A volte, non troppo spesso, gli incontri per realizzare delle interviste si evolvono in belle chiacchierate in cui tu ed il tuo interlocutore vi ritrovate a condividere pensieri ed a parlare del più e del meno, sorseggiando piacevolmente un caldo caffè: recentemente, mi è accaduto con il taorminese Antonio Limina, àlias Tony Lemon, personaggio eclettico, diviso tra progetti discografici e cinematografici.
Tony Lemon. È con questo pseudonimo vagamente "cartoon" che Antonio ha deciso di esistere musicalmente. L'alter ego di un artista non soltanto attratto dal mondo delle sette note ma, da sempre, interessato al cinema, alle immagini e alle arti figurative in genere. Quella di film-maker, infatti, rimane l'attività portante di Antonio, ma è come Tony Lemon, sorta di lasciapassare ed alibi, che si addentra in territori altri ed in parte inesplorati.
The Beatles. L'incontro di Tony con la musica avviene a nove anni ascoltando i Beatles. Il quartetto di Liverpool lo influenza non solo musicalmente, ma soprattutto nel suo modo di essere, nel suo stile di vita. In qualche modo i Beatles diventano per lui una lente attraverso cui guardare il mondo, un esempio di stile ed ironia. Tony vuole il contatto diretto con gli strumenti, prende lezioni di pianoforte e studia parecchio solfeggio. Tuttavia abbandona presto il piano "a causa di un'insegnante folle e nevrotica". In famiglia la musica non è mai mancata, soprattutto quella classica, e Tony, a undici anni, conosce già a memoria tutte le sinfonie di Beethoven, altro suo grande amore. Prende lezioni di chitarra classica, ma cede presto alle sue passioni più viscerali e nel frattempo inizia a strimpellare qualche chitarra elettrica.
Influenze. Scopre Rolling Stones, Pink Floyd, Led Zeppelin, Velvet Underground, Dire Straits, Bob Dylan, Neil Young, James Taylor e tutto il filone della west coast americana degli anni Settanta. Ma Tony (classe 1972) è pur sempre un figlio degli anni Ottanta, e viene letteralmente travolto dall'autentico "tsunami" musicale di quel decennio incredibile dominato dai synth e dagli arpeggiatori elettronici (dai Duran Duran agli Spandau Ballet, dai Simple Minds ai New Order, dagli Smiths ai Cure, ma l'elenco è lunghissimo). Gli anni Novanta, infine, non saranno meno decisivi con band come Oasis, Verve, Radiohead, Nirvana e Soundgarden.
Cinema e Cover. La passione per il cinema lo porta a studiare a Roma e poi in giro per l'Italia. Parallelamente mette su parecchi progetti musicali, si suonano le cover e si fanno live in centinaia di pub, tutto secondo copione. Sono anni in cui Tony inizia a fare la spola tra l'Italia e Londra. Il cinema prende il sopravvento e realizza un buon numero di cortometraggi che circolano nei festival.
Ed arriviamo al 2012. Lemon è stanco della logorante pratica delle cover. Da due anni, insieme alla sua band, porta in giro un progetto tributo ai Beatles (Attenzione! Nulla a che vedere con quei fenomeni da baraccone forniti di parrucchini, giacchette anni Sessanta e tutto il resto del corredo che si utilizza per fare il professionista replicante). Solo che non c'è più mordente, è arrivata la noia.