La campagna elettorale in Togo, per le prossime elezioni legislative, si aprirà ufficialmente il giorno 5 luglio.
Si andrà alle urne il 21 seguente dello stesso mese.
Nonostante l’immagine rassicurante, che i candidati della Unione delle forze di cambiamento (Ufc) ostentano, parlando agli elettori di campagna elettorale serena, i vescovi del Paese, il piccolo Togo, si dicono, con qualche riserva, piuttosto preoccupati per la pace sociale.
E non sono lontani dalla verità in quanto i problemi irrisolti dei togolesi, che vivono il regime autoritario di Gnassingbé da ormai troppi anni, sono innumerevoli e di non facile soluzione.
Tolto un piccolo gruppo di persone, i maggiorenti,come accade in tutte le dittature, mascherate da democrazia, i quali sono legati a filo doppio con il potere attuale e ne ricavano ogni genere di benefici, tutti gli altri non usufruiscono né di un sistema scolastico all’altezza di tale nome, né tantomeno hanno ospedali e servizi al cittadino,che si possano definire tali.
Qualcosina c’è a Lomé, la capitale.
La disoccupazione, superfluo ricordarlo, è un male endemico del Togo e il desiderio di lasciare il Paese alberga di conseguenza in moltissimi giovani.
E lo dico anche per avere ricevuto le confidenze di alcuni di essi, che dichiarano di non intravedere, né per sé, e neanche per una eventuale famiglia, e a breve, un avvenire accettabile.
E famiglie composte di coppie giovanissime in Togo ce ne sono davvero molte.
Inutile dire che non sono ammesse dimostrazioni di protesta in piazza e nelle strade.
Sia pure quando queste si svolgessero in maniera pacifica.
Infatti, esempi di repressione, messa in atto in tal senso, ne abbiamo visti di recente, specie quando si è cercato d’imbavagliare i “media” con leggi apposite, fatte in combutta da parlamento e governo.
In tutto questo, di recente, alla gente è piaciuto, per di più, molto poco l’avvicinamento di Gilchrist Olympio, figlio del primo presidente del Togo libero dal colonialismo, che fu assassinato nel lontano 1963, al carro del governo di Faure Gnassingbé.
I dissenzienti e gli intransigenti sono in particolare gli uomini e le donne del Collettivo “Salviamo il Togo”(Cst) e la Coalizione Arcobaleno.
Cosa potrebbe accadere pertanto, nei prossimi giorni, all’avvio della campagna elettorale, non è certo prevedibile ma sta di fatto che s’avverte un clima generale, un po’ in tutto il Paese, d’inquietudine per timore di possibili manifestazioni violente e di incarcerazioni arbitrarie.
Ed è quello che proprio nessuno vuole.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)