Riceviamo e pubblichiamo
Tiziana Chiodi
Quando si parla di diritti la Costituzione Italiana è chiara: l’articolo 3 stabilisce l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione alcuna. Essa però non sancisce solo il riconoscimento dell’uguaglianza formale, ma introduce anche quella sostanziale.
Attraverso l’uguaglianza sostanziale lo Stato ed i vari livelli istituzionali si assumono l’impegno di rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini: la Carta Costituzionale promuove azioni concrete per assicurare a tutti le stesse condizioni di partenza e pari opportunità, al fine di esprimere liberamente la propria personalità.
La domanda che è d’obbligo porsi è la seguente: l’Art. 3 trova completa e totale espressione?
Se è vero che molto è stato fatto sul tema della lotta all’omofobia e dei diritti è vero anche che la strada è ancora in salita.
Una società sempre più basata sulla forma piuttosto che sulla sostanza e la pericolosa tendenza all’omologazione e all’appiattimento delle peculiarità personali hanno contribuito a creare stereotipi e pregiudizi su tutto ciò che può definirsi “diverso”. Certi retaggi culturali non sono facili da scardinare soprattutto in molte realtà italiane.
Un paese davvero moderno e rinnovato, un paese in grado di dettare l’agenda politica europea deve si puntare su riforme strutturali e sullo snellimento della macchina pubblica , ma deve giocoforza misurarsi con i diritti civili e le pari opportunità. L’Italia deve al più presto recuperare la distanza rispetto al resto d’Europa sui diritti delle coppie omosessuali considerando anche che la Corte Costituzionale per ben due volte ha invitato il Parlamento ad intervenire sulla discriminazione tra coppie omo ed eterosessuali.
Il Partito Democratico, da sempre attento a tali istanze, con la sua forza propulsiva deve avviare quel percorso di riforme ormai indispensabili: Matteo Renzi dal canto suo ha annunciato che entro il 2015 ci sarà la legge sulle Unioni Civili.
Ma il percorso legislativo non può prescindere da un percorso socio culturale strutturato. Non solo quindi i livelli istituzionali, ma la scuola, le famiglie le reti associative e il mondo del lavoro: tutte le categorie devono essere coinvolte in un piano sociale che porti a scardinare un sistema incancrenito di pregiudizi ingiustificati nei confronti delle persone omosessuali.
Basta leggere certe dichiarazioni di associazioni e formazioni politiche sull’organizzazione del Pride Village a Perugia per rendersi conto che anche l’Umbria necessita di implementare le politiche sui diritti e pari opportunità rendendo sempre più efficace il lavoro già fatto.
È per le ragioni sopra citate che come Segreteria Regionale del Partito Democratico Umbro riteniamo più che urgente strutturare un piano di interventi che possa incidere sia sui livelli istituzionali che su quelli socio-culturali coinvolgendo l’educazione, la formazione e la comunicazione, affinché i fenomeni di discriminazione siano sempre più marginali e inconsistenti.
Tiziana Chiodi – Responsabile Diritti e Pari Opportunità PD Umbria