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Tiziano Terzani, “Sono nato in un quartiere popolare…”

Da Paolorossi

Sono nato in un quartiere popolare di Firenze, fuori le mura. Sono nato in casa come usava a quei tempi. [...]

Quello che voglio che tu capisca era questo mondo in cui io sono cresciuto: una strada sulla quale non c'era alcun traffico, su cui passava solo il tram tirato dai cavalli, che dopo la guerra andava a elettricità e girava proprio davanti a casa mia. Partiva da casa nostra e arrivava fino in centro, in San Frediano. Lì girava. Andava avanti e indietro fra dove stavamo noi e Firenze, che era come un altro paese. Voglio dire, Firenze era lontana ai giorni nostri, c'era campagna nel mezzo perché noi stavamo "fuori porta".

Infatti questa è stata la tragedia di tutta la vita di mia madre: aveva sposato un uomo che l'aveva portata fuori dalle mura, fuori da Firenze, fuori dall'ombra del Cupolone dove lei, orgogliosamente era nata. Mia madre era sempre un po' aristocratica e ci andava poco volentieri in quel mondo lì - la strada con il tram, la gente che passava ogni tanto in bicicletta e un marciapiede che era un po' la piazza del paese - perché non voleva stare a "ciaccolare", come diceva lei. Però ogni sera d'estate tutte le altre donne portavano giù le seggioline impagliate, si sedevano e guardavano i ragazzi come noi, i bambini che giocavano a nascondino o a zoppino sul lastrico della strada.

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(Tiziano Terzani, brano tratto da "La fine è il mio inizio", pag.18 e 24 - Longanesi, 2006)

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