Giorno dopo giorno, il rosario si è snocciolato più veloce del previsto, e in un lampo la ‘povna e tutta l’Onda si sono trovati al 28 di giugno, mattinata di inizio degli orali. Che esordivano subito col botto, presentando – insieme al Secondo Gemello e a due nuovi/vecchi acquisti – Nana e Calvin sul palco, pronti all’ultima prova.
Nana, si sa, è un uragano incontenibile. Le chiacchiere la esaltano; nelle difficoltà, ride. Il suo colloquio si è trasformato in un one-woman-show a tutto campo, PresidentA conquistata in due balletti, commissari rassegnati a fare da comparse, una copiosa claque nel pubblico (inclusa la Segretaria Scema).
Per Calvin-occhi-acuti il discorso è un po’ diverso. Vuoi perché il suo atteggiamento verso il mondo, di volontaria e intelligente pacatezza, tende a rimuovere, ma non sempre a sopire, ogni ragione di ansia; vuoi per le note vicende: in ogni caso, affrontare la prima prova faccia a faccia della tua carriera di giovane adulto sapendo di poter prendere comunque e solo il massimo non è la più rassicurante delle situazioni di partenza. Anche se sei programmaticamente tranquillo. Anche se sei il capitano.
“Via giù, faremo anche questa” – aveva argomentato con la ‘povna alla vigilia, per telefono – “peggio di come è stato finora non può essere. E poi, anche solo per statistica, toccherà prima o poi anche a me un po’ di fortuna”.
Queste parole – dette da qualcuno che, negli ultimi venti mesi, ha dovuto portare sulle spalle esili, nell’ordine: gli attacchi di panico del Piccolo Elfo (con relativa terapia di gruppo di tutta la famiglia, per vedere di capire le origini delle ansie della sorellina), il tumore della mamma, la disoccupazione del babbo – avrebbero dovuto di per sé richiamare all’ordine la dea della Giustizia.
Ma la ‘povna si è limitata a sorridergli attraverso la cornetta. E questa mattina all’alba si è precipitata a scuola.
Calvin la aspettava all’ingresso, sereno e imperturbabile. Come d’accordo, hanno seguito insieme il primo esame, fianco a fianco. E poi, durante il secondo, si sono appartati in un angolo, per mettere a punto un paio di dettagli. E poi il tempo scorre, rapidissimo. Il professor Occhialetti si affaccia sulla porta: “Il candidato Calvin può entrare”.
Per farla breve, è stato un trionfo.
Saltando qua e là da una materia all’altra, Calvin si è destreggiato da funambolo, tra ammirazione e complimenti. Fino all’applauso finale.
Il viso, quando si volta, è rosso, e stanco. Ma gli occhi intelligenti cercano la ‘povna in un solo sguardo di conferma.
“Sì, Calvin mio, sei stato bravissimo” – vorrebbe dirgli. Ma riesce solo a battergli le mani sulle spalle. Per fortuna che a salvarli viene Esagono:
“Mi scuso con tutto il pubblico, ma dovreste uscire”.
E mentre si avviano nell’atrio soddisfatti, la ‘povna pensa che è stato bello.
E’ stato bello vedere Esagono uscire dalla sua corazza burbera per venire a prendere di persona il suo alunno – il braccio che si posa, noncurante, sulle spalle, a segnalare, muto: “Ti proteggo anch’io”.
E’ stato bello vedere la PresidentA (che resta protagonista, e ha sempre paura dei ricorsi) dispiegare una finissima intelligenza critica – ad apprezzare ripetutamente (con l’occasione tacitando Dolores Umbridge) l’esposizione della tesina.
E’ stato bello vedere tutta l’Onda, e il Piccolo Elfo, e il suo fidanzato (e anche una ragazza timidamente sorridente, dai capelli lunghi lunghi e gli occhi neri) e tanti altri entrare a fare il tifo più coinvolgente: “E’ il capitano, è il nostro Calvin, che dovete interrogare!”.
E’ stato bello incrociare gli sguardi dell’Ingegnera Tosta (“Hai visto, cara, ce l’abbiamo fatta”), in un filo di complicità che non ha bisogno di parole.
E’ stato bello vedere quel disgraziato di Gianni, nell’unico momento in cui Calvin balbetta per un attimo, voltarsi verso la ‘povna e sussurrare, agitatissimo: “Sta andando nel pallone, professoressa”, per poi aggiungere ad alta voce (prima che qualcuno riesca ad intimargli: “Fermati!”): “Queste cose le sai benissimo: dai, Calvin, su, ragiona!”.
Sono scoppiati (quasi – la Cretina non partecipa) tutti a ridere, inclusa la PresidentA: “L’invito del tuo amico è giusto e saggio, ragazzo, non c’è fretta. Prenditi dieci secondi per pensare”.
Calvin si concentra, e riparte di slancio, a chiudere la performance in bellezza.
La ‘povna sente nello stomaco un po’ di pace cosmica. Anche se dura poco, questo è certo. Sabato la aspetta al varco Corto.
E questa sera c’è l’Italia.
Magazine Diario personale
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