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To be in love with a bass player

Creato il 19 giugno 2012 da Scribacchina

Surfando allegramente nel web, mi capita d’inciampare in simpatiche vignette.
Quella che vi ripropongo oggi è tutta dedicata a noialtri bassisti:

in love with a bass player


Ora.
D’accordo che il bassista accompagnatore (o la bassista accompagnatrice) è, per sua natura, figura sfuggente.
D’accordo che pel 90% egli (o ella) è relegato al suo giro di basso, nulla più essendogli richiesto: né balletti, né atteggiamenti da primadonna, né sviolinate (forse forse qualche coretto
en passant, se siam fortunati).
D’accordo che l’ascoltatore medio mica s’accorge se manca il basso o se la parte che state eseguendo è spostata mezzo tono sopra o sotto.
D’accordo che noialtri bassisti (ancor più quelli bassaioli, come la sottoscritta ch’è di stanza in Bassa bergamasca) siam snobbati dai più: già sappiamo che l’attenzione vien catalizzata dal cantante o dal 
guitarsolista di turno.

Però però.
Un pochino di fascino ce l’abbiamo pure noi, diamine.
Qui urge una sferzata d’orgoglio bassistico.
E dunque: volete mettere, voialtri ometti, la struggente bellezza della brava Melissa Auf Der Maur contro una qualsiasi Adele (ma che sia appena svegliata e senza trucco&stucco, intendiamoci)?
O, per noialtre donzelle, lo sguardo magnetico d’uno Sting versione bassista (o d’un John Ferrara, ché pure lui c’ha il suo perché) collo sguardo malandrino eppur vuoto d’un qualsiasi Adam Levine?

Eppoi, senza il relativo giro di basso – perdonate l’ardire – col cavolo che Another One Bites The Dust raggiungeva il top della hit parade: sarebbe stato lietamente snobbato in quanto brano insipido.

Tutto questo a parte, soliti lettori, m’auguro che esista una versione della vignetta di cui sopra dedicata a percussionisti, batteristi, bonghisti e triangolisti.
Giusto per non sentirci troppo soli nel club.


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