Ho pensato e ripensato a quale libro scegliere per iniziare questa nuova rubrica, fin quando non mi è venuto in mente quello che secondo me è perfetto per raccontarvi che lettrice sono: Come un Romanzo di D. Pennac.
Dovrebbe essere un libro da leggere subito, in prima elementare o giù di lì. Io invece l'ho scoperto quando di anni ne avevo 26 ed è stato assolutamente liberatorio. Avevo già un ottimo rapporto con libri e letteratura, ma c'erano alcune mie abitudini di cui mi vergognavo in segreto. Il suo decalogo dei diritti imprenscindibili del lettore, mi ha tolto ogni timore: eccolo qui, nel caso non lo conosceste.
Il diritto di saltare le pagine
Il diritto di non finire il libro
Il diritto di rileggere
Il diritto di leggere qualsiasi cosa
Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
Il diritto di leggere ovunque
Il diritto di spizzicare
Il diritto di leggere ad alta voce
Il diritto di tacere
Rivendico per me ogni singolo diritto elencato (che poi sono i titoli dei capitoli del libro). Rivendico il diritto di non leggere Moccia e quello di saltare le pagine noiose.Giudico sacrosanto abbondanare un libro che non mi sta piacendo. Magari lo riprenderò più avanti e scoprirò un capolavoro (mi è successo davvero).Rileggo spesso, sempre se il libro mi è piaciuto molto, con vero compiacimento. La prima volta sono rosa dal demone della storia e leggo velocissimo tutto. Rileggere mi permette di scoprire nuove cose. E anche quando ho ormai riletto mille volte un libro, mi resta il piacere di ritrovare un mondo che ho amato, un amico con cui ho passato dei bei momenti.Mi identifico nei libri che leggo e a volte dimentico la differenza tra finzione e realtà. Io ancora non mi sento del tutto di escludere che un giorno farò un giro in groppa a Falkor.
E sì, leggo qualsiasi cosa: i romanzi rosa, le istruzioni del detersivo, i saggi e le poesie. E spizzico i libri, e poi lascio che passi del tempo e magari lo rileggo tutto d'un fiato.
Sono stata obbligata a imparare a leggere ad alta voce: per tutte le mie scuole medie mi toccava sempre leggere in classe. Dicevano che ero portata. Io credo fosse solo per il vocione impostato. Com'è e come non è, ho imparato. E ho imparato anche che le cose, le parole, i pensieri detti ad alta voce hanno un altro senso, un valore diverso (e non vedo l'ora di leggere storie a mio nipote)E, anche se può sembrare un controsenso in un post in cui invece annuncio che ne parlerò, difendo anche il diritto di non parlare delle proprie letture. Non c'è bisogno di commentare sempre, argomentare e quant'altro.
Ci sono libri, come persone, che si amano perchè sì e basta. E spiegarlo rovinerebbe tutto (facciamo così: di quelli, vi trascriverò un passaggio e basta).
Ecco, a grandi linee questa sono io quando leggo. Ve la racconto una storia?