intanto c'è da subito la prima sorpresa: nuovo logo Marvel in testa ai film della Casa delle Idee di New York. Alle due dimensioni del logo classico, che caratterizzavano l'origine fumettistica, si è aggiunta la profondità, per passare il testimone al cinema ed alle sue nuove tecnologie.
Il film è ricco. Quasi due ore di rappresentazione dove si mischiano mondi diversi, livelli mitologici, conflitti familiari. In tutto questo, ottimamente legato su tutti i mondi in cui si svolge, quello che manca è un certo livello di epicità nei dialoghi caratteristico dei fumetti di Thor. Dei comics del dio del tuono io non sono fan e non essendone assiduo lettore, quindi, poco lo ho notato.
Natalie Portman riprende, dopo la gravidanza, il suo ruolo nei panni di Jane Foster. Lo fa con bravura e simpatia; caratterizza il suo personaggio con qualche tratto impacciato in più rispetto al passato (conoscere i genitori di un dio non deve essere facile , ma dall'imbarazzo ne esce con simpatia: "Hai parlato di me a tuo padre?"). Seppure con un ruolo maggiormente centrale rispetto al primo film, qui, nella prima parte sembra avere poche battute, ma vederla sullo schermo è sempre un piacere. Altre due donne forti sono state messe al centro dell'azione in questo secondo capitolo: Frigga, Renè Russo, e Lady Sif, Jane Alexander. La prima mette in mostra doti sorprendenti, che fanno ricordare come ha conquistato Mel Gibson negli ultimi Arma Letale, mentre la seconda ha troppo poco spazio. Jaimie Alexander è focalizzata a dare il massimo nelle poche sequenze in cui è tirata in ballo, ma non nascondo che mi sarebbe piaciuto veder maggiormente sviluppato il suo personaggio. Discorso a parte per Kat Dennings, sempre troppo vestita, che ha il suo perché a prescindere.
I maschi importanti sono molti. Si parte con Chris Hemsworth, forse meno convinto che in altre situazioni e che paga un doppiaggio un po' eccessivamente indolente. Tom Hiddleston, con il suo Loki in cui calza perfettamente, bisogna ringraziare chi l'ha scovato in passato. Stellan Skarsgård stralunato e nudo, forse già nella parte per Nynphomaniac di Von Trier, che ha la sua scena migliore nel suo incontro con Thor nell'appartamento londinese di Jane e Darcy. Idris Elba che si ritaglia una bella parte, un meccanismo che muove molti ingranaggi. Anthony Hopkins che, seppur interpretando un Odino limitato nei poteri rispetto all'onnipotente dei fumetti, dà carisma e profondità al suo personaggio, il padre degli dei, ancora più centrale in questo film che nel precedente. A Christopher Eccleston, Malekith, è stato affidato un ruolo che poteva essere dato a tanti altri: da Eric Bana a John Malkovich. Sicuramente ai fan dell'attore ha fatto piacere vederlo sul grande schermo in un simile colossal, ma, seppur bravo, non ha fatto la differenza; non ha elargito quel quid in più per rendere indimenticabile il suo personaggio.
La trama è articolata, molto, ma non difficile da seguire. A tratti è scontata è ed i colpi di scena sembrano telefonati, ma il finale, la scena finale, riscatta tutto. Ti fa uscire dalla sala con un OOOOHHHH stampato sulle labbra e ti lascia in attesa del terzo episodio.
Dietro la macchina da presa Alan Taylor. L'erede di Kenneth Branagh ha sulle spalle diversi episodi de Il Trono di Spade e si trova a suo agio con l'ambiente di cappa e spada che caratterizza il mitologico dio creato da Stan Lee. Niente da dire. Regia pulita, immagini chiare e comprensibili, poche sbavature. Devo solo controllare se non ha commesso un paio di errori nel montaggio della scena della battagli finale, ma, tutto sommato, la sua rimane un buon prova.
Il capitolo effetti speciali è quello che mi ha convinto meno. Se da un lato l'animazione del mantello in computer grafica lo ha reso più realistico e fluido dall'altro le battaglie aeree erano qualcosa di già visto. Le sequenze nei cieli di Asgard non possono che ricordare le battaglie e gli inseguimenti tra X-Wing e Tie Fighter in Star Wars dai quali, se l'orecchio non mi inganna, hanno preso anche gli effetti sonori. Una mancanza di originalità perdonabile, ma da sottolineare.
I costumi sono eccezionali, ma alcuni hanno lo stesso difetto delle armi del primo film: sembrano finiti. Il difetto colpisce sopratutto gli elmi dei guerrieri asgardiani, senza risparmiare quello di Heimdall che ha, comunque, sequenze importanti.
La colonna sonora è un classicone di musica classica cupa. Ormai quasi tutti i film dedicati ai supereroi hanno questa caratteristica. Se si provasse a guardarne uno ad occhi chiusi potrebbe essere difficile indovinare quale si sta guardando.
Carine le varie partecipazioni non accreditate durante il film. Intrigante, ma non da cadere dalla sedia, la scena dopo i crediti animanti. Simpatica quella dopo i crediti musicali.
Nel complesso un buon film di leggero intrattenimento. Thor non è uno dei miei franchise preferiti, ma per un pomeriggio al cinema va più che bene. Adesso si rimane in attesa, oltre che del secondo Cap e del prossimo Avenger, anche del terzo Thor: fosse anche solo per dare una risposta all'interrogativo posto alla fine di questo.
Titolo originale Thor: The Dark World
Paese di produzione Stati Uniti, Islanda
Anno 2013
Durata 112 min
Colore Colore
Audio Sonoro, Dolby Digital
Genere Fantascienza, azione, supereroi
Regia Alan Taylor
Sceneggiatura Christopher Yost, Christopher Markus, Stephen McFeely, Joss Whedon[1]
Produttore Kevin Feige
Casa di produzione Marvel Studios, Universal Studios
Distribuzione (Italia) Walt Disney Pictures
Fotografia Kramer Morgenthau
Montaggio Conrad Buff, Malcolm Jamieson
Scenografia Charles Wood
Costumi Wendy Partridge
Interpreti e personaggi
Chris Hemsworth: Thor
Natalie Portman: Jane Foster
Tom Hiddleston: Loki
Stellan Skarsgård: Dr. Erik Selvig
Anthony Hopkins: Odino
Kat Dennings: Darcy Lewis
Idris Elba: Heimdall
Jaimie Alexander: Sif
Christopher Eccleston: Malekith
Adewale Akinnuoye-Agbaje: Algrim il forte/Kurse
Jonathan Howard: Ian Boothby
Ray Stevenson: Volstagg
Zachary Levi: Fandral
Rene Russo: Frigga
Tadanobu Asano: Hogun
Doppiatori italiani
Massimiliano Manfredi: Thor
Valentina Mari: Jane Foster
Davide Chevalier: Loki
Dario Penne: Odino
Ambrogio Colombo: Eric Selvig
Alessia Amendola: Darcy Lewis
Roberto Draghetti: Volstagg
Alberto Angrisano: Heimdall
Stefano Benassi: Malekith
Stella Musy: Sif
Stefano Benassi: Malekith
Roberto Draghetti: Volstagg
Andrea Mete: Fandral
Emanuela Rossi: Frigga
Alberto Bognanni: Hogun
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