Quella dei fumetti “muti”, senza testo, è una categoria che difficilmente gli editori decidono di pubblicare. Per il grande pubblico, il fumetto rimane un medium sottovalutato e mantiene sfortunatamente l’etichetta negativa di fratello povero della letteratura. Da questo punto di vista, una presenza forte del testo può aiutarlo tra l’altro, agli occhi dei lettori, ad attribuirgli un più alto valore culturale. Il discorso non ha certo a che fare con un giudizio di valore, quanto con il rendersi conto di una soglia psicologica esistente su cui per editori e lettori si gioca il problema dell’investire in un fumetto muto. Nell’assenza di una componente scritta, il libro può essere avvertito come meno profondo in termini letterari, più “infantile” e troppo veloce da leggere, il che lo sfavorisce tra l’altro anche nella percezione del suo prezzo di copertina. Questa situazione fa sì che questo tipo di pubblicazioni rimanga un’anomalia piuttosto rara nel panorama editoriale.
Ciononostante, i fumetti muti esistono, e nel non avere uno spazio definito nel mercato sembrano godere di una libertà e di un’inventiva che spesso manca ad altre grammatiche del fumetto più comuni, concentrandosi su aspetti come la pura comunicazione visuale e il ritmo.
Un bellissimo esempio è secondo me l’atipico Toby mon ami, di Grégory Panaccione. Sua prima opera completa a fumetti (l’autore è un animatore e storyboarder e ha lavorato, tra l’altro, alla versione animata di Corto Maltese), è stato pubblicato l’anno scorso dalla francese Delcourt, nella collana Shampooing diretta da Lewis Trondheim. Prima di questa edizione alcune tavole di Toby erano già apparse in Italia sulla rivista ANIMAls e, al tempo, contenevano ancora dei testi. È stato lo stesso Trondheim, anche lui autore di svariati fumetti muti, a suggerire a Panaccione questa soluzione per l’edizione francese.
Il protagonista, Toby, è un cane di razza e di età indefinita. Non è particolarmente intelligente né bello, ma la sua mancanza di grazia è però compensata dalla sua vitalità. Toby vive con il padrone, un pittore solitario grande come un armadio e dal senso dell’igiene approssimativo, in una casa isolata non lontano dal mare. Scopriamo l’esistenza libera da preoccupazioni di Toby, fatta di pisciatine, di simili da annusare nella speranza che siano femmine, di ciotole da svuotare, di gatti da inseguire e di totale ammirazione per il suo padrone.
La relazione tra i due è di certo il motore principale della trama: elemento di disturbo nella vita tranquilla del pittore, l’ossessione di Toby per un gatto che continua a sconfinare nel loro giardino fornirà all’omone prima l’ispirazione per alcuni dipinti e, in seguito, lo porterà a un incontro molto importante.
Sebbene l’evolvere della storia coinvolga soprattutto il padrone e, nella sua semplicità, sia soddisfacente e dolce, quel che rende veramente memorabile il libro è Toby stesso. La sua personalità allo stesso tempo entusiasta e insicura, fatta di bisogni piccoli e immediati, è resa attravero una grande maestria nella gestione del ritmo. La vita dell’animale lo porta per esempio a prendersi due pagine solo per decidere se fare pipì sulla zampa di una mucca, o può diventare tutt’ad un tratto intensa e dinamicissima quando incontra dei bambini che gli lanciano un bastone. Queste situazioni e cambi di ritmo contribuiscono a rendere ogni pagina dedicata a Toby esilarante.
L’altro elemento comico, anch’esso usato benissimo, è l’espressione dei pensieri del cane, rappresentati con dei fumetti contenenti soltanto dei semplici disegni o simboli. Per esempio, guardando sconsolato il padrone che mangia senza passargli nulla, Toby si immagina prima magrissimo e poi in una tomba.
L’altra riuscita del libro sono le illustrazioni. Realizzate in uno stile espressivo che serve e rende alla perfezione i personaggi, stupiscono per la non frequente colorazione ad acquerello, la varietà delle ambientazioni e i bei cambi cromatici. Le stesse vignette (una griglia 2×3 di quadrati dai bordi arrotondati e senza margini definiti) contribuiscono a dare leggerezza e luminosità alle pagine.
Detto tutto questo, parliamo di una graphic novel di 144 pagine, a colori, senza testo e con un prezzo di copertina di 14,30€. Li vale?
La risposta credo cambi da persona a persona. Da non grande amante dei cani e da apprezzatore di graphic novel abbastanza verbose, ho trovato in Toby mon ami il ritratto a suo modo realistico e divertente di un animale, il suo rapporto unico con un essere umano, e un punto di vista originale sull’esistenza.
Mi sembra che, anche senza scomodare un testo, ci sia in questo libro profondità e bellezza in quantità più che sufficiente per meritare di conoscerlo. Il problema, a monte e a valle, resta il farlo arrivare ai lettori.
Abbiamo parlato di:
Toby mon ami
Grégory Panaccione
Delcourt, maggio 2012
144 pagine, brossurato, colore – 14,30€
ISBN: 978-2756030043
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