Anche quest’anno la classifica dei migliori (per me) venti film visti nelle sale italiane nell’anno solare 2014 e la top ten di cinema orientale recuperato nello stesso arco in tempo. In quest’ultimo caso, sono presenti anche pellicole vecchie di 1-2 anni che magari sono state presentate nei festival italiani o in home video quest’anno. Unica grande mancanza da segnalare tra i film usciti in sala e che non sono riuscito a vedere: Adieu au language di Godard.
1 – La storia della principessa splendente di Isao Takahata (Giappone)
2 – Boyhood di Richard Linklater (Usa)
Nell’ultimo film di Linklater scorre la Vita con tutta la sua forza, e non solo perchè il regista ha ripreso i suoi attori nell’arco di dodici anni, facendone uno dei più clamorosi esperimenti cinematografici degli ultimi anni. Con l’idea assolutamente vincente di assistere a pochi giorni di ogni anno di vita di ERIC dai 6 ai 18 anni, i grandi eventi, le svolte cruciali, rimangono fuori, solo suggerite, quello che rimane è la semplice quotidianità di una vita qualunque, di un ragazzo qualunque, ma che grazie al potere del cinema diventa uno dei più bei racconti di formazione (alla vita) del nuovo millennio.
3 – The Look of Silence di Joshua Oppenheimer (Indonesia/Dan/Fin/Nor/Gb)
Oppenheimer ribalta la prospettiva di The Act of Killing, fornendo un contraltare che va a formare un dittico documentaristico essenziale per la Storia e per il documentario dell’ultimo decennio. Qui seguiamo il fratello di una delle vittime del massacro cambogiano, i confronti con gli assassini mettono alla berlina la banalità del male, ma quando si arriva al confronto diretto tra le due parti si raggiunge la tensione dei migliori thriller.
4 – Il giovane favoloso di Mario Martone (Italia) – L’operazione è di quelle importanti: portare sullo schermo vita e opere di Giacomo Leopardi non è impresa facile e cadere nel ridicolo involontario sarebbe stato facile. Invece la grande interpretazione di Elio Germano e la regia partecipativa di Martone ci regalano un Leopardi che esce dai libri di testo per farsi carne, immerso nel suo tempo e avanti ad esso, con amicizie, amori e problemi molto umani, ma filtrati da uno spirito eccezionale. Da far vedere nelle scuole, e questa volta non in senso negativo. 5 – 12 anni schiavo di Steve McQueen (Usa/Gb) – Il regista inglese fa il grande salto a Hollywood con un tema alla moda (Lincoln, Django Unchained, Selma) e conseguente pioggia di Oscar, ma riesce a mantenere il suo stile al tempo stesso rigoroso e virtuosistico, regalando alcune sequenze da antologia come quella dell’impiccagione. Il realismo della messa in scena e la necessità di mostrare le violenze subite dal protagonista lo hanno fatto accusare di pornografia, io credo che restituiscano efficacemente una vita di soprusi riuscendo a cogliere in alcuni dettagli tutta la drammaticità della condizione degli schiavi. Peccato per il personaggio di Brad Pitt (produttore del film), assolutamente anacronistico e poco credibile.6 – Si alza il vento di Hayao Miyazaki (Giappone/Ger/Ita/Fra) – Miyazaki si congeda (forse?) dai lungometraggi d’animazione con una delle sue prove più mature, compendio e allo stesso tempo superamento delle sue tematiche tradizionali, nel quale affronta la storia giapponese della prima metà del novecento attraverso gli occhi di un protagonista/alter ego che incarna le sue stesse passioni e regalandoci, infine, la migliore storia d’amore della sua cinematografia con il solito tocco lirico.
7 – Solo gli amanti sopravvivono di Jim Jarmush (Usa/Ger/Fra/Gb/Cip) – Bisogna mettere da parte tutto il nostro cinismo contemporaneo per potersi godere il film più coraggiosamente romantico e decadente dell’anno. Con questa storia d’amore tra vampiri secolari ambientata in tempi moderni, Jarmush si fa cantore di un mondo perduto e di passioni fortissime che travolgono lo spettatore.
8 – Lei di Spike Jonze (Usa) – Fiaba futuristica in un mondo color pastello tra Shanghai e Los Angeles. Cos’è l’amore se ci si può innamorare di una voce, per giunta di un computer? Riflessione neanche troppo iperbolica su una società sempre più connessa e sempre più distante. Se suona banale è perché lo è, e per farne un grande film ci vuole infatti tutta la raffinata e contenutissima messa in scena di Spike Jonze e l’ennesimo grande ruolo dell acarriera per Joaquin Phoenix.
9 – Ida di Pawel Pawlikowski (Polonia) – Percorso di formazione duro e straziante nella Polonia di metà novecento. La Fede e la Vita che combattono nel corpo di una (inizialmente ingenua) aspirante monaca. Bianco e nero bellissimo, messa in scena impeccabile e inquadrature rigorose. In alcune momenti si subodora pretenziosità, ma la potenza del racconto ha decisamente la meglio.
10 – Mommy di Xavier Dolan (Canada) – Talento vero quello di Dolan, scoperto buon ultimo anche da me. Un melodramma kitsch e urlatissimo che normalmente mi avrebbe fatto scappare a gambe elevate, nelle mani del giovane regista canadese si trasforma in una storia toccante e profonda, inno alla diversità e all’imperfezione umana, capace di regalare alcuni momenti di grande cinema, grazie a un uso sapiente della musica e alla geniale trovata del cambio di formato.
11 – Il capitale umano di Paolo Virzì (Italia/Fra)
12 – Belluscone. Una storia siciliana di Franco Maresco (Italia)
13- Sils Maria di Olivier Assayas (Francia)
14 – Lo sciacallo – Nightcrawler di Dan Gilroy (Usa)
15 – Nymphomaniac (Vol I+II) di Lars von Trier (Danimarca/Ger/Fra/Bel/Gb)
16 – Maps to the Stars di David Cronenberg (Canada/Usa/Fra/Ger)
17 – The Wolf of Wall Street di Martin Scorsese (Usa)
18 – Godzilla di Gareth Edwards (Usa/Giap)
19 – Locke di Steven Knight (Gb/Usa)
20 – The Lego Movie di P.Lord & C.Miller (Usa)
Menzioni meritevoli: Mud, Under the skin, Due giorni una notte, Pasolini, Smetto quando voglio, Dallas Buyers Club, Apes Revolution, Thermae romae, The Congress, Grand Budapest Hotel, Snowpiercer, A proposito di Davis, Guardiani della galassia, L’amore bugiardo – Gone Girl
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TOP 10 ORIENTE
1 – La storia della principessa splendente (Kaguya hime no monogatari) di Takahata Isao (Giappone)
2 – The Snow White Murder Case (Shirayuki hime satsujin jiken) di Nakamura Yoshihiro (Giappone)
3 – Fires on the Plain (Nobi) di Tsukamoto Shin’ya (Giappone)
4 – The Attorney (Byeon-ho-in) di Yang Woo-seok (Corea del Sud)
5 – The Raid 2: Berendal di Gareth Evans (Indonesia)
6 – Why Don’t You Play in Hell? (Jigoku de naze warui) di Sono Shion (Giappone)
7 – Black Coal, Thin Ice (Bai ri yan huo) di Yinan Diao (Cina)
8 – Tamako in moratorium (Moratoriamu Tamako) di Yamashita Nobuhiro (Giappone)
9 – The Terror Live (Deu tae-ro ra-i-beu) di Kim Byeong-woo (Corea del Sud)
10 – Snowpiercer di Bong Joon-ho (Corea del Sud)