Mercoledì 12 novembre alle 17.30 si è svolto l’incontro con il poeta inglese Tony Harrison presso l’Università Cattolica di Milano. L’evento è stato promosso dal Laboratorio di Editoria dell’Ateneo e dal Festival internazionale di Poesia Civile di Vercelli. Sono intervenuti in veste di relatori alcuni docenti universitari: Roberto Cicala, Enrico Reggiani, Giorgio Simonelli. Era presente anche Giovanni Greco che ha tradotto per Einaudi i versi del poeta.
Tony Harrison, oltre ad esercitare l’arte poetica, è anche drammaturgo. Incarna la figura dell’ intellettuale dalla vena cosmopolita dati i numerosi progetti intrapresi in diverse parti del mondo. Nato a Leeds nel 1937 da una famiglia povera, si è laureato in lettere classiche e si è specializzato in linguistica. Nel corso della sua vita ha lavorato sia in campo universitario che in quello cinematografico e teatrale.
Durante l’incontro ha declamato alcune poesie davanti ad un vasto uditorio di studenti. Si è alzato dalla sedia, si è scusato con il pubblico: “Preferisco leggere in piedi, ad alta voce: è un atteggiamento più pubblico e più civile.”
Ha dato inizio al reading con un componimento edito e dedicato alla morte della madre che si intitola l’interurbana . Poesia molto famosa e studiata tutt’ora nelle scuole inglesi: “viene chiesta agli esami ed è in tutte le antologie che si possono trovare in Inghilterra” – ha sottolineato il poeta. La composizione è stata definita da Daniel Radcliffe (l’attore che ha interpretato Harry Potter) come una delle sue preferite soprattutto per la straordinaria carica emotiva e messa in un libro intitolato Poesie che fanno piangere le donne. Anche Thom Yorke (il cantante dei RadioHead) è un ammiratore di Harrison e ha detto di lui: “è uno dei miei eroi”.
La seconda poesia declamata – Memoriale – è caratterizzata da un’evidente critica sociale verso le nuove generazioni ree di aver dimenticato il proprio passato e di vivere costantemente in un vuoto quotidiano.
“In questa poesia parlo del centro di Newcastle dove si trova un monumento in memoria dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. E di giovani che non si curano della presenza di questo monumento”.
La terza poesia – Afrodite del Mar Nero – è stata scritta dopo l’esperienza teatrale di Harrison in Crimea – due anni fa – in cui ha tentato di allestire la tragedia Ifigenia in Tauride nel luogo dove davvero il mito immaginava si svolgesse l’azione drammatica.
In Crimea c’è il tempio greco che sta più a nord di tutti ed è un tempio dedicato ad Artemide. Purtroppo lo spettacolo non è più stato fatto perché la situazione della Crimea non era tra le più tranquille. Ha raccontato: “Quando sono stato lì, mi hanno mostrato un mosaico antico fatto coi ciottoli del Mar Nero raffigurante Afrodite. Ho immaginato in questa poesia che Afrodite nascesse dal Mar Nero”.
Tony Harrison si è congedato declamando un breve componimento di 4 versi che fa parte di una raccolta di dieci poesie appartenenti alla Antologia Della Guerra.
Una di questa – Ninna nanna di Bagdad – nasce dalla mia indignazione dopo aver sentito il ministro della difesa Umm dire che le madri dei bambini iracheni un giorno avrebbero ringraziato per le bombe a grappolo lanciate dalla coalizione che a quel tempo combatteva la guerra in Iraq. È Una poesie di rabbia civile.
Per concludere, il poeta inglese ha recitato altri due componimenti: Diario e Vuoti. Il secondo ha dato il titolo alla raccolta italiana edita da Einaudi.
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