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toc toc

Da Tinynoemi
ero nell'ascensore della metro dopo una mattinata faticosa e la testa a metà ancora in quell'aula ottusa e a metà sugli impegni del pomeriggio. una valanga di pensieri pesanti, la stanchezza addosso come uno zainetto pieno e il broncio di chi è concentrato fino all'alienazione.
ero nell'ascensore, sola con tutto questo, quando ha bussato la prima volta.un tocco minuscolo, chiaro, deciso e divertente come non mi ha divertito mai niente prima di quel momento.ho sorriso del sorriso più scemo e grande che avevo e non riuscivo a smettere.la mia psicosi dall'esterno non poteva essere compresa, una pancia non giustifica l'autismo elettrico in cui ero in quel momento e gli altri passeggeri non potevano capire. ma ci penso solo ora  a loro, al momento speravo di incontrare qualcuno per dirglielo. stavo scoppiando. per il resto non mi importava di nulla se non di uscire velocemente dalla metro per chiamare ch. ma costretta nel vagone a ridere da sola come una scema, mi sono goduta quella sensazione di totale magia che non potrò più provare per la prima volta di nuovo.
e ho rallentato.
con la mente coi pensieri con tutto. la piccola cazziata per l'errore delle priorità ha colto nel segno.troppi pensieri a distogliermi dall'unica cosa totalmente importante in questo momento.e volevo solo tornare a casa e sperare lo rifacesse subito per farlo sentire anche a ch.capisco l'iniquità della faccenda e cerco di condividere come possibile il mio privilegio, ma il fagiolino dispettoso riserva performance solo privatissime, per il momento.imparare l'attesa per un'isterica iperattiva è una cosa decisamente interessante, che era iniziata due anni fa con l'incontro che mi ha cambiato la vita e il suo "piano piano" ad accompagnarmi ogni giorno nello slalom delle complicazioni in cui mi muovo e ritorna a bomba oggi con suo figlio che mi dice a suo modo la stessa cosa, ogni giorno, e mi resetta il cervello iperattivo con nuove priorità.e se uno ti regala il senso delle cose, tu non puoi non amarlo alla follia, diciamolo.

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