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Titoli di Stato, offrono ancora sicurezza Bot e Btp in un contesto politico ed economico fragile?

Da Mrinvest

Titoli di Stato, offrono ancora sicurezza Bot e Btp in un contesto politico ed economico fragile?I recenti declassamenti da parte delle Agenzie di rating Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings nei confronti dell’Italia, con i tagli del rating sul debito pubblico, hanno prodotto non solo scossoni nei mercati azionari, ma anche in quelli obbligazionari. I tassi di interesse dei titoli di Stato italiani sono lievitati e sarà difficile che ritornino ai livelli pre-crisi in tempi brevi. Il taglio del rating ha portato l’Italia ad essere un Paese, non proprio sull’orlo del baratro, ma non più ritenuto solido e sicuro come lo era prima.
La situazione attuale rimarrà tale ancora per molto tempo, e prima che il differenziale tra tassi italiani e tassi tedeschi (lo spread tra il Btp e il Bund tedesco con scadenza dieci anni), che oggi è di 355 punti (dopo aver raggiunto il picco di 413 il 4 agosto), possa ritornare ai livelli di qualche mese fa (intorno ai 250 punti), ripetiamo, passerà molto tempo.

Che conseguenze porterà in pratica questa sorta di stallo dei tassi? Che la Borsa sarà

ancora volatile, perchè soggetta agli umori di grossi gruppi finanziari ed alla speculazione, e che prestiti e mutui costeranno di più.
Lo Stato dovrà pagare interessi più alti per ottenere prestiti dagli investitori attraverso le emissioni di titoli, e nel lungo periodo un debito più costoso per lo Stato avrà chiaramente degli effetti negativi. Potrebbero essere necessarie altre manovre aggiuntive e, con i consumi in diminuzione, la conseguenza di una probabile contrazione della produttività delle aziende e relativo aumento della disoccupazione e della cassa integrazione è molto alta. Insomma, l’Italia rischia di diventare un Paese fragile.
Se a tutto questo aggiungiamo il caos politico, ecco venir meno anche la fiducia dei risparmiatori, soprattutto quelli esteri, verso uno Stato che non ha la credibilità di prima, non solo finanziariamente, ma anche politicamente, priva di un Governo forte che possa prendere decisioni economico-finanziarie, soprattutto strutturali, tali da dare un segnale forte agli investitori italiani ed esteri.

Dunque, siamo nell’empasse più assoluta, non siamo sulla via del fallimento, ma questa situazione danneggia il nostro Paese, e se continua così pagheremo un conto salato.
Le note positive vengono dalla Bce (Banca centrale europea) che sta cercando di soccorrere i mercati, non con un abbassamento dei tassi, che restano fermi all’1,50%, ma immettendo nuova liquidità, acquistando titoli di Stato dei Paesi in crisi. Inoltre si parla di un suo intervento per un piano di aiuti straordinario al sistema bancario europeo. E poi c’è il piano salva Stati. Queste misure rappresentano una boccata di ossigeno e sono la riprova che il sistema europeo tutto sommato esprime la precisa volontà di adoperarsi per riavviare l’economia.

In questo contesto riteniamo che l’Italia meriti fiducia. Risolti i problemi politici interni e con il concorso di una politica economica europea unitaria, siamo convinti che possa riprendere la via del risanamento, per cui i titoli di Stato (Bot, Btp, Cct, Ctz) offrono ancora sicurezza e liquidità.


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