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Tipi da Videoteca (N°9) - Il Pizzaiolo a cui rodeva er culo (puntata unica) - Foto con D'Amico, calzoni lunghi e stretti e carfioci

Creato il 23 novembre 2015 da Giuseppe Armellini
Tipi da Videoteca (N°9) - Il Pizzaiolo a cui rodeva er culo (puntata unica) - Foto con D'Amico, calzoni lunghi e stretti e carfiociLa rubrica è finita, questo non è un patetico ripensamento.
Ma ci tengo a Ciku e almeno presentargli il pizzaiolo glielo dovevo.
Che poi fa questa unica puntata su di lui è come dire che i Fratelli Karamazov eran russi e non aggiunge altro.
Ma almeno una se la meritava ;)
"La vedi quella foto lassù?" mi fa mentre una famiglia di grassi si sta mangiando nel tavolino ad un metro da me una teglia intera di pizze.
"Quale?" Rispondo io mentre mi sto invece scofanando il mio solito calzone alla salsiccia, uno di quelli che solo lui li fa così, lunghi e stretti come il pene di Siffredi, magari non lunghi in quel modo, è vero, ma sempre comunque lunghi.
"Ma sei cecato?" me fa, "quella lì, non lo vedi er dito?"
Seguo il suo dito e invece che portarmi sulla Luna mi conduce ad una foto stipata lassù in alto.
"Si, la vedo, sei te quello no?"
"E certo che so io, chi cazzo doveva esse, che metto la foto degli artri? E quell'artro non lo riconosci?"
In effetti è un volto noto.
Mi viene.
"È D'Amico no?"
"Si, bravo, allora non sei cosi stronzo come sembri"
Notare che i romani usano "stronzo" con almeno 27 diverse possibili accezioni.
Intanto la famiglia al tavolo ha fatto fori mezza teglia de roba, vedo solo le pappagorge cercare disperatamente di evitare i rutti da coca cola.
"Ecco, quello lo sai che periodo è?"
La foto mostra il pizzaiolo con un cestone de capelli ricci e un paio de baffi notevoli.
Azzardo:
"Sarà una trentina de anni fa no?"
"Non t'ho chiesto de quanno è, ma che periodo era"
"Non lo so"
"Era quando me rodeva er culo"
Mi scappano delle risa in modo esagerato, provo a trattenerle ma non ce la faccio, tipo diga del Vajont.
"Ma che cazzo te ridi? Lo sapevo io che non capivi un cazzo ma ogni volta me lo confermi"
"No, scusa, hai ragione, ma m'ha fatto ride la cosa del rodeva er culo"
"Rodeva er culo si, è lo sai perché?"
"No"
"Perché ero er capo del monno"
Rodere il culo a Roma principalmente significa "prendersela" ma in un altro significato in effetti dà una specie di onnipotenza.
"Quello è uno che glie rode er culo" significa che se la comanna.
Intanto entra gente ma lui, come sempre, continua il suo lavoro fregandosene di non apparire per quello che non è.
Lui è uno vero, può piacere o non piacere ma è uno vero.
"Recitavo a Cinecittà, facevo la bella vita, ero piano de sordi e de donne. Li conoscevo tutti quelli, D'Amico era n'amico. Se non ero no stronzo non m'ero rovinato e finito qui a dà da magna a una testa de cazzo come te"
Mi offendeva sempre, sempre.
Era il suo modo di fare, e a me piaceva moltissimo. Ammetto che a volte non era solo un gioco e proprio me le diceva con cattiveria, ma se sei amico di uno così devi accettare la cosa.
"Che fine hanno fatto i soldi?" gli faccio io.
"Me li so magnati tutti"
E il come se li è magnati sono cavoli suoi che certo io non devo raccontare qua.
Anzi, mentre lui mi dice come ha magnato i soldi voi concentratevi invece sulla famiglia di grassi che ha appena finito il teglione de pizze e sta ruttando se prenderlo un altro, di teglione, o no.
Il pizzaiolo a cui rodeva er culo era, credo è, un ottimo pizzaiolo. È una persona senza peli sulla lingua, uno che di cazzate ne ha fatte parecchie, dice lui, ma ti da la sensazione di non nascondere nulla.
La sua pizzeria si chiama "Come te pare" perché in teoria quella era la legge che vi albergava dentro, te la fa come te pare.
Na volta magari che adesso per colpa della crisi le pizze le fa come pare a lui, no a noi.
E io, uno che glie da un gusto immenso rompe le palle, ogni volta stavo là a fallo diventa matto.
"Ascolta, me la fai col lardo de Colonnata? Me la fai coi gamberetti? Me la fai co la n'duja? Me la fai col Pata Negra?"
Lui ogni volta al primo ingrediente me diceva che non ce l'aveva, al secondo capiva che ero io che cacavo il cazzo e diventava na furia, non capendo assolutamente la mia ironia.
Anzi, ogni volta che c'era qualcuno mi indicava e diceva loro:
"Ma voi uno così deficiente lo conoscete? No, perché ve assicuro che uno così deficiente non esiste"
In realtà mi stimava molto, gli screzi erano sempre e solo dovuti ad un mio modo di far ridere che a lui non solo non faceva ridere, ma era una cosa al limite de tiramme la pala delle pizze.
Fece la tessera al mio videonoleggio, del resto eravamo a 30 metri di distanza.
Prese un film.
Il giorno dopo me lo riportò dicendo:
"Ma mica va bene così"
"In che senso scusa?"
"Ora possibile che io te piglio i film e poi me devo ricorda de riportatteli"
"Ma sei serio?"
"Io so serio, sei te che sei deficiente"
"Cioè, me stai a chiede se a un videonoleggio è giusto se uno che noleggia un film poi lo deve riporta indietro? È come se io te magno na pizza e poi te chiedo se è giusto che poi la pago anche"
"Ascolta, m'hai rotto er cazzo, pigliela la tu tessera."
E me la getta a terra.
Di tutti quegli anni passati con lui, anni di mega offese, quasi tutte alla romana però, col core, quella era la prima volta che davvero rimasi spiazzato, sorpreso, e anche offeso. Non riuscivo veramente a capire che cosa fosse successo.
Per mesi non andai più da lui, e lui non venne da me.
Due persone che si volevano bene, a pochi metri di distanza, ma ognuno per motivi diversi non aveva il coraggio di farla finita.
Poi, non ricordo nemmeno come, neanche se parti da me o da lui, tutto tornò a posto.
Io vi giuro che ogni mezz'ora passata da lui potrebbe essere una puntata a lui dedicata in questa rubrica.
Peccato non avere più la forza di farla.
Decine, centinaia  di risate.
A volte c'era gente che veniva in negozio e mi diceva:
"Dai Peppe, andamo a prende un calzone da ..............e poi te lo fai incazza."
Mi usavano come provocatore, ruolo che mi riesce benissimo tra l'altro.
Vedello preparà le pizze, servittele con un "questa è la meglio pizza che te poi magnà", vedello incazzasse sempre, non essere mai accomodante, trattà i clienti con una specie "Io so così, te va bene? se non te va bene vattelaapigliànerculo".
Anche gli stranieri.
"Avete...pizza...con...carfioci?"
"Con che??" rispondeva lui
E lo straniero "Carfioci"
"Ascolta, i carfioci valli a cercà de fori, qui non ce sono. Al massimo te potevo dà i carciofi ma non c'ho manco quelli, a parte uno (indicava me)"
La coppia straniera andò via sbigottita mentre lui impastando la pizza continuava a dire "carfioci, carfioci, volevano li carfioci questi, ma come cazzo se fa".
Potrei star qui a ricordarmi decine de cose, ma non ha senso.
Semmai ha più senso tornar là, daglie n'abbraccio, mangià il ca(l/z)zone Siffredi e chiedeglie se me fa na pizza col Pata Negra.
E poi fuggire, ridendo, mentre cerca di colpirimi con i mortacci mia.

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