Per la verità è stato un incontro breve, un paio di match e poi al tappeto.
Lei, mica noi! Noi ci siamo scialate.
Lei purtroppo ha temporaneamente chiuso i battenti, dicendo che sarebbe tornata a inizio anno scolastico, che l'avremmo ritrovata in una struttura più idonea ad ospitarla. Noi le abbiamo voluto credere, ma con il beneficio del dubbio e un po' dispiaciute di aver fatto la sua conoscenza così tardivamente, giusto giusto qualche giorno prima del suo ritiro a vita privata per prossimo trasferimento.
E però abbiamo messo a frutto questo poco tempo: io ho ravanato tra scaffali polverosi rinvenendo qua e là preziosi volumi illustrati che ancora custodiamo temporaneamente nella nostra illustre dimora, in attesa di renderli; la pupa ha fatto amicizia con Pinocchio in persona, o almeno con la sua sagoma in ferro battuto, unico elemento decorativo che ornava gli spazi risicati e squalliducci delegati ad ospitare gli scaffali e i piccoli tavoli della biblioteca dei piccoli.
Io ho scoperto che non necessariamente occorre possedere fisicamente tutto ciò che leggiamo, e forse la soluzione preferibile in molti casi non può che essere quella di attingere al bene comune, chè tanto, diciamocelo, questi cartonati rischiano di rimanerci sul groppone a vita, una volta terminata la loro funzione educatrice nel giro di qualche anno; la pupa ogni giorno mi salutava all'uscita dal nido con la frase "Ha peso i bibli in bibloteca mamma?" ed era felicissima di scoprire quali novità io avessi in serbo per lei.
Bisogna dire però che la povera biblioteca languiva un po' nell'abbandono, e nella fattispecie la sezione dedicata ai "piccolissimi" necessiterebbe di una bella svecchiata...
Tuttavia, in mezzo a tanti orribilia, qualche tesoro è pur saltato fuori.
Ecco qua:
- Titolo: Il pappagallo di Monsieur Hulot
- Autore: David Merveille
- Dal personaggio di: Jacques Tati
- Editore: Excelsior 1881
- Collana: Piccole pesti
Oh, se non mi sono innamorata al primo sguardo! Questo libro è di una poesia unica, di una delicatezza, di un umorismo, di una genialità, di un'acuratezza tale, che sembra in tutto e per tutto una dichiarazione di amore. Che poi è quello che è, in fondo.
Protagonista è il timido romantico, sognatore bizzarro e solitario, Monsieur Hulot (per la pupa "Il tigno' Ulò", anche detto "Tomigliava a Pinocchio!"), distratto girovago, che, perso dietro le sue fantasticherie, incurante della vita concreta, delle convenzioni, delle conseguenze della sua sbadataggine, traccia percorsi stravaganti in sella alla sua bicicletta per le vie di una Parigi che non si può non amare.
Protagonista è anche la città, animata, viva, che ci si mostra in tutta la spettacolarità delle sue prospettive mozzafiato, negli stralci di vita degli abitanti che la percorrono, negli incontri ai crocicchi, nelle sue soffitte bohemien, nei suoi lampioni, nelle sue terrazze, nei suoi panni stesi, un mondo reale e concreto eppure così vicino all'immaginario che il confine si fa permeabile, e tutto diventa possibile...
Giusto un assaggino, eh! Tanto per farvi capire lo stile, ché non posso svelarvi troppo, sarebbe come raccontarvi il finale di un film.
Però posso mostrarvi qualche particolare qua e là, se non vi dispiace, così potete rendervi conto della cura per il dettaglio, dell'umorismo sotteso ad ogni singola figura, dell'universo che sta dietro a questa storia, della ricchezza di espressioni che offre alla lettura, pur risparmiando quelle verbali, cosa che d'altro canto lo rende accessibile al di là di ogni confine linguistico.
E se il vostro bambino rimarrà affascinato dalla scoperta, emozionato dal prima e dopo, entusiasta delle soluzioni imprevedibili che gli si aprono davanti agli occhi al dispiegarsi della panoramica visiva, voi adulti potrete deliziarvi andando a scovare con l'occhio quel microcosmo che alla prima mirata sfugge, come il signore che si scaccola in auto, credendo di non essere visto, lo sbirro che si avvicina minaccioso al suonatore di organetto, il bullo in motocicletta che rimorchia la ragazzina smorfiosa, le cialde che bruciano nella piastra, il tipo sbronzo che è collassato col naso nel calice di vino, l'anziana gattara che guarda la tv con la coperta sulle ginocchia o il rampante giovane yuppie che sfoglia riviste patinate nel suo salotto di design... cercate, cercate: troverete persino una cacca di cane!
Eppure mi riesce difficile definire questo libro un "libro per bambini".
Io credo che si offra a diversi livelli di lettura: a quello dell'adulto che indulge alla sua parte bambina, a quella del bambino che si improvvisa adulto, finalmente padrone di poter "leggere" le immagine a suo mnodo, senza bisogno del filtro interpretativo di chi conosce il codice della parola scritta.
Un libro da sfogliare divertiti, da raccontare ad alta voce o da assaporare in silenzio.
Due parole sulle meravigliose illustrazioni di David Merveille (nome loquens? Guardate qua e qua): una grafica pulita ed essenziale, campiture di colore uniformi dove l'ombreggiatura affidata unicamente alla scelta e all'accostamento dei toni e delle gamme, la profondità unicamente ai virtuosismi prospettici, il volume delle figure unicamente allo spessore del tratto.
Alla faccia delle tendenze odierne al 3D, questo eccezionale artista belga recupera il gusto per la bidimensionalità della "pura grafica" pubblicistica, in omaggio alla tradizione vignettistica del suo Paese, forte di un grande amore e rispetto per la cultura del fumetto, qui considerato una forma d'arte a tutti gli effetti.
(Scusate, ogni tanto mi piace atteggiarmi un poco a critica d'arte! Vogliate perdonarmi)
Con questo post partecipo al Venerdì del libro.
Per chi fosse interessato:
- le altre recensioni dei libri di pupa qui sul blog;
- la libreria della pupa su Anobii.