E’ il 1977. Un giovane fotografo olandese si diletta con la sua macchina fotografica a tingere di bianco e di nero le sue ispirazioni. Nello stesso anno, dall’altra parte dell’oceano, un musicista racconta a ritmo di jazz e blues, le atmosfere grigie a malinconiche di una Los Angeles di fumo e polvere, di vite che scorrono frenetiche e folli nelle notti scaldate da lampioni e fari di vecchie auto.
Rarefatti dall’idea di trovarci in un film che si chiama vita, imprevedibile vita nata dall’incontro tra il fotografo e il musicista, ci muoviamo, rapiti dal momento, come attori alla fine della corsa. Jonh Fante e Jack Kerouac conoscevano bene questo film, l’avevano vissuto per un pezzo della loro esistenza. E Tom ne aveva respirato l’aria durante la sua infanzia.
Così come nelle migliori storie di blues, dopo l’incontro e il viaggio, i compagni riconoscono l’utilità dell’esperienza vissuta nel tratto di strada percorso insieme. Anton Corbijn diventa il grande fotografo dei ritratti iconici di moltissimi grandi artisti e Tom Waits perfeziona l’aspetto più “vaudeville” del suo stile musicale.
Waits/Corbijn ’77-’11 non è una semplice cronistoria degli eventi che hanno portato i due artisti ad incrociarsi nel loro cammino; è molto di più di una collaborazione e forse molto meno di un’amicizia. Il photobook uscirà in edizione limitata (6.000 copie) formato cofanetto, l’8 maggio prossimo. Con la prefazione di Robert Christgau e Jim Jarmusch, le 250 pagine oltre a contenere ritratti scattati da Corbjin, vedrà la presentazione unica di scritti e fotografie scattate da Tom Waits.
T.iG.er