Terzo appuntamento con #Threevia, la rubrica di Dietro le Nuvole che riporta di volta in volta tre notizie, curiosità e indiscrezioni su un argomento specifico, solitamente a tema fumettistico, cinematografico o televisivo.
Vista l’imminente uscita nelle sale di Thor: The Dark World (un film che a sentire le recensioni di chi l’ha già visto è tipo il miglior film Marvel Studios di sempre, tra parentesi), questa puntata di Threevia è dedicata proprio al Dio del Tuono asgardiano, figlio di Odino e fratellastro del Dio degli inganni Loki, apparso per la prima volta nelle edicole statunitensi nel 1962 sulla collana Journey into Mystery.
#1: Stan Lee creò Thor da solo?
Quando parliamo della creazione dell’universo Marvel classico, c’è sempre un certo dibattito sulla paternità dei suoi personaggi storici. Al tempo, quasi tutte le serie supereroistiche Marvel erano scritte da Stan Lee (o al limite da suo fratello Larry Lieber), ma il processo creativo che portava alla creazione del personaggio vedeva spesso il diretto coinvolgimento del disegnatore delle testate. In questo, Jack Kirby, che curava i disegni dei principali fumetti Marvel degli anni Sessanta (ad esempio le sue matite erano al servizio di Thor, Fantastici Quattro e Hulk, e fu lui a firmare il primo design del costume dell’Uomo Ragno, poi affidato a Steve Ditko), ebbe un ruolo preponderante, tant’è che a molti anni di distanza ancora si discute su quali creazioni siano da attribuire a Lee e quali a Kirby.
A complicare le cose, c’è il fatto che nella maggior parte dei casi abbiamo testimonianze dirette solo di Stan Lee stesso, e non di Kirby, che era molto restio a discutere l’origine dei suoi lavori o a prendersi meriti. Lee invece è un gran chiacchierone, parla molto e romanza ancora di più. Proprio per questo, la versione più conosciuta della creazione di Thor non vede il coinvolgimento diretto di Kirby. Lee spiega, per esempio, in un’intervista del 2002, che l’idea da cui era partito per creare Thor era di ideare un personaggio più forte di Hulk:
Come fai a creare qualcuno più forte della persona più forte? Alla fine trovai la soluzione: non creare un essere umano - crea un dio. Decisi che i lettori erano già abbastanza familiari con gli dei greci e romani. Trovai che sarebbe stato divertente muoversi nel campo delle leggende norrene. [...] Journey into mistery aveva bisogno di un bello slancio iniziale, così scelsi Thor. Dopo aver scritto una sinossi che mostrasse la storia e i personaggi che avevo in mente, chiesi a mio fratello, Larry, di scrivere la sceneggiatura perché io non ne avevo tempo… e fu poi naturale assegnare le matite a Jack Kirby.
In realtà però altre dichiarazioni rilasciate nel corso degli anni danno un quadro un po’ più sfumato dell’accaduto. Per esempio, è certo che, anche ammesso che l’idea di usare Thor sia stata proprio di Stan Lee, tutto il contorno degli dei comprimari e gli aspetti più coerenti mitologicamente inseriti nei primi albi del tonante siano stato appannaggio di Kirby, che diversamente da Stan Lee era già in partenza un appassionato di mitologia norrena e aveva già utilizzato il personaggio di Thor in almeno due suoi fumetti precedenti (una storia di Sandman negli anni Quaranta e un numero di Tales of the Unexpected negli anni Cinquanta, entrambi sotto egida DC). A tale proposito, Kirby stesso riferisce in un’intervista del 1990 per The comic journal:
Amavo Thor perché amavo le leggende. Ho sempre amato le leggende. Stan Lee era il tipo di persona che non avrebbe mai saputo nulla di Balder e del resto dei personaggi. Ero io a dover costruire questa leggenda di Thor a fumetti.
Un’altra testimonianza interessante viene nuovamente da Stan Lee, che, in un’intervista radiofonica rilasciata nel 1967 alla presenza dello stesso Kirby, racconta la storia delle origini di Thor in modo molto diverso:
Ho sempre detto che Jack è il più grande creatore di miti al mondo. Quando facemmo uscire Thor e lo inventammo, io pensavo che sarebbe stato solo un albo a fumetti come tanti altri. E credo che sia stato Jack a a trasformarlo in uno dei più grandi personaggi d’invenzione che esistano. Anzi, dovrei lasciare che sia Jack a dirlo, ma nel caso non lo dovesse fare, qualcuno gli chiese da dove prendesse quell’autenticità dei costumi e di tutto il resto e io penso che Jack abbia dato una risposta impagabile: disse che non erano affatto autentici. Se avessero dovuto essere autentici, non lo sarebbero stati abbastanza. Ma lui li disegna nel modo in cui dovrebbero essere, e non nel modo in cui erano realmente.
Alla luce di queste parole, credo si possa avere più di un ragionevole dubbio sul fatto che la creazione di Thor sia da attribuirsi esclusivamente al sorridente Stan. Voi cosa ne pensate?
Fonte: CBR
#2: Solo chi è degno
Una delle caratteristiche fondanti del personaggio è la sua arma, il potente martello Mjolnir, tramite il quale Thor scatena tempeste, abbatte nemici e vola (quasi). In grado di tornare in mano al suo legittimo proprietario, Mjolnir è protetto da un incantesimo che permette di sollevarlo solo a chi è veramente degno. Per la serie: puoi pure essere Hulk ma se non sei degno di detenere il potere del tuono, Mjolnir non si sposta di mezzo millimetro.
Beh ma allora, direte voi, in pratica il martello nel corso dei secoli sarà stato brandito solo da Thor, no? No. C’è una lunga lista di degni, a quanto pare, ché ad Asgard sembrano seriosi ma alla fine sono accomodanti. Nella lista figurano (escludendo Odino e vari nonni e bisnonni di Thor): Capitan America, l’alieno dai connotati equini Beta Ray Bill, Eric Masterson (alias Thunderstrike), il Thor del futuro Dargo Ktor, Miguel O’Hara (cioè l’Uomo Ragno 2099), Woden (figlio di Thor nel futuro alternativo de I guardiani della galassia), Alex dei Power Pack (WTF?) e nei crossover con la DC anche Wonder Woman e Superman (anche se a lui pare che ci abbiano fatto lo scherzone e che Odino avesse momentaneamente annullato l’incantesimo per permettergli di usare il martello – infatti a fine avventura non riesce più a sollevarlo. Superman non è degno e Alex dei Power Pack sì!).
I Power Pack al gran completo: una scoreggia arcobaleni, una copia le tecniche di Chun Li, al terzo puzzano i piedi e il quarto nel tempo libero brandisce Mjolnir!
#Subthreevia: nelle prime apparizioni il martello di Thor non si chiama Mjolnir, ma Uru. Larry Lieber ha ammesso di non essersi documentato sul nome del martello nella mitologia e di averne scelto uno che suonasse bene e fosse immediato. Dal momento che però nei miti norreni il martello di Thor un nome ce l’ha ed è per l’appunto Mjolnir, successivamente al martello è stato restituito il suo nome mitologico e Uru è passato a indicare lo speciale metallo di cui è composto.
#3: A proposito di cinema – Cambi di ruolo
Come sempre accade in questi casi, il casting del primo film di Thor è stato abbastanza rocambolesco e caratterizzato da vari cambiamenti in corsa, rifiuti e aneddoti strani. Per esempio, il ruolo di Thor, per cui si rumoreggiava fosse previsto un coinvolgimento di Brad Pitt e furono presi in considerazione Channing Tatum e il wrestler Triple H, secondo diverse fonti sarebbe dovuto andare a Daniel Craig. In realtà, in un’intervista a Cinema Blend Craig stesso ammette che la voce è nata da una sua dichiarazione che voleva essere una semplice battuta.
«Sono Odinson. Thor Odinson»
In compenso, per il ruolo fecero l’audizione numerosi attori, tra cui Liam Hemswort (fratello di Chris Hemsworth, che poi gli fu preferito), Alexander Skarsgård (che alcuni di voi potrebbero ricordare come il vampiro Eric Northman nella serie True Blood) e, udite udite, Tom Hiddleston, che come tutti saprete alla fine venne scritturato per il ruolo di Loki.
Hiddleston (che tra l’altro sarebbe biondo naturale) racconta di essersi sottoposto a sei mesi di palestra per ottenere il ruolo di Thor, mettendo su qualcosa come 20 chili di muscoli. Alla fine però gli comunicarono di averlo scelto per Loki e fu tutto da rifare: prima e durante il film seguì una ferrea dieta dimagrante per dare al dio degli inganni un aspetto più asciutto e quasi famelico.
Fonti: IMDB, Metro, Cinema Blend