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Time walk

Creato il 05 luglio 2010 da Mcnab75


Dalla recensione su Mary Terror è derivata una considerazione che merita un posticino tutto per sé. Non si parla – per una volta – di libri, film o cose simili, bensì di vita vissuta (che fa più paura di 100 romanzi horror, eh!).

La domanda, semplice semplice, è più o meno questa: com'è il vostro rapporto col passato, e in particolare con gli anni dell'adolescenza/giovinezza?

Con un azzardo che forse sa di banalità, io ho sempre pensato che tutto ciò che appartiene a quel periodo della nostra vita è ammantato da un'aura (forse sfalsata) di bellezza. Per questo chi era giovane nei '60 tende a mitizzare quegli anni, chi è cresciuto a Indiana Jones e i Ghostbusters non finirebbe mai di parlare dei “magnifici” '80 etc etc.

A questo punto correggo un po' il tiro, affermando che tutto ciò che appartiene al nostro passato di ragazzini sopravvive nei ricordi con una valutazione decisamente estremistica. O era un periodo fatto di cose fantastiche, o erano anni orribili, da dimenticare.

I compagni di classe che ci torturavano erano dei mostri, dei veri sadici.

Oppure, la biondina conosciuta quell'estate al mare era di una bellezza mai più vista negli anni a seguire.

Estremi, appunto.

In linea di massima io sono però per il pollice alto. I miei ricordi adolescenziali sono più belli che brutti. Più memorabili che da rimuovere. Non so se tornerei indietro in pianta stabile, con un'ipotetica macchina del tempo, però valuterei almeno l'idea. Non considero l'età adulta una conquista. Assieme alle note libertà (sesso, patente, lavoro, soldi propri, vita di coppia etc etc), essa comprende una serie di responsabilità che ho sempre faticato ad accettare.

Diciamo che, con l'età adulta, pare esserci una sorta di contrappasso da pagare. Si passa dall'essere irresponsabili e intoccabili al dover subire ogni sorta di lordura che il mondo ci riserva. Pare non esserci via di mezzo, nessun rito di passaggio, come nei romanzi di Stephen King. Solo la più tipica delle raccomandazioni: “Adesso che sei cresciuto ti devi prendere le tue responsabilità”.

Dove per responsabilità s'intende più che altro fregature.

Da adulti viviamo una vita talmente schifosa, presi dalle nostre nuove responsabilità, che cerchiamo sempre più spesso dei placebo per credere di stare meglio. Per citare una fonte tra le più eccelse: “La pubblicità ha spinto questa gente ad affannarsi per automobili e vestiti di cui non hanno bisogno. Intere generazioni hanno svolto lavori che detestavano solo per comperare cose di cui non hanno veramente bisogno.

E anche: “Noi siamo i figli di mezzo della storia, cresciuti dalla televisione a credere che un giorno saremo milionari e divi del cinema e rockstar, ma non andrà così. E stiamo or ora cominciando a capire questo fatto.

Quando penso che a 13 anni per sentirmi un Dio mi bastavano cinquecento lire per una partita a Double Dragons, la bicicletta, la sacrosanta copia mensile di Dylan Dog, un paio di librogame e un giornaletto sconcio trovato nelle case abbandonate, mi riesce davvero difficile valutare il passato con obiettività.


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