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Tipologie di Italiani all’estero

Creato il 02 dicembre 2013 da Koalalondinese @farego
by Koala Londinese on Dec 2, 20137:28 pm 9 Comments

In questi anni di vita all’estero, ho potuto incontrare parecchi Italiani (Londra é un porto di mare, fatta di gente che viene e che va) e ho deciso di stilare una scherzosa lista di tipologie d’italiani all’estero.
Eh, senza offesa! :D :D :D

 

  • Il “Rinnego tutto!”

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Tipologia di italiota che al solo sentire nominare la parola Italia, scatta subito con il tormentone de: “In Italia fa tutto schifo mentre in UK è tutto fantastico!“. Ad ogni persona che gli dice qualcosa di positivo sull’Italia, lui subito scuote la testa e lo bolla (mentalmente o verbalmente) come: perdente, sognatore, illuso, disinformato, e via dicendo. In Italia non rimetterá MAI piú piede, manco per le vacanze, manco per la lasagna di mammeta. Per costui la nostra nazione é allo sfacello e spacciata, assieme a tutti coloro che si ostinano a voler vivere lí.

 

  • Il “Rinnego tutto!” II

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Rispecchia al 90% la tipologia di uomo o donna italiana appena descritta su, con la sola differenza che non rinnega affatto il buon cibo italiano e/o fare le vacanze nel bel paese. Prende l’Italia a piccole dosi e se puó spesso lo fa di nascosto, che se no gli si rovina la facciata!

 

  • Il “Lo stallone italiano”

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Siccome negli anni 80 Madonna girava con la t-shirt con la stampa “Italian do it better“, lui crede che: per il solo fatto di essere italiano avrá gnocca ovunque, per il solo fatto che le ragazze inglesi vestono con pochi straccetti addosso pure in pieno Gennaio, allora la danno facile, e per il solo fatto che é italiano allora é normale che le inglesi lo ritengano paragonabile a Rocco Siffredi sia in dimensioni, che capacitá lettifere.

 

  • Il “Dubbioso” detto anche “Vado, non vado”

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Sono tipo 10 anni che vive all’estero peró non é mica tanto sicuro che gli piaccia e/o che voglia restarci. Sta sempre sul chi va, praticamente non ha mai disfatto del tutto la valigia, non fa nessun acquisto importante (casa, macchina…) perché non si sa mai che finalmente si schiarisca le idee e decida se tornare in Italia o restare all’estero. Anche dopo anni e anni di vita all’estero, sono ancora sui forum alla ricerca di informazioni sul da farsi della serie: Ciao ragazzi, non son mica tanto sicuro di volere rimanere a vivere qui. Che mi consigliate rimango o vado?

 

  • Il “E no che non mi fermo!”

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Iscritto a tutti i gruppi di FB e forum dedicati alle varie nazioni/cittá: Italiani a Vienna, Italiani a Parigi, Mosca, Tokyo, New York, LA, Toronto, Bombay, Pechino, Sidney, Marte, Saturno anelli compresi. É sempre alla ricerca di migliori condizioni di lavoro, vita, soldi, legge, relazioni, case, cibo, meteo, mezzi pubblici, aria … Insomma basta che nel post o articolo che sia, si legga roba tipo: la Nazione/cittá con il miglior, la Nazione/ cittá con i piú bei … e lui é giá lí con mappe e guide pronto a salpare verso nuovi e ben piú promettenti lidi.

 

  • Il “Ma che dici!” detto anche “So tutto io!”

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Giá dallo scatto del primo anno di vita all’estero, lui o lei che sia, si ritiene un tuttologo del posto. Qualsiasi cosa gli si dica giusta o sbagliata che sia, lui subito ti corregge “ma noooo ti sbagli vivi qui ma ancora non sai tutto!” Anche quando ci azzecchi, lui ti ricorda che non é del tutto cosí, o che ti stai dimenticando di dire questo e quello. Non resta che arrendersi all’evidenza che nonostante siano 50 anni che vivete all’estero, in quella data nazione e cittá, voi non ne saprete MAI quanto ne sa lui/lei!

  • Il “So tutto io!” detto anche “Il Doganiere”

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Fosse per lui metterebbe controlli strettissimi per tutti gli italiani che valicano le Alpi in cerca di fortuna. Si barrica dietro al concetto de: ”arrivano sempre gli italiani a rovinare tutto! Gli italiani non sono capaci di vivere all’estero! Gli italiani si fanno sempre riconoscere!” Sa tante cose ma guai se te le dice. Critica ma non fornisce alternative, consigli o soluzioni. Ha una visione orrifica dell’italiano tipo orda barbarica che dove passa tutto rovina, e si dimentica peró che anni prima lui era come tutti gli altri: un biglietto aereo di sola andata, una valigia e tanta confusione dentro la testa.

 

  • Il “Nostalgico”

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Basta sentire la parola Italia, casa, il nome della sua cittá, due turisti italiani che chiacchierano a gran voce fra loro, vedere un espresso, pizza, un tricolore, uno spicchio di sole, di aglio, il basilico … che subito si rattristisce e si fa malinconico, pensando alla sua cara Italia. Vive sempre con il pensiero rivolto a ció che ha lasciato, e ogni vacanza é sempre in Italia a casa di mamma e papá.

 

  • Il “Nostalgico-Comparativo”

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Il suo motto é “buoni ma non sono come quelli: di mia mamma!” Qualsiasi cibo assaggi pure che é thailandese lui/lei riesce a trovare qualcosa che gli permette di fare una comparazione con quello che cucina sua madre, sua nonna, suo padre, la sua ragazza … Compara tutto quello che puó con l’Italia stessa commentando con frasi del tipo: bella Londra eee ma il tempo in Italia, il cibo in Italia, la gente in Italia, i negozi in Italia … Un’infinitá di raffronti che ti fa sorgere l’immenso dubbio sul perché si sia trasferito all’estero.

 

  • Il “L’ho dovuto fare per forza!”

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E qui passiamo all’evoluzione del Comparativo. É quello che si é trasferito per forza perché in Italia non trovava lavoro, non aveva questo e quello e la nazione l’ha costretto a far valige ed andarsene altrove. In certi casi é molto rabbioso, vive male la sua non-scelta e cerca di ricordarlo appena puó con frasi della serie: Ah ma se le cose fossero andate diversamente…, ah ma se in Italia funzionasse questo e quello io allora… Non tollera assolutamente quelli che gli dicono che la vita all’estero é figa, o quelli che hanno scelto volontariamente di vivere oltre-Alpe. Qualsiasi cosa gli diciate sull’espatrio, ditegliela con poca enfasi e gioia, se no state pur tranquilli lui troverá sempre un modo per smontarvi!

 

  • Il “Sorry, I’m British!”

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Ciao Roberto! No mi chiamo Robert. Ah ok ma perché bevi cosí tanto tea? Perché é normale, noi British ne beviamo tanto! É nato magari nel cuore di Roma, parlava fino ad un paio di anni fa romanaccio stretto, gli amici lo chiamavano Robbé, e lui si scolava giú caffettini su caffettini al vetro nel baretto di Testaccio. Da quando é andato a vivere in UK tutto é cambiato, e ormai é un inglese a tutti gli effetti. Fanatico della nazione in cui vive, beve esclusivamente tea, chiede scusa mille volte, usa il dear ovunque, parla solo inglese pure con la nonnina centenaria italiana mai espatriata, non si ricorda piú come é guidare sulla destra, spezza i spaghetti, la domenica c’é solo il Sunday Roast, parla a bassa voce e contenendosi, sa tutto sulla monarchia gossip compresi, e guarda gli italiani con aria mista fra snobbismo e fastidio.

 

  • Il “Mi fai pena”

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Nei forum e gruppi FB é sempre quello che commenta in maniera positiva la vita all’estero e critica chi é ancora rimasto in Italia bollandoli come pecoroni, smidollati, illusi … Sottolinea con le sue parole la pena (non quella misericordiosa stile Madre Teresa di Calcutta) verso i connazionali rimasti in Italia, mentre lui si vanta di come la sua vita sia nettamente migliorata sotto tutti i fronti. Da assumere con cautela come si fa con i medicinali!

 

  • Il “Carrierista” detto anche “Startupparo”

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Va sempre di fretta, veste tipo Lapo Elkann e pochi capiscono davvero cosa faccia nella vita. Ma a sentire lui o lei che sia, ha avviato qui a Londra nel cuore della city una Start-Up, di cosa non é chiaro. Intanto sembra avere un’agenda tipo Yuppy anni ’80 incrociata come quella di Lady Gaga, ed é ovunque, e comunquemente impegnato nella sua scalata ai vertici di … cosa non si sa!

 

  • Il “Fancazzista!” 

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Non si capisce da cosa abbia dedotto che a Londra si beve, sballa, balla, cucca e diverte 24h. Tale nozioni forse apprese da un amico fattosi un week end di passaggio a Londra, l’hanno reso ostinato tanto che: rimbalza da un lavoro all’altro, conosce tutti i pub della zona dove abita, vive con altre 2o persone di diverse nazionalitá in un appartamento, é sempre ad una festa, si alza all’ora di pranzo, frequenta un fantomatico corso d’inglese ma dopo 1 anno ancora é fermo a the pen is on the table, e non capisce proprio come mai non sei libero  per farti una birretta, una pizzata, una sballata in disco, un’uscita fino all’alba … Perplesso si pone domande mistiche della serie: mica sarai venuto davvero a Londra per lavorare?

 

  • Il “Sono solo di passaggio”

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Arrivato in UK 20 anni fa con l’idea del mi faccio solo un estate vacanza/studio, non ha piú levato le tende ma vive ancora c0me se le dovesse levare da un momento all’altro. Ogni anno allo scoccare della mezzanotte del 1 Gennaio pronuncia la fatidica frase: mi sa che con l’anno nuovo me ne torno a casa. Ogni estate torna a casa per le vacanze, si fa prendere dalla nostalgia, e torna su a Londra convintissimo che é ora di andarsene, poi il tran-tran riprende e lui rimanda il ritorno a data da destinarsi.

 

  • Il “Londra-Mai!”

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Hanno scelto di rintanarsi lontano dalla metropoli inglese, in piccolissime contee che per vederle sulla mappa devi prendere la lente d’ingrandimento. Snobbissimi definiscono Londra incivile, invivibile, inquinata, orrenda, spreco-di-soldi, … e “cogl@ni” quelli che ci vanno a vivere pensando di poter sfondare e far carriera. Quando leggono su un forum di qualcuno che ha problemi a Londra, quasi ci godono e gongolano lasciando commentini/stilettate acidi verso gli il mal capitato di turno.

 

  • Il “Sto bene ma…”

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Italiano ben sistemato all’estero sia per quanto riguarda lavoro, famiglia/fidanzata, soldi … Nonostante tutto se stuzzicato ha sempre e comunque qualcosa che non gli quadra, che non gli piace, che non gli torna, che non tollera, accetta, ama del paese in cui vive. Tutto bello qui a Londra a parte che … Ah gli inglesi mi piacciono solo che … La birra inglese é buona peró … Tranquilli in qualsiasi paese andrá a vivere e/o a far vacanza il ma, se, forse, magari, lo accompagneranno per sempre!

 

  • Il “Tutto figo, fighissimo!”

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Qualsiasi cosa gli chiediate lui vi risponderá sempre che é tutto bello, tutto magico, tutto figo, tutto ok, tutto arcobaleni, glitter, unicorni insomma tutto magnifico! Tralascia sempre i lati peggiori della vita all’estero, non dice quanto ci ha messo ad arrivare ad avere un posto di lavoro decente, tralascia dettagli di quando viveva con due sterline in case con altre 10 persone, e rende tutto agli occhi di chi lo guarda splendido-splendente. Tramanda cosí la leggenda de: a Londra tranquillo pure senza sapere un h d’inglese ti assumono anche come insegnante d’inglese per il figlio di Kate e William!

 

  • Il “Un pezzo di casa mia qui”

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Ogni volta che scende per le vacanze in Italia, riporta indietro di tutto. Scatolame, biscottame, salami, mozzarelle, conserve, nonnina che fa la pasta fresca, mamma che ti fa le crostate, nonno che distilla il limoncello … Si fa spedire cosí tanti pacchi che ormai il postino é un coinquilino della casa per quante volte viene a consegnare la merce. Le sue valige pesano quintali e contrabbanda di tutto: prosciutti, lonze, sottaceti, bufale, biscotti … Se hai voglia di un pezzo d’Italia sai che da lui/lei trovi qualsiasi cosa, é piú rifornito del supermercato e mercato rionale dove tua mamma va a fare la spesa! É l’amico/a indispensabile per ogni expat.

 

Voi ne conoscete altri?

Sir Koala ringrazia e saluta.

 

Tags: Inghilterra, Italia Previous postVivere a Londra single e felici!

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