Tim Cook ha tenuto ieri alla Bocconi di Milano il primo discorso pubblico in un’Università europea. Poi a cena da Cracco, per un incontro con Renzi.
Sono ormai lontani i tempi del famoso discorso di Stanford tenuto da Steve Jobs un decennio fa. E Tim Cook non è certo Steve Jobs (nè aspira ad esserlo). Ma l’accoglienza riservata ieri dall’Università Bocconi di Milano all’attuale CEO di Apple non ha avuto niente da invidiare a quella tributata negli stadi alle più famose rockstar. Gli studenti si sono messi in coda in attesa di entrare nell’Aula Magna sin dalle 9, due ore prima che iniziasse il discorso di inaugurazione dell’Anno Accademico (che Cook ha accettato di tenere su invito del Presidente dell’Ateneo Mario Monti e del Rettore Andrea Sironi).
Tim Cook ha letto il suo discorso in una ventina di minuti scarsi dal suo iPad Pro (in vendita in Italia da questo fine settimana). Durante il suo breve intervento si è rivolto agli studenti fondendo sapientemente marketing dei prodotti, passione e riferimenti alla filosofia della Apple sotto il suo comando. I pilastri di questa filosofia sono: sostenibilità ambientale (Cook ha ricordato come l’87% dell’energia degli stabilimenti Apple nel mondo provenga da fonti rinnovabili, e come l’azienda si sia impegnata a raggiungere il 100% in un prossimo futuro), tutela della privacy degli utenti (terreno di sfida con il colosso rivale Google) e apertura alle differenze (risale a un anno fa il coming out di Tim Cook). Questi punti riflettono la visione di un business votato al bene comune, alla base della cultura aziendale della Silicon Valley: «Non siamo qui per far soldi, ma per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato».
Non sono mancati poi elogi all’Italia, «un Paese che ha sempre dimostrato grande attenzione al design e ai dettagli. Ha dimostrato che l’eccellenza vuol dire fare la cosa migliore e non per forza produrre di più». Prima di concedersi per alcuni selfie e raggiungere Matteo Renzi presso il ristorante milanese di Carlo Cracco, Tim Cook si è rivolto agli studenti per incoraggiarli: «Spingete oltre le frontiere. Se lo farete riuscirete a creare un mondo migliore di quello che avete incontrato. Non siete solo cittadini italiani, siete cittadini del mondo e oggi potete fare sentire la vostra voce oltre ogni confine. Nessuna generazione ha avuto questa opportunità dunque usatela, alzate la voce! Speak up!».
A.S.
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