Sento i rintocchi della campana che suona in lontananza e gli applausi della gente. Il profumo della campagna tutt’intorno, le colline che circondano la Chiesa vestita a festa il giorno del tuo Matrimonio…Ci siamo tutti : Federico ed io, Leonardo e Beatrice che ormai sono grandi e tu sei bellissima nell’abito bianco che ti avvolge, il lungo velo che ti copre il viso. Come avrei voluto sapere di te, conoscerti per altri motivi ed essere semplicemente una delle tante invitate al tuo Matrimonio, averti tra le mie fotografie, una splendida ragazza, forse bionda, in uno scatto sfuocato…I chicchi di riso che scendono dall’alto, mentre baci l’uomo che sarà il compagno di tutta la tua vita.
E invece non so nemmeno che viso tu abbia. Che tu sia bionda, l’ho soltanto immaginato, come ho fantasticato sulla tua altezza e corporatura, pensando che forse potevi essere magra, non molto alta e di una bellezza fine e composta, come quelle di quelle di una volta…Vent’anni che età assurda per morire. A volte, molto spesso, sai ? Federico ed io ci chiediamo chi eri, da dove venivi, chi sono i tuoi genitori e dove vivono… In Ospedale mentre Federico riceveva il tuo rene e grazie a te ricominciava a vivere, ci dissero che eri una ragazza di 20 anni e che eri morta celebralmente quella mattina stessa, all’alba, in un incidente stradale. Non ci dissero di più, per la legge sulla privacy. La notte dell’incidente, quella in cui tu hai perso la vita e in qualche modo l’hai data a noi, era l’alba di Pasquetta…Tu probabilmente andavi a festeggiare con gli amici al mare o in montagna, ti eri alzata presto, con la voglia di vivere che hanno i giovani, per arrivare prima forse e godersi proprio tutta, tutta la giornata…Lo facevamo anche noi. L’abbiamo fatto tutti.
La prima notte che ho trascorso a casa da sola, senza Federico, mentre i bimbi dormivano, rimasi alzata fino all’alba per cercarti. Passai persino in edicola, la sera, prima che chiudesse, a fare incetta di tutti i giornali che l’edicolante avesse a disposizione con notizie di cronaca e mi misi a cercare, poi non trovando nulla, ricominciai la mia indagine su internet, nella speranza di trovare notizie almeno lì…Fù tutto inutile. La notte tra Pasqua e pasquetta ci furono tantissimi incidenti, troppi come al solito, quasi tutti stradali. Morirono 22 giovani tra i 17 e i 25 anni e tra questi c’èri tu…Chi sei ? Come ti chiami ? Oggi è un anno che non ci sei più…Perchè non possiamo sapere dove riposano le tue spoglie e portarti un fiore ? Ancora oggi ci chiediamo se questo meccanismo sia giusto. Avrei tanto voluto parlare alla tua mamma, al tuo papà, avremmo tanto voluto dirgli ” Guardate, guardateci…Grazie a voi, grazie ad aver acconsentito alla donazione degli organi, vostra figlia, non è morta invano. Un ragazzo di 28 anni, padre di due figli, vive senza dipendere dalle macchine al di fuori da una struttura Ospedaliera e tutto questo grazie al rene della vostra bambina. In un modo o nell’altro, lei è ancora qui tra noi, perchè una parte di lei vive, dentro il corpo di un’altra persona. Grazie ! ”
Chissà che questi genitori, straziati dal dolore, possano trovare un pò di conforto attraverso gli occhi di Federico e attraverso la nostra famiglia, vivere i momenti che avrebbero potuto trascorrere insieme alla loro creatura che adesso non c’è più… Noi lo avremmo desiderato tanto. Chissà se loro vorrebbero tutto questo…Forse si, forse no, non siamo tutti uguali. Forse preferirebbero soltanto dimenticare, superare la propria perdita e chiudersi nel ricordo di ciò che è stato…Ma se non fosse così ? Se solo mi domando, avessero voluto riviverla, attraverso il dono che di essa hanno fatto, ad un’altra persona ?
Oggi è il 25 Aprile 2012…Un anno esatto che Federico ha ricevuto il trapianto. Per noi alle quattro del mattino del 25 Aprile 2011 iniziava una nuova vita. Per te e la tua famiglia tutto aveva fine. E questo è per noi un chiodo fisso e non passa giorno in cui non c’è ne rendiamo conto o non pensiamo a te, a voi che ovunque siate la state piangendo…Ed io che questa sera, vedendo Federico spegnere questa candelina sulla torta per festeggiare questo primo anno, avrei tanto voluto insieme a lui, portare un fiore sulla tua tomba e poter abbracciare forte la tua mamma e non ho potuto, non mi resta che darti un nome, scegliendolo fra tanti perchè resti il tuo, per noi, per sempre.
E allora, dato che non so come ti chiami e come ti chiamavano coloro che ti amavano, ti chiamerò Vittoria…Perchè Federico per adesso sta bene, la sua battaglia contro la Malattia per ora l’ha vinta, grazie a te che sei la sua Vittoria.
Tanto lo so che puoi sentirmi, in un modo o nell’altro tu sei qui con noi adesso, sei dentro di lui…Grazie Vittoria.