Luca non lo sa, non può saperlo , è giusto che non lo sappia. A dieci anni vidi per l’ultima volta il mare. Con mio padre.Scendemmo da soli in spiaggia , c’era vento e il sole era nascosto dalle nuvole.Facemmo il bagno lo stesso.Papà s’arrampicò sulla scaletta che portava alla strada. Tre colpi sordi.
- Se vuoi andiamo via-- Non voglio, abbracciami-
Luca non sa che fino a qualche tempo fa non ricevevo abbracci.
***
Laura arriverà tra poco. I miei sono fuori stasera e ho ottenuto da mia sorella che mi lasciasse libera la casa. Quella stronza si è fatta pagare, in compenso m’ha aiutato a preparare la cena.Papà m’ha prestato un portachiavi. Lo aveva con sè la sera del primo bacio a mia madre. Ero indeciso se apparecchiare in soggiorno o in cucina. Ho optato per la seconda.Prendo il vino bianco dal frigo. La bottiglia è gelata.Sono le nove e inizio a tremare. Cazzo!Controllati. Mi tremano i polpacci. Devo sedermi. E , mentre lo faccio, mi prende una fitta allo stomaco. Mi rialzo , mi guardo allo specchio, aggiusto il colletto della camicia…squilla il citofono…è Laura. Apro.
Ho le mani terribilmente sudate e quando arrivo davanti alla porta di Luca mi fermo per circa un minuto a fissarla. Tremo.Con il tallone spingo sul tacco. Incrocio le gambe , mi mordo le labbra fino a sentire il sapore dolciastro del sangue. Poi appare Luca.
E’fottutamente bella. Devo essere diventato rossissimo. Vorrei baciarla ma non lo faccio.Non è il caso , meglio pazientare.
Baciami..penso..baciami. No. Non m’ha baciata . Forse è meglio che non l’abbia fatto
Quando ci sediamo Laura insiste per aiutarmi. Non glielo consento.Ho preparato il risotto ai funghi. Laura lo adora.Glielo servo e stappo il vino.Provo da sempre un inesprimibile piacere nell’attimo in cui il vino, naturalmente bianco, riempie il calice che diventa dorato e il vetro s’appanna . Allora inizio a sognare.Lei alza il calice , lo porta alle labbra, beve.Potrei restare per ore a fissare il segno del rossetto sul vetro. A volte penso che sono queste le inafferrabili sensazioni che m’hanno fatto innamorare.
Vidi Luca per la prima volta in libreria. Era solo. Seduto al tavolino del caffè ,leggeva Pavese.Aveva davanti a sé un tiramisù e una tazza di the.Che tipo. Pensai.Non riuscii a visitare nessuno degli scaffali. Presi un libro a caso e mi sedetti al tavolino di fronte al suo. S’alzò per posare la tazza vuota e si fermò a pochi passi da me.-Devi essere appassionata di ornitologia- disse. Non capii poi guardai il mio libro:“Vita di coppia tra uccelli del sud America”. Avevo pescato il volume sbagliato.
Faccio per alzarmi e servire il secondo ma Laura mi prende la mano.Sono pietrificato. -Lascia che t’aiuti- mi dice. Stavolta glielo concedo.Insieme prendiamo il secondo e insieme ci risediamo.Parliamo a lungo, poi un bicchiere di vino e poi parliamo ancora. Mi perdo e ne sono felice e tutto ciò m’inebria e mi delizia e penso che se morissi ora non sentirei dolore e sarei felice comunque. Quando la cena finisce io l’abbraccio e ci stringiamo. E nella mia stretta sento i suoi fianchi e il profumo della pelle e le ultime fragranze della bottiglia finita che si mescolano sulle nostre labbra.
***
Quella sera io e Laura facemmo all’amore per la prima volta.Di quelle ore ricordo il senso di sereno e d’eterno. Ci giurammo che non sarebbe finita.Quando guardo le foto di Laura non trattengo le lacrime e faccio sempre attenzione a che Francesco non mi veda. Ha gli occhi attenti di sua madre.Francesco era nato da due mesi e Laura aveva già perso tutti i capelli. Era ancora più bella , gli occhi erano sempre gonfi e rossi ,temeva di lasciarci soli. Ciò accadde la mattina di un martedì. Ero all’università, avevamo entrambi deciso di continuare gli studi, decidemmo di farlo per noi e per nostro figlio. Quando mi chiamarono corsi in ospedale.Laura aveva lo sguardo appannato. Gli occhi erano aperti per metà, faticava a respirare. Mi accostai al letto e la fissai. Lei mi riconobbe e mi prese la mano.Aveva ormai poche forze.Avevo conosciuto Laura solo un anno e mezzo prima e già la stavo perdendo. Le stavo stringendo la mano per l’ultima volta , lei lo comprese subito, io l’avrei appreso solo dopo l’ultimo bacio.
- Ricordo quel che mi dicesti la prima volta che ci parlammo … “sono una persona strana, sappilo”… fu per quello che mi innamorai di te, perché eri strano… anche la mia vita è stata strana , tutto è stato tremendamente strano in questi vent’anni…e ora me ne vado, hai ventun’anni e hai un figlio … e ora baciami , fallo … e bacia Francesco , abbraccialo forte perché non avrà madre -
La baciai. E tacqui.
***
- Francesco , vieni qui!Siediti , hai tutte le scarpe sporche di sabbia-Lo prendo sulle mie gambe.- Qualche anno fa ero seduto qui con la mamma- Sembra indifferente alle mie parole, guarda dritto davanti a sé, con gli occhi spalancati e sorride.- Ti piace il mare?-- Si papà, tanto-
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