Nell’autunno 1952, uno sparuto gruppo di monaci benedettini lasciarono il sud della Francia per installarsi nel cuore del Medio Atlas, a 4 km da Azrou. Il monastero di Tioumliline venne costruito nel bel mezzo di una foresta, a 1600 mt di altitudine, e porta il nome della sorgente che alimenta Azrou. I padri di Tioumliline costituirono la prima comunità religiosa cristiana in Marocco, iniziando un cammino di preghiera, di lavoro, di silenzio e di austerità. Oggi, il monastero sta cadendo in rovina, i tetti sfondati, i vetri completamente distrutti, i muri crollati. Soltanto i pastori vagano con le loro greggi laggiù, sostituendo le grida dei bambini con i belati degli ovini. I monaci, lontani dall’idea di vivere reclusi, accolsero ed allevarono 50 bambini del paese, orfani abbandonati da tutti. Un dispensario, diretto da un monaco medico, aiutava anche la popolazione con consultazioni pediatriche e di puericultura. Il monastero diventò anche un albergo per i visitatori di passaggio sull’Atlas e contava 17 camere, dei piccoli bungalows e un camping durante la bella stagione. Studenti, appassionati di montagna, pellegrini e visitatori, il monastero riceveva anche la visita di personalità di spicco sia politiche che intellettuali. A partire dal 1956 numerose conferenze internazionali vennero organizzate al monastero, animate da eminenti intellettuali e teologi dell’epoca. Educazione e sviluppo erano all’ordine del giorno e queste riunioni erano condivise con i più alti responsabili marocchini e stranieri. Nazionalisti e artisti si ritrovavano all’ombra dei secolari cedri, come Medhi Ben Barka o il pittore Jilali Gharbaoui, che possedeva un atelier di pittura sul posto. Da non dimenticare che il monastero era anche un centro intellettuale per i giovani con una importante biblioteca che era disponibile a tutti gli studenti di Azrou. Oggi tutti questi libri sono in balia degli ovini e delle intemperie o ancora per accendere il fuoco. Questa oasi di pace e di natura era in primis, uno spazio di libertà individuale per tutti gli studenti e questo decretò la sua fine. Gli attori politici dell’Istiqal accusarono i monaci di voler conventire al cristianesimo la popolazione e il monastero venne chiuso nel 1968. I membri dell‘Associazione degli Anziani di Azrou, ricevuti dal defunto Hassan II, chiesero di poter trasformare il monastero in una scuola di “Acque e Foreste”, come racconta nel suo libro “Il collegio di Azrou, la formazione di una élite berbera civile e militare in Marocco 1927/1959“, l’ex studente Mohamed Benhlal. L’autore descrive l’entusiasmo di SAR Hassan II per il progetto che venne poi abbandonato in favore della apertura della scuola a Salè, lasciando Tioumliline all’abbandono. Un pezzo di storia del Marocco che si perde, senza tenere conto dell’importanza culturale di questo luogo magico, incastrato nell’Atlas, dove la natura e lo spirito umano libero si incontrarono, tanto tempo fà…
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