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Tiroide e gravidanza, ecco che cosa fare

Da Ilviaggiodiunavita
Fonte Corriere della Sera
Dagli Stati Uniti le indicazioni per lo screening e la cura delle malattie della tiroide quando la donna è in dolce attesa

Tiroide e gravidanza, ecco che cosa fare

Immagine tratta da Gravidanzaonline.it


Come funziona la tiroide? È una domanda che dovrebbe essere posta a tutte le donne che vogliono un figlio e a coloro che già aspettano un bambino, perché in gravidanza un «malfunzionamento» di questa importante ghiandola può influenzare la salute del nascituro: un deficit di ormoni tiroidei, ad esempio, può provocare danni allo sviluppo cerebrale e psicomotorio del bimbo mentre un eccesso può portare ad aborto, nascite premature e malformazioni congenite. Proprio per evitarlo e per gestire al meglio eventuali malattie della tiroide durante la gravidanza l'Endocrine Society statunitense ha aggiornato le sue linee guida in materia, dando indicazioni molto pratiche su che cosa fare e quando.
CONTROLLI – Nonostante la pericolosità delle patologie tiroidee, esordiscono gli autori, non c'è necessità di uno screening a tappeto prima della gravidanza nelle donne sane, senza sintomi specifici. Va detto purtroppo che i segni di iper e ipotiroidismo sono molto variegati e a volte difficili da ricondurre alla tiroide: vanno infatti dalla tachicardia alle gambe gonfie, dall'aumento dell'appetito a una maggiore intolleranza al caldo o al freddo, fino all'astenia e alle difficoltà di concentrazione. Così, in caso di dubbi per la presenza di sintomi sospetti, è sicuramente opportuno fare un controllo e misurare il grado di attività della ghiandola; sicuramente occorre farlo nelle donne che sono a rischio di malattie della tiroide perché ad esempio hanno più di trent'anni, una storia di aborti ripetuti o problemi di fertilità, soffrono di malattie autoimmuni o vivono in una zona dove è probabile un deficit di iodio. A tutte le donne, inoltre, per garantire una corretta funzionalità della tiroide gli esperti raccomandano di introdurre 150-200 microgrammi di iodio al giorno sotto forma di sale iodato o assieme ad altri eventuali complessi vitaminici, possibilmente iniziando già prima del concepimento; altrettanto importante assicurarsi un apporto di circa 250 microgrammi di iodio al giorno durante il periodo dell'allattamento, così che il piccolo riceva attraverso il latte un centinaio di microgrammi al giorno di questo elemento.
TERAPIE – In caso di ipertiroidismo, che secondo le stime si verifica in circa due gravidanze ogni mille, si devono usare farmaci anti-tiroidei: la sequenza “giusta”, stando agli statunitensi, prevede l'uso di propiltiouracile nei primi tre mesi e metimazolo dopo e anche le linee guida della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia in materia di tiroide e gravidanza confermano che si tratta dei medicinali di prima scelta. Nelle donne che prendono questi farmaci e in coloro che hanno livelli elevati di auto-anticorpi per la tiroide perché soffrono di tiroidite autoimmune, che secondo stime italiane riguarda fino a una neomamma su dieci, bisogna inoltre verificare che non ci siano disfunzioni tiroidee fetali facendo ecografie a 18 e 22 settimane e poi ogni 4-6 settimane durante la gestazione. «Un eccesso di anticorpi materni per la tiroide è associato ad alte percentuali di aborto, ma con le evidenze attuali non si può ancora consigliare un trattamento a base dell'ormone tiroideo tiroxina: non sappiamo infatti se queste cure possano davvero ridurre il tasso di aborti – scrivono gli autori –. Se in gravidanza si scoprono noduli alla tiroide occorre esaminarli: si può aspettare a dopo il parto solo se la scoperta avviene nelle ultime sei settimane. La biopsia con ago aspirato è raccomandabile per i noduli solidi superiori a un centimetro, per quelli complessi da 1,5-2 centimetri e al di sotto, fino a noduli con diametro di mezzo centimetro, se la donna è ad alto rischio o l'ecografia fa nascere sospetti». No allo iodio radioattivo, infine, nelle donne in gravidanza o che allattano; chi si sottopone a questa terapia per un tumore alla tiroide, inoltre, deve aspettare dai sei ai dodici mesi prima di mettere in cantiere un bimbo.
Elena Meli 

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