Sapete che per questioni legate al mio concetto di professionalità, non parlo mai di lavoro sul blog, se non per annunciarvi quando rimango a spasso! Stavolta, farò un’eccezione perché questa mattina…
Sarò onesta: il lungo inverno di casalinghitudine non ha giovato alla mia figura già di per sé non propriamente longilinea e, nonostante una certa tendenza all’indulgenza nei confronti di me stessa (mi amo alla follia, che ci posso fare? Mi perdono tutto!) sono arrivata a guardare con occhio critico alcune novità che non ho trovato esattamente confortanti. Tipo le ali di pipistrello. O la panza. Dirette conseguenze della fame compulsiva, quella dettata dalla noia. Del tipo “i pavimenti li ho lavati tre volte, il bagno l’ho consumato a furia di lucidarlo, i cuscini li ho sprimacciati. Ora che faccio? Daje de pane e nutella. Oppure facciamo una ventina di meringhe”. Insomma, gioco forza, mi sono ingrassata. Ok esser tonda, mi piaccio così, ma qui si perde di tono e non mi piaccio più come prima. Il che è tutto dire.
Così, sconfiggendo la mia proverbiale pigrizia e arrendendomi all’evidenza (avoja a dire che si sono ristretti i pantaloni!), ho inziato a cercare una palestra che fosse vicino all’ufficio (in pieno centro) ma non costasse un occhio della testa, che si confacesse alle mie esigenze particolari in fatto di orari e che non mi proponesse attività troppo faticose. In pratica, si può tranquillamente dire che cercavo una palestra sperando di non trovarla. Finché non ne ho scovata una che fa veramente al caso mio. Questa mattina, sono andata a prendere informazioni sui corsi e gli orari. Perfetto, il pilates è la mattina presto. Si, lo spinning è a ora di pranzo. Unica nota dolente, non hanno la piscina. Tutto molto bene finché, certa di sentirmi sparare cifre improponibili, chiedo il costo: onestissimo. Maledetti. Mi stavano mettendo in condizione di fare sport. Ho preso il foglio con gli orari e i costi e ho detto “Grazie, ci penso poi eventualmente mi iscrivo”, e sono uscita. Meno di cinque minuti dopo, sono tornata indietro e mi sono iscritta. Ho pensato “ora o mai più!”. In pratica, i corsi li comincerò a settembre, ma già il fatto di essermi iscritta mi ha richiesto una fatica inusitata. L’attività fisica, nonostante i molti anni di nuoto che ho alle spalle (sulle spalle, direi, data l’ampiezza delle stesse) mi esorbita già solo come concetto.
Insomma, arrivo in ufficio orgogliosa di me. L’ho fatto. Mi sono iscritta. Sicuramente già solo aver firmato fa di me una persona più in forma, ne sono certa!
Arrivo in ufficio e vado a salutare Capo Senior
“Bentrovata, Romina, come sono andate le ferie?”
“Bene, la ringrazio. Mi sono divertita tanto, ho riposato tanto…”
“…ha mangiato anche tanto, a quanto vedo…”
Allora, sia chiaro: non mi sono affatto offesa. Figuriamoci. A parte il fatto che lo so che non porto la taglia 40, ma al di là di ciò rimane il fatto che sono anche consapevole di essere una gnocca comunque. Cosa dite? Non lo sono? Eh, vabbè, che importa? L’importante è crederci!!!
Scherzi a parte, mi permettete una parola? Ma posso essere felicissima della mia taglia 44/46?! Sì che posso, e mi piaccio pure, tutto sommato, quindi…PRRRRRRRRRRRRRRRLLLLLLLL!!!