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To Rome With Love… già visto!

Creato il 17 aprile 2012 da Marvigar4

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   Per una volta, anzi due visto il precedente di Spike Lee e il suo Miracle At St. Anna [1], vorrei parlare di un film senza averlo ancora visto, se non in versione trailer. In fondo, quanti recensori recensiscono senza vedere, leggere o vedendo e leggendo male? Mi si consenta allora questo esercizio, ma solo per distanziarmi dai “recensori”. Mi riferisco all’ultimo prodotto di Woody Allen, To Rome With Love, un film che è già stato proiettato in anteprima per la stampa e gli addetti ai lavori, provocando non qualche stroncatura (Paolo Mereghetti sull Corsera è stato a dir poco drastico definendo To Rome With Love, rispetto agli altri titoli europei di Allen, la prova di regista ‘più deludente di tutti’ insieme a Sogni e Delitti). Insomma, partendo dal cast e dal trailer ce n’è abbastanza per dire con Wilde che per poter apprezzare la qualità di un vino non occorre berne una botte intera… ho l’impressione che Ceccherini ci abbia guadagnato a non far parte della filmografia di Allen e gli altri no [2], poi ognuno si farà la propria opinione andando a vedere il tutto quando uscirà nelle sale italiane il 20 aprile prossimo. La mia intuizione si basa sull’assaggio e la conferma che molti americani, o newyorchesi, continuino a vedere l’Italia come una cartolina di Roma, non sapendo o non volendo sapere che il nostro paese è più complesso di una collezione di scatole cinesi. Chi ha la pretesa di illustrare “il bel paese” in così poco spazio rischia perciò di perdere l’ennesima occasione per tacere. Temo che Allen sia scivolato per l’ennesima volta non nei luoghi comuni ma nella fiducia che ha in sé di poter descrivere o accennare l’indefinibile per eccellenza. Penso proprio che ci sia più Italia in un campo di miglio del ragusano, o in una mela del trentino, che non nelle sequenze del film del regista americano. Su questo ho la presunzione di possedere la matematica certezza. Poi non escludo che ad Allen non importi nulla di rappresentare l’Italia (questa ipotesi mi sembra la più vitale), per questo ha girato a Roma la sua pellicola… Ovvio porsi il problema del perché all’estero continuino a vederci così e a illustrarci come nipotini di Alberto Sordi, e ovvio rispondere a tono e ribellarsi. Io non ci sto e con me moltissimi altri. Mi tengo Roman Holiday del ’53 e poco altro, il resto lo lascio volentieri ai postergali (non ai posteri). Già che ci siete, rileggete le parole di Philip Roth [3]. Grazie.

© Marco Vignolo Gargini


[1] http://marteau7927.wordpress.com/2008/10/05/spike-lee/

[2] http://marteau7927.wordpress.com/2011/09/04/w-massimo-ceccherini/

[3] http://marteau7927.wordpress.com/2011/09/04/philip-roth-come-ti-faccio-a-polpette-woody-allen/



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