E’ giunta l’ora di parlare di un titolo storico, uno shoot’em up che ha fatto la storia del genere. Il gioco in questione è Tiger Heli, arcade del 1985 sviluppato da Taopan per Taito e destinato in sala convertito successivamente per Nintendo.
E’ il prototipo dello shoot’em up a scorrimento verticale che andremo a descrivere brevemente in questa piccola recensione.
UN ELICOTTERO, SOLO CONTRO TUTTI
La super bomba, ogni elicottero ne aveva tre, numero che aumentava per i bonus
Protagonista, non poteva essere diversamente visto il titolo, è un elicottero da combattimento gettato nella mischia in zona di guerra. Il giocatore doveva affrontare una moltitudine sempre crescente di nemici. Unica arma a disposizione è uno sparo frontale e tre bombe che ripuliscono lo schermo dai nemici, mentre durante la missione (kamikaze) i bonus permetteranno di aggiungere uno o due elicotterini di supporto e di aumentare il numero di bombe. Vogliamo ricordare che il concetto di bonus all’epoca era in fase praticamente embrionale per cui trovarli in uno shoot’em up era piuttosto raro.
Quattro le aree da superare (per poi ricominciare), tutto ad ambientazione varia ma con nemici militari, nulla di fantascientifico. Il titolo, benché offrisse solo quattro stage vantava una buona varietà ed alternanza di ambienti con città, basi militari, porti e zone di montagna.
UNA DIFFICOLTA’ ESAGERATA
una delle tante ambientazioni di Tiger Heli, benché fossero solo 4 livelli il gioco aveva una discreta varietà ed alternanza
Un elemento che risalta subito e che è diventato quasi leggendario, è il livello di difficoltà del gioco. Davvero elevato anche per i vecchi giocatori hardcore. Almeno a nostro avviso. Superare le prime due aree era già un merito. Arrivare alla quarta era un impresa. Superarla e ricominciare con difficoltà ancora più elevato era eroico tanti e tali erano i colpi sparati dai nemici, carri armati, navi, caccia, e quant’altro
GRAFICA OK, SONO METALLICO MA LEGGENDARIO
Dal punto di vista tecnico, Tiger Heli si difendeva bene. La grafica vista dall’alto era di livello standard per l’epoca con colori netti ed assenza di sfumature. Le ombre erano presenti solo nello sprite principale: l’elicottero, le animazioni erano standard.
In poche parole, nulla che facesse gridare al miracolo
Il sonoro era composto dai classici effetti, esplosioni e colpi di artiglieri artefatti, vantava una colonna sonora in chiptune molto orecchiabile. Leggendaria quella degli High Score (dalla 10 alla quarta posizione, perché ve n’era un’altra riservata a chi iscriveva le proprie iniziali dalla terza alla prima), nonché i secondi iniziali del primo livello.
CONCLUSIONI
Su Tiger Heli si sono basati molti altri capolavori. Ampliando il concetto la lista sarebbe lunghissima (pensiamo alla serie 194x di Capcom anche se non c’erano gli elicotteri ma gli aeroplani). Il titolo era, ed è, davvero difficile, ed è forse questo il neo più grande di questa leggenda.
Anche il fatto che il titolo avesse solo 4 aree e neppure lunghissimo è un pregio, ma trattandosi di un arcade e per giunta difficilissimo, questo può essere soltanto nominale e non sostanziale.
Il sonoro (a nostro avviso) è memorabile, ma forse perché chi vi scrive è cresciuto a pane e queste note un po’ folli. La grafica benché fosse su livelli normali, si poteva classificare gradevole e disegnata in modo stilizzata ma efficace.
PREGI. Il prototipo dello shoot’em up. Tecnicamente di buon livello. Sonoro da leggenda.
DIFETTI. Davvero difficile, al limite della frustrazione. Non troppo lungo
VOTO: 8,5/10