Chi meglio delle star della musica capisce come gestire e diffondere il prodotto musicale? C'è davvero bisogno di un intermediario, che viene spropositatamente pagato, tra artista e utente? Io credo di no. Io credo che ogni artista possa veicolare i propri brani ai propri fan senza che una casa discografica lucri sull'arte e sulla passione.
E quale mezzo di comunicazione o vettore è meglio di internet in questo senso?
Lo ha capito il rapper Jay-Z che ha recentemente la piattaforma di streaming musicale Tidal che oggi annovera tra i suoi sostenitori gente del calibro di Madonna, Jack White e i Daft Punk, solo per citarne alcuni.
Tidal è un servizio di streaming che permette all'utenza di accedere ai contenuti musicali dietro pagamento di un abbonamento mensile che varia dai 19,99$ al mese per lo streaming in formato lossless (file di tipo ogg e flac) ai 9,99$ per streaming lossy (il caro vecchio mp3) con la possibilità di accedere a un database piuttosto vasto che si amplia di settimana in settimana.
E' chiaro che Tidal e chi lo supporta vuole sfidare lo strapotere di Spotify (e dela nascente Apple Beats) accusato di corrispondere cifre molto basse agli artisti a fronte di guadagni consistenti per gli sviluppatori e gestori del servizio: in questo senso pare che Tidal offra royalties addirittura raddoppiate.
Se il mondo della musica, come abbiamo capito, sta radicalmente cambiando in seguito al cambiamento di abitudini dei fan, gli artisti si devono adeguare e forse è davvero giunto il momento in cui ogni artista deve gestire la propria distribuzione senza soggetti terzi che aspirino denaro come aspirapolveri.
Non sappiamo ancora quando Tidal arriverà in Italia.