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Un giorno scoprono che un loro vicino di casa, un professore piuttosto eccentrico, è morto e che nella sua sala da pranzo c'è un imponente macchinario che serve a scattare delle fotografie.
Piuttosto particolari però perché scatta delle foto del futuro, di esattamente 24 ore dopo.
E che c'è di meglio di una macchina del genere per non farci qualche soldo?
Perché non vincere un mucchio di soldi alle scommesse delle corse dei cani?
Il problema è che non si deve alterare in nessun modo il corso del futuro ( quindi ricreare il più fedelmente possibile la scena per lo scatto delle 24 ore successive) e che i tre si rivolgono per le scommesse ad un allibratore piuttosto pericoloso che si installa nel loro soggiorno con il suo scagnozzo , una volta venuto a sapere dell'inghippo.
E anche tra i ragazzi le cose cominciano a non andare più nel verso giusto...
Sono appassionato di film che parlano di viaggi nel tempo e paradossi temporali per cui mi sono tuffato a pesce su questa piccola produzione indipendente americana scritta dagli esordienti Bradley King ( al suo attivo solo qualche corto) e B P Cooper ( al suo esordio dopo un decennio da produttore di cinema indie) e diretta da Bradley King al suo primo lungometraggio.
Non è corretto dire che Time Lapse parli di viaggi nel tempo perché tratta esclusivamente il tema dei paradossi temporali e nasconde questa sua anima sci fi sotto una solida corazza di thriller da camera.
Ok , abbiamo una macchina fotografica che scatta fotografie del futuro ma è solo lo spunto per soffermarsi sulle dinamiche che animano i vari personaggi in scena, tutti in qualche modo cambiati dall'occasione di fare soldi e sistemarsi per la vita.
Sempre i soldi, il denaro che manipola coscienze.
Time Lapse è , come già sostenuto prima, fondamentalmente un thriller da camera in quanto si svolge per la maggior parte del tempo nel soggiorno della casa dei ragazzi, un film che partendo dai concetti che animavano Primer ( esordio di oltre dieci anni fa targato Shane Carruth che elaborava il modello dei paradossi temporali seguendo un modello rigidamente matematico, risultando cerebrale e impegnativo da seguire) si sposta subito verso il cinema di genere e verso un altro esordio di quelli che un tempo fecero un discreto botto , quel Piccoli omicidi tra amici in cui il denaro e la presenza di un cadavere cambiavano continuamente le carte in tavola nei rapporti tra tutti i personaggi in scena.
Esattamente ciò che succede in questo film.
Bradley King con la sua regia nervosa e a tratti disadorna, ruspante , riesce a ricreare un'atmosfera molto tesa e a giustificare ognuno dei colpi di scena che snocciola regolarmente durante il film, un po' come la macchina fotografica che sputa fotografie a cadenze regolari.
Anche al di qua dello schermo ci ritroviamo ad attendere con ansia quella dannata fotografia , cercando di cogliere particolari che sembrano gettati lì a caso e che invece acquisteranno importanza col passare dei minuti( tipo la mancanza di certe fotografie)
Sinceramente non sono stato troppo a pensare a questa cosa delle modificazioni del futuro che possono determinare la scomparsa nel nulla cosmico di tutto quello che sta accadendo in quella stanza, non so neanche se sia veramente così, in un certo senso l'ho dato per scontato,l'ho catalogato come una sorta di espediente narrativo che diventa il carburante della suspense che percorre tutto il film.
Però è un'espediente che funziona alla grandissima visto che ogni volta rimette in gioco tutto e comunque riserva sempre la sua quota generosa di sorprese.
Time Lapse in questo senso è un meccanismo perfetto che segue la traiettoria curvilinea ma sicura di schioppettata, un film che arriva al suo scopo nei canonici 100 minuti senza perdersi troppo in digressioni e notazioni a margine e senza assomigliare a una puntata stiracchiatissima di Ai confini della realtà.
Ecco perché è più un thriller che un film di fantascienza, nonostante tutta la pappardella dei paradossi temporali in cui Bradley King sceglie scientemente di non andarsi ad incartare.
Tutto o quasi ha una spiegazione alla fine, anche se si scivola in un certo qual moralismo.
Magari con un po' di cattiveria in più sarebbe stato un cult immediato.
PERCHE' SI : paradossi temporali, basta la parola., ritmo sostenuto, pochi attori ma buoni, un meccanismo che intriga e cattura fin dai primi minuti.
PERCHE' NO: più thriller che sci fi, finale un po' troppo moralista, qualche snodo narrativo un po' forzato.
LA SEQUENZA : impressionante la parete tappezzata di Polaroid
DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :
1) Non sarò mai un bravo fotografo
2) I paradossi temporali è meglio lasciarli in pace senza cercare di modificare il futuro
3 ) La società è bella dispara e tre sono troppi ( come si dice a Roma).
4) Non lasciare mai armi in giro per casa.
( VOTO : 7 / 10 )
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