Codex runicus
L’alfabeto runico era quello anticamente utilizzato dalle popolazioni germaniche, come gli Angli e i Vichinghi. Oltre al valore fonetico, le rune erano cariche di significati magici. Secondo “Hávamál” ("La canzone di Harr, l'eccelso", in lingua norrena) il capo degli dei e il signore della magia, Odino, per impadronirsi del segreto delle rune si sacrificò a se stesso, trafiggendosi con una lancia dopo essersi impiccato a Yggdrasill, l’immenso frassino cosmico.
Per nove intere notti rimase appeso e
“Con pane non mi saziarononé con corni [mi dissetarono].Guardai in basso,feci salire le rune,chiamandole lo feci,e caddi di là."
Tolkien, che era un profondo conoscitore della materia e che nei primi anni trenta aveva creato il gruppo dei “Kolbitar” con lo scopo di leggere le antiche saghe islandesi, attinse alle rune come forma di ispirazione per la scrittura delle lingue che andava creando per il suo mondo.