8 aprile 2012 Lascia un commento
PIETRO (raccogliendo qualcosa in terra) Questo cos’è? il mio pigiama? com’è che ancora non ha rifatto la stanza, Vittoria?
GIULIANA Come faceva a rifare la stanza, non vedi che io sono a letto?
PIETRO E non pensi di doverti alzare?
GIULIANA Ho chiacchierato un po’ con Vittoria. Le ho raccontato la mia vita. Stava a sentire, non perdeva una sillaba. Tu invece, quando parlo, non mi ascolti. Stamattina sei uscito mentre stavo parlando.
Eppure ti dicevo una cosa importante.
PIETRO Ah sì? cosa mi dicevi?
GIULIANA Ti dicevo che non vedo, fra noi, una ragione seria di vivere insieme.
PIETRO Mi dicevi questo?
GIULIANA Sì.
PIETRO Non abbiamo nessuna ragione seria di vivere insieme? Lo pensi?
GIULIANA Lo penso. Trovo che sei una persona molto leggera. Sposandomi, hai dato prova di una gran leggerezza.
PIETRO Io non sono niente leggero. Io sono uno che sa sempre quello che fa.
GIULIANA Hai un’alta opinione di te stesso!
PIETRO Forse.
GIULIANA Io invece non so mai quello che faccio. Prendo una cantonata dopo l’altra. Del resto come fai a dire, che tu sai sempre quello che fai? Fin adesso non hai fatto niente. Niente d’importante, voglio dire.
Sposarti è stata la prima cosa importante della tua vita.
PIETRO Prima di incontrare te, sono stato sul punto di sposarmi almeno diciotto volte. Mi son sempre tirato indietro. Perché scoprivo in quelle donne qualcosa che mi dava i brividi. Scoprivo, nel profondo del loro spirito, un pungiglione. Erano delle vespe. Quando ho trovato te, che non sei una vespa, ti ho sposato.
GIULIANA Nel tuo modo di dirmi che non sono una vespa, c’è qualcosa di offensivo per me. Tu vuoi dire che io sono un animaletto domestico, innocuo, gentile? una farfalla?
PIETRO Ho detto che non sei una vespa. Non ho detto che sei una farfalla.
Sei sempre pronta a fare di te stessa qualcosa di grazioso.
GIULIANA Io non trovo graziose le farfalle. Le trovo odiose. Quasi preferisco le vespe. Mi offende che tu pensi che non ho i pungiglioni. È vero, ma mi offende.
PIETRO Ti offende la verità? La verità non deve mai offendere. Se ti offendi alla verità, vuoi dire che non sei ancora diventata adulta. Vuoi dire che non hai ancora imparato ad accettare te stessa. Ma adesso ti consiglio di alzarti, lavarti, e venire a mangiare. Sarà bell’e cotta la minestra.
GIULIANA Non c’è minestra. E non so se mi laverò. Quando ho la malinconia, non ho voglia di lavarmi. Mi hai fatto venire la malinconia.
PIETRO Ti ho fatto venire la malinconia? io?
GIULIANA Sei tornato così sentenzioso, da quel funerale.
PIETRO Non sono sentenzioso,
GIULIANA Sei sentenzioso, sicuro di te, sprezzante, e molto antipatico. Parli di me che sembra che tu mi conosca come il fondo delle tue tasche.
PIETRO Infatti io ti conosco come il fondo delle mie tasche.
GIULIANA Ci siamo incontrati che non è neanche un mese e mi conosci come il fondo delle tue tasche?
Ma se non sappiamo nemmeno bene, perché ci siamo sposati! Non facciamo che domandarci perché, dalla mattina alla sera!
PIETRO Tu. Io no. Io non mi domando niente. Tu sei una persona con la testa confusa. Io no. Io vedo chiaro. Vedo chiaro e lontano.
GIULIANA Ma guarda che alta opinione che hai di te! Una sicurezza da sbalordire! «Vedo chiaro e lontano!» Io ti dico che siamo nelle nebbie! siamo nelle nebbie fino ai capelli! Non vediamo a un palmo dal nostro naso!
PIETRO Ti apro il bagno?
GIULIANA Eh?
PIETRO Ti apro il bagno? se ti lavi, forse ti schiarisci le idee. Lavarsi fa bene. Disintossica. Schiarisce le idee.
GIULIANA Non sarai mica un igienista, tu? Dimmelo subito, perché io gli igienisti li odio.
PIETRO Certo. Sono un igienista. Non lo sapevi?
GIULIANA Non credo che mi laverò. Ho troppa malinconia. Ho paura che tu sia troppo antipatico! Proprio il tipo di uomo che mi è odioso! (Va nel bagno. Si sente l’acqua che scorre nella vasca. Tornando) Io trovo che il matrimonio è un’istituzione infernale! Dover vivere insieme sempre, tutta la vita! Ma perché ti ho sposato? Ma cosa ho fatto? Dove avevo la testa, quando ti ho preso?
PIETRO Hai deciso di fare il bagno?
GIULIANA Non hai detto che devo fare il bagno?
PIETRO Non era mica un ordine. Era un consiglio.
GIULIANA Lo credo bene. Ci mancherebbe ancora che tu mi dessi degli ordini!
PIETRO Allora mi trovi antipatico?
GIULIANA Sì. Ho paura di sì. Sei così tranquillo, così pacato, così sentenzioso! «Ti conosco come il fondo delle mie tasche!» «Vedo chiaro e lontano!» E se non mi conoscessi un bel niente? se avessi preso una cantonata? se a un bel momento scoprissi che io son piena di veleno nascosto? allora? allora cosa faresti?
PIETRO Ti pianterei. È logico.
GIULIANA Logico! (Va nel bagno e torna indietro) Non è logico un corno. Adesso mi hai sposata e mi tieni, mi tieni come sono! anche se sono tutta diversa da quello che credevi, devi tenermi Io stesso, tutta la vita! Non te lo dicevo che il matrimonio è un’istituzione diabolica?
PIETRO Attenta. Stai pestando il mio pigiama.
GIULIANA Lo pesto perché voglio pestarlo! Perché non ti posso soffrire!
VITTORIA (entrando) Non s’è ancora vestita? Io ho portato la minestra in tavola!
GIULIANA La minestra ? Non avevamo detto di non fare la minestra?
VITTORIA Ho fatto un poco di minestra calda. L’ho fatta per me, perché avevo freddo, e quando ho freddo un poco di minestra mi piace. Già che c’ero, l’ho fatta anche per loro. Ma adesso, se non mangiano, si fredderà. Per me non importa, perché io mi son già mangiata due buone scodelle colme, e sto bene.
PIETRO Vieni a mangiare. Il bagno lo farai dopo.
GIULIANA Già! se faccio il bagno dopo mangiato, muoio. Mi vuoi morta? (Va nel bagno).