di Ferdinando Cocciolo
La Tirreno-Adriatico della grande impresa di Alberto Contador (trionfatore nella classifica finale) sul Muro di Guardiagrele, ma anche del nostro Adriano Malori, capace di vincere, nella cronometro conclusiva, sui favoriti Fabian Cancellara e Bradley Wiggins
È stata soprattutto la Tirreno-Adriatico di Alberto Contador, dell’immensa voglia di questo campione di ritrovare soprattutto se stesso, il gusto della vittoria, dell’impresa. Ma è stata anche una Tirreno-Adriatico che ha dato significative risposte in chiave Milano-Sanremo, la “Classicissima” di primavera che sabato prossimo avrà un degno vincitore, sicuramente il più forte in una gara affascinante, ma soprattutto molto difficile da interpretare tatticamente.
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Dicevamo di Alberto Contador, sicuramente il più forte corridore nelle grandi gare a tappe degli ultimi dieci anni. Voleva vincerla a tutti i costi questa Tirreno-Adriatico (che già aveva messo tra gli obiettivi più importanti della stagione) e ce l’ha fatta, grazie ad un’impresa “di altri tempi”. Contador, Nairo Quintana, Roman Kreuziger; questo il podio finale da “grandi corse a tappe”, se si pensa che i primi due classificati saranno grandi protagonisti al Tour de France e al Giro d’ Italia.
Sono stati sette giorni spettacolari, la cronometro a squadre di apertura e quella individuale finale, ma indubbiamente, proprio la tappa stravinta da Alberto sul Muro di Guardiagrele ha tenuto incollati i tifosi ed appassionati, dal primo all’ultimo minuto. “Spettacolo puro”, con il Passo del Lanciano che già aveva creato in gruppo una certa selezione, e quel Muro finale, a due km circa dalla conclusione, che sembrava “impossibile”, con pendenze che addirittura arrivano sino al 30%. Lo spagnolo ha attaccato a 32 km dall’arrivo, facendo il bis (due tappe consecutive vinte) in una Tirreno-Adriatico che, per quanto riguarda i nostri colori in classifica generale (a parte il sesto posto finale di Domenico Pozzovivo), non ha dato risposte proprio positive. Ma alcuni dei nostri grandi (Basso e Scarponi in primis) hanno interpretato la corsa soprattutto in preparazione dei prossimi appuntamenti e in particolar modo il Giro d’Italia. In compenso c’è stato il duello Contador-Quintana, con il “torero” che ha annichilito l’avversario sul Guardiagrele (1 minuto e 51 secondi il distacco finale). E gli altri, considerati potenziali concorrenti per la vittoria finale? Nella tappa del trionfo di Contador, Kwiatkowski è letteralmente naufragato, a circa sei minuti. Cadel Evans, molto atteso e considerato in ottima forma (alla luce anche delle buone prestazioni al Tour Down Under), ha deluso le aspettative. Sulla prima salita era senza gambe, mentre sul Guardiagrele è affondato, lasciando praticamente dubbi su quanto Cadel possa ancora fare in una carriera che comunque gli ha già dato molte soddisfazioni. Ci si aspettava qualcosa in più da Michele Scarponi (che ha quasi sempre ben figurato nella Tirreno-Adriatico), ma l’alfiere dell’Astana non è stato mai protagonista in salita, probabilmente anche consapevole di dover dosare le forze in vista di un doppio, ambizioso appuntamento Giro-Tour de France. Dunque, a parte Adriano Malori e Matteo Pelucchi (di cui parleremo a breve), italiani deludenti in una corsa che rappresenta pur sempre una delle gare a tappe più prestigiose della stagione. Tra questi, inevitabile il riferimento a Damiano Cunego che, dopo un avvio di stagione promettente (tra i grandi protagonisti del Gp.Lugano), è “nuovamente” scomparso, entrando puntualmente nel “limbo” dei dubbi e diffidenze su un atleta che è ancora alla ricerca di se stesso.
Tirreno-Adriatico in chiave Milano-Sanremo, come è sempre stato. In quest’ottica, le indicazioni sono state importanti, ed inducono a parlare soprattutto di due corridori: Peter Sagan e Mark Cavendish. Il primo è già considerato da molti addetti ai lavori e non solo il grande favorito della Sanremo, capace di vincere in volata oppure attaccando sulla salita del Poggio. Ha vinto la tappa di Arezzo e la classifica a punti, lanciando precisi segnali agli avversari, velocisti e passisti. Il secondo è certamente rinvigorito dal fatto che sabato prossimo mancherà la salita della Pompeiana nella Classicissima di primavera, dunque ha fatto “le prove”. Ha vinto l’ultima volata, spinto da un Alessandro Petacchi che sembra “ringiovanito”.
Menomale che abbiamo avuto un grandissimo Adriano Malori a cronometro e il giovane Pelucchi. Il portacolori della Movistar non crede ancora ai suoi occhi… ha trionfato nell’ultima cronometro, ad una media eccezionale sui 53,4 orari, annichilendo i grandi favoriti Fabian Cancellara (a 6 secondi) e Bradley Wiggins (a 11 secondi). Sicuramente, il più importante e significativo successo di un nostro corridore in questa prima parte della stagione, che quindi vede in Adriano un validissimo punto di riferimento, ad esempio, per il mondiale a cronometro a cui sta già pensando seriamente il ct. Cassani. E Pelucchi? Una giovane, sorprendente promessa nelle volate che, tuttavia, non “inquadrano” al momento l’appuntamento della Milano-Sanremo.
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