Prendi una coppia felice con bimbetto paffuto e un morbido cucciolo al seguito, una sorella gemella perfida, un padre incallito fedifrago e una madre vittima appassita e rassegnata del suddetto padre. Ora aggiungi un tragico incidente e agita il tutto: la vita con tutto il suo carico di angosce, di non detto e di dolorosamente sopportato va in scena nelle trecento pagine di Una felicità imperfetta di Tina Seskis (titolo originale One Step Too Far - traduzione di Cristina Cortellaro).
Sembrerebbe il copione trito e ritrito di una "soap opera" che continua all'infinito o la trama di uno di quei romanzi tascabili definiti "chicken literature" ed in effetti lo è, ma innegabilmente il volume pubblicato in Italia da Mondadori è anche qualcos'altro: un'opera piacevole da leggere mentre andate al lavoro o, se siete fortunati e in partenza per le vacanze di Natale, in aereo/treno. La Seskis parte da un sogno tipicamente femminile, e forse non solo, in cui ad una vita che ci appare sbagliata si può sostituire, senza soluzione di continuità, una vita che è invece più giusta, più bella, meno pesante e meno dolorosa. Per farlo alla protagonista, Emily Catherine, basta mettere due vestiti in una sacca di pelle comprata con il marito a Marakkech, dire addio a quello stesso marito addormentato e prendere un treno che da Manchester la porta in una Londra vibrante di colori, rumori, gente diversa e nuove opportunità. Alle spalle lascia un dolore e un mistero, oltre al marito addormentato.
Tina Seskis passa dalla prima persona quando narra di Emily, divenuta Cat, in fuga nella grande Londra ad una distaccata terza persona, da narratore esterno, quando deve raccontare le vicende di Emily nella sua "prima vita" o quando deve raccontare degli altri personaggi le cui esistenze sembrano "rotolare" in quella di Emily/Cat: Caroline Rebecca è la gemella non desiderata dalla madre e sempre alla costante ricerca, a suo modo, di amore e affetto ma incapace di riceverne e darne, Ben è il marito dolce, timido ma sempre presente e poi compaiono, uno dopo l'altro, tutta una schiera di personaggi in cui Cat si imbatte nella sua nuova avventura londinese e che scuotono dalle fondamenta le certezze sulla vita, i suoi valori e ciò che Emily/Cat stessa è o credeva di essere fino a quel momento.
Una lettura veloce, piacevole e a tratti davvero avvincente
Certo, pensare che una mamma in fuga possa nel giro di nove mesi passare da una stanza in affitto in una spelonca abitata da una ridda di strani individui ad account executive di una delle maggiori società pubblicitarie della City con appartamento in stile vittoriano è forse un po' troppo, ma fino a quel momento la storia era stata abbastanza plausibile e, dopotutto, stiamo parlando di "chicken literature" e non di un capolavoro del verismo, no?
La vicenda si sviluppa in modo piacevole, tutto sommato, ed i personaggi che appaiono catturano, seppure per qualche breve istante, la nostra attenzione: come non restare affascinati dalla big boss della società di pubblicità che si fa chiamare Tiger, nascondendo ai più il vero nome che è Sandra Balls? E che dire del fidanzato, finalmente per bene, della gemella perfida che preferisce, colmo dei colmi, al suo corpo sottile da modella, la ciccionissima e grezza vicina di casa, madre di due figli adolescenti? Vogliamo poi raccontare della mamma di Cat che, scaricato dopo decenni il marito fedifrago, va in Kenya a scalare picchi e a dedicarsi, anima e corpo, soprattutto questo, alla giovane guida regalandosi la prima maratona di sesso sfrenato di tutta la sua vita?
È innegabile che Tina Seskis conosca l'universo femminile, le sue sfumature e sappia combinarle ed esasperarle ad hoc per strappare il sorriso e far girare le pagine del suo romanzo velocemente. Eppure l'elemento che mi ha colpito maggiormente è l'abilità di sorprendere, i cambi improvvisi di scenario, completamente inaspettati: da un'atmosfera di tranquillità, quasi di torpore, si precipita nel breve spazio di una frase nel dramma più completo ed inspiegabile. Questo stratagemma é usato più volte nel corso del romanzo e, per quanto il lettore lo sappia, l'abbia già sperimentato, tutte le volte, almeno con me, l'effetto di "fiato sospeso" è assicurato.
Una lettura veloce, la durata di un viaggio Milano-Roma andata e ritorno, piacevole e a tratti davvero avvincente in cui gli elementi del giallo, del thriller psicologico, del "doppio" e della letteratura rosa si intrecciano abilmente: non chiederei di più ad un romanzo tascabile in questa fine di anno. Ah sì, uno spiraglio di ottimismo ed anche questo, per fortuna, non manca in Una felicità imperfetta.