Lo scatto dei ticket sanitari per le visite specialistiche e gli esami èprevisto dal 1° gennaio 2014
Non ci sono solo Imu e Iva; sul tavolo del Governo c’è un’altra questione calda: lo scatto dei ticket sanitari per le visite specialistiche e gli esami previsto dal 1° gennaio 2014 che costerebbe circa 350 euro per ogni cittadino non esente. Sulla possibilità di eliminare lo scatto stanno lavorando insieme il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e quello della Salute Beatrice Lorenzin. Il Governo dovrebbe garantire una copertura di 2 miliardi che arrivano dalla riduzione della spesa sanitaria del 2012.
“Nuove riduzioni delle risorse del Servizio Sanitario Nazionale non sono sostenibili – scrive Federconsumatori in una nota – e le famiglie non possono permettersi di far fronte ad ulteriori spese. Consideriamo, inoltre, che in seguito ai recenti aumenti dei costi dei servizi sanitari molte prestazioni risultano, paradossalmente, più convenienti nelle strutture private. Occorre quindi adottare urgentemente provvedimenti e misure che non gravino sui già dissestati bilanci familiari dei cittadini e che non danneggino l’universalità del SSN.
Per troppo tempo è stata adottata una fallimentare e miope logica di tagli che ha messo in grave pericolo la nostra sanità pubblica: è giunto il momento di cambiare strada. A questo proposito – conclude Federconsumatori – sottolineiamo la necessità di avviare quanto prima i lavori per il nuovo Patto per la Salute e chiediamo al Ministero di dare ascolto anche alle Associazioni dei Consumatori, che quotidianamente registrano le concrete e crescenti difficoltà dei cittadini nell’accesso a cure e prestazioni”.
Interviene anche il Movimento Consumatori: “Non possiamo che essere perfettamente d’accordo con questo alt al ticket – afferma Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori- visto che i cittadini devono fare i conti con una situazione già economicamente insostenibile. Già allo stato attuale, il ticket su molte prestazioni risulta essere nettamente più alto rispetto al costo della prestazione privata.
“Siamo arrivati al punto paradossale – continua Mostaccio – che il 20% delle prestazioni erogate, tra ticket e addizionale di 10 euro, conviene ormai farlo a pagamento. L’ incremento di tale quota comporterebbe, quindi, un ulteriore aumento di questa percentuale, un maggiore ricorso alle strutture private e la conseguente drastica riduzione della tutela pubblica della salute dei cittadini”.
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